“Ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi… E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,come lacrime nella pioggia.” È il monologo di Roy Batty nel film di Ridley Scott: Blade Runner. A differenza del racconto di Philip K. Dick da cui è tratto, che affronta, come spesso nelle opere dell’autore, il tema della verità oltre le apparenze, esso  pone la questione della qualità della vita e della trasmissione della memoria.

L’incontro promosso da militanti e dirigenti della FGCI, in particolare negli anni 80 del secolo scorso, per il 25 e 26 marzo a Cinisi, riprende in qualche modo quell’interrogativo: come e cosa fare affinchè un intero patrimonio di ideali, temi, esperienze, lotte, non si disperdano, scivolando via “come lacrime nella pioggia.”

Infatti da alcuni anni si tengono analoghi incontri (gli ultimi a Roma e Napoli) che oltre alla voglia di reincontrarsi, toccano inevitabilmente il punto dell’utilizzo di un poderoso  giacimento politico e culturale ancora straordinariamente attuale. Basti pensare all’emergenza ambientale, ai venti di guerra che soffiano sull’Europa, alla pervasività delle mafie, alla disoccupazione giovanile, alla necessità di un adeguato sistema formativo, solo per elencare alcuni dei temi che quella FGCI sollevò proponendo al paese soluzioni alternative e promuovendo vaste mobilitazioni di massa.

Oggi, per la prima volta nella storia della Repubblica, abbiamo un governo presieduto da un’esponente direttamente erede della tradizione fascista. E i primi provvedimenti hanno confermato l’essere, questo, il governo più a destra che il nostro paese abbia mai avuto. Hanno cominciato con l’approvazione di una legge di bilancio che amplifica i tagli ai fondamentali servizi pubblici mentre si spostano risorse dal lavoro alla speculazione. La tragedia di Cutro, l’inasprimento delle misure repressive nei confronti di ogni forma di dissenso, l’attacco ai diritti civili, la supina adesione alle logiche belliciste della Nato ed il rifiuto di ogni possibilità di posizione autonoma dell’Europa che spinga verso un negoziato tra Russia ed Ucraina, l’abolizione del reddito di cittadinanza con l’adozione di una misura insufficiente come il Mia, la proposta di una legge fiscale che premia gli evasori ed i più ricchi, la cosiddetta autonomia differenziata che spacca ulteriormente il paese, sono solo alcuni esempi che rappresentano la realtà di una vera e propria offensiva reazionaria.

Ma la politica sembra annaspare, manifestando l’incapacità di reggere il passo dei tempi con l’assenza di quel pensiero lungo che Berlinguer evocava. Sarebbe il caso di provare a delineare un campo ampio dell’antifascismo e della democrazia in grado di coagulare un blocco sociale, che possa aprire una stagione di lotte per organizzare la resistenza politica e sociale e allo stesso tempo preparare una reale alternativa a questo governo.

Per questo sono di grande utilità le iniziative che dal versante della cultura politica possano contribuire a delineare una prospettiva di questa portata. Ed allora perché non provare a sedimentare l’impegno di tante e tanti tra i protagonisti di quella stagione per mantenere non solo il ricordo, ma per transitare sul terreno dell’oggi idealità ed esperienze? Un polo politico e culturale, formativo ed informativo, debitamente lontano dal cimento direttamente partitico e istituzionale, quindi plurale nelle scelte di approdo, ma che si inserisca in quella rete di iniziative associative, culturali, editoriali  che sono da sempre la linfa vitale della sinistra. Con una particolare attenzione al rapporto con le nuove generazioni, recuperando quella funzione di “passaggio del testimone” che, fondamentale nella vita materiale del PCI, oggi appare del tutto affievolita.

Molteplici possono essere le forme di un impegno più strutturato, ma è indubbiamente forte l’esigenza di una risposta alle questioni che questa fase drammatica sta ponendo. Possiamo farcela. Ancora. Tenendo presente, come la vita ci ha insegnato, che non si è “per sempre giovani”, ma che si può essere per sempre legati agli ideali che hanno caratterizzato la nostra gioventù.

Sirio Conte

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