di Gianfranco Nappi

In queste ore sembra che Regioni e Governo abbiano scoperto il problema dei trasporti e quanto esso possa incidere su una diffusione dei contagi con i sovraffollamenti che si registrano in bus, metro,tram,treni regionali nelle ore di punta della giornata.

Ma non era già chiaro a febbraio, marzo? E in questi mesi, è stato impostato qualcosa per far fronte al problema? E le Regioni, come si sono mosse?

Certo, nessuno può pretendere che in pochi mesi si bilanci lo stato di abbandono di anni : negli ultimi dieci anni sono stati sottratti al Trasporto Pubblico Locale ben 11 miliardi di euro. 1 miliardo e più di euro di investimenti all’anno.

Parte questo di quella politica di falsa austerità, di contrazione delle risorse pubbliche, di ruolo del ‘pubblico’ da cui sarebbe ben ora che si uscisse, ma anche del prevalere di una ( altra) falsa logica di mercato e di privatizzazione in settori il cui equilibrio economico invece è dato dal benessere sociale che creano e dai, costosi,problemi che possono evitare.

E invece, turn over bloccati e carenza di personale, mezzi vecchi, inquinanti e non ammodernati, corse ridotte.

Questo è il panorama che si è presentato all’insorgere della Pandemia.

Ci vorranno anni per recuperare tutto questo.

E però, se non andiamo errati , quella tenutasi oggi, 14 ottobre, è la prima riunione che governo,Regioni e Associazioni del Trasporto Pubblico Locale hanno dedicato al tema: nessuno poteva pretendere che si ribaltasse la situazione in un tempo ristretto, e però che solo ora si affronti il problema, pure è paradossale.

E’ tema delicatissimo questo del TPL, sia per gli effetti possibili sul diffondersi della Pandemia che, all’incontrario, invece, per quanto può rappresentare di positivo per la riorganizzazione più ampia della società e della vita delle città, dei loro tempi e di quelli di lavoro, per la riduzione del traffico privato, per l’abbattimento dei livelli di inquinamento e per la diffusione del mezzo elettrico, per la qualità della vita di tutti.

Bene.

Per quanto di fronte al timore della non-sicurezza rispetto alla Pandemia dell’uso del mezzo pubblico ( perchè è di questo che stiamo discutendo ), sia aumentato il trasporto privato ( per chi può ), rimane che soprattutto nelle ore di punta della vita delle nostra città, le corse dei vari mezzi siano affollate oltre ogni limite.

Altro che 80%…

E certo, se invece di aumentare le corse le stesse vengono ridotte, l’effetto non può che essere questo.

E allora mi chiedo, parlando della Campania : che si vuole fare? Che si è programmato? Che si sta programmando? C’è una idea? C’è un piano di potenziamento e di nuovo investimento per raddoppiare, laddove necessario, le corse di tutti i mezzi con acquisto di nuove vetture, moderne non inquinanti. Con l’assunzione di nuovo personale. Con l’ammodernamento di tutta la rete?

Dice: ma pretendi che si faccia subito quello che non si fa in Campania da almeno 10 anni?

No, lo ripeto. Ma dov’è un Piano per evitare di vedere e vivere quello che chiunque usi mezzi pubblici può vedere, con pericolo anche del personale di servizio peraltro, costretto a lavorare in condizioni difficili? Vesuviana, Cumana, Linee regionali, metropolitana, Autobus…Ci si è cominciato a pensare a marzo per oggi? E per domani?

Le Regioni hanno grandi competenze su questo terreno. Chi è l’Assessore ai Trasporti della Regione Campania? E’ sempre il Presidente-Commissario?

E i sindacati, non hanno niente da dire?

Si cominci a discuterne. E soprattutto, oltre ogni insostenibile alibi, si cominci a fare mettendo in campo una visione strategica di rinnovamento della società.

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