di Luigi Agostini


La Pandemia ,nella sua dinamica ,sta svolgendo il ruolo di acceleratore di tutte le tendenze in atto.
La principale di tali tendenze è sicuramente quella geopolitica,proprio perché interviene sul corso della Globalizzazione,cioè sulla fase della storia che stiamo vivendo.
Terza Globalizzazione come l’abbiamo chiamata:la riorganizzazione e rimodulazionedello Spazio-mondo per macroaree tendenzialmente autosufficienti.
l’Europa vive la fase calante dell’atlantismo insieme alla fase crescente della competizione cinese.
L’Europa,nella morsa tra sudditanza atlantica,e competizione della Cina,sceglie la via della sua Sovranità.
La via della Seta,terrestre e marittima,si stà rivelando come l’Idea Strategica-nel suo risvolto commerciale.culturale ,politico-più formidabile della Rivoluzione cinese, che in una ideale staffetta con la Rivoluzione russa,la sopravanza nei suoi effetti-come aveva previsto il genio intuitivo di Napoleone a riguardo del ruolo storico della Cina-e colloca la Rivoluzione maoista come il fatto piu significativo del secolo scorso.


La sudditanza atlantica costa caro all’Europa.
Solo il valore dei profili europei,trasferiti nei cloud americani,sottratti alle tutele della privacy previste in Italia,Francia , Germania,viene stimato superiore ai settemila(7000) miliardi( Fubini,Corriere della Sera)
L’Europa liberatasi dal condizionamento degli anglosassoni,in primo luogo dell’Inghilterra,con il Recovery Fund,sceglie la via tutta in salita della sua Autonomia Strategica,che nel tempo necessario non puo’che diventare anche militare.Macron infatti parla della Nato dall’encefalogramma piatto.
.Mentori Francia e Germania.
L’antefatto del Recovery fund sta negli accordi di Acquisgrana,,artefici I rispettivi ministri Altmayer per la Germania e e LeMaire per la Francia,scottati dall’acquisto da parte cinese d Kuka,fabbrica tedesca tecnologicamente all’avanguardia ,e dalla bocciatura da Parte della Commissione Europea della unione tra Alstom francese e Siemens tedesca sull’alta velocità ferroviaria.
La Pandemia ha accelerato il processo: la Commissione europea ,non più solo in funzione della Concorrenza,ma anche in funzione della creazione dei Campioni Europei:imprese cioè come Airbus,contemporaneamente alla dimensione del Mercato Unico Interno Europeo e ai nuovi termini della competizione globale.
La pandemia, per constatazione comune, ha dato l’ultima spinta alla Commissione Europea al Recovery Fund, che a sua volta chiama gli Stati nazionali che compongono l’Europa a presentare progetti strategici alla altezza della Sfida,sfida che ha anche il suo volto sociale:la introduzione del Salario Minimo Europeo.
Il Recovery Fund richiama lo Stato ad una nuova vita: selezionare, scegliere i progetti in funzione della Sovranità Europea, della Autonomia Strategica dell’Europa in tutti i settori, compresa l’Immigrazione e la Difesa.
Il Sole 24 ore scende in campo proprio sul ruolo dello Stato: a partire dal suo Presidente Bonomi, ma anche i tanti centri o istituti che, come Aspen, costituiscono il fior fiore di gran parte dell’establishement.
Dicono sì, a denti stretti al ritorno dello Stato, ma no allo….. statalismo; lo statalismo fa riemergere il pericolo… socialista dicono. Sì, a salvataggi e stimoli, ma No soprattutto ad un ritorno dell’Iri: la crisi provocata dalla pandemia, non può provocare, come la crisi del ‘29, una nuova Iri, un rischio socialista! Ci abbiamo messo tanto a smantellare con le privatizzazioni, tale rischio – sembrano dire – che dobbiamo impedire ad ogni costo che si imbocchi di nuovo questa strada.
Corre un leit-motiv: lo Stato deve essere uno Stato Facilitatore, uno Stato, al massimo, regolatore, non uno Stato imprenditore, dicono i più raffinati.
Tradotto, uno Stato che non fa, uno Stato disarmato e subalterno alla impresa privata.
Ma chi fa le regole, chi controlla le regole? Il caso di Autostrade è emblematico.


Le regole vengono in gran parte costruite da chi ha l’expertise per costruire i dispositivi che devono essere regolati e che già nella loro architettura integrano forme di organizzazione e di autoorganizzazione.
Nel mondo della potenza di calcolo e di specializzazione elevata, le regole sono già all’interno dei processi di ingegnerizzazione delle innovazioni ad alta intensità di capitale investito o da investire.
Disarmante in tale contesto l’intervista di Pierluigi Bersani. Sempre sul Sole.
Non solo per il lamento circa l’assenza dei liberali in Italia e quindi, di riflesso, per il quasi-obbligo della Sinistra di raccoglierne la bandiera, secondo un antico schema,, ma soprattutto per il giudizio sia retrospettivo sulla grande privatizzazione degli anni novanta,che sulla prospettiva dell’oggi.
Che le privatizzazioni si siano rivelate solo un grande affare per la borghesia italiana, minando la prospettiva futura della costruzione dei Campioni europei, è ormai una pura constatazione.
Le grandi imprese sopravissute si contano con le dita di una mano.
La invenzione del mercato in condizioni monopolistiche si è rivelata un puro inganno o autoinganno, a essere clementi, che neanche il cosiddetto quadro regolamentare – con l’invenzione delle Authority – riesce a mascherare.
Le Authority, come le Agenzie mondiali di Rating, sono la più plastica materializzazione della classica figura dei controllori/controllati. Basta guardare la loro composizione, al di là delle foglie di fico.
Illuminante è il caso della Boeing, proprio di questi giorni.
Disarmante soprattutto per il presente/futuro.
Cito Bersani:”se Bonomi ha un elenco di imprenditori interessati [aggiungo io: a guidare delle realtà e dei progetti] bene, altrimenti deve pensarci lo Stato”.
Che dire? Lo Stato viene al seguito, come la classica Intendenza di napoleonica memoria.
Se il concetto di Stato della Sinistra – Renzi o non Renzi – è quello dello Stato facilitatore e non quello dello Stato innovatore, e stratega, la Sinistra non può che configurarsi per bocca di un suo protagonista come una forza subalterna e soprattutto nel nuovo contesto pandemico, al di sotto del compito.
Altro caso che può diventare emblematico: la rete unica pubblica.
La Rete unica pubblica, si stà rivelando il solito papocchio all’Italiana.
La via maestra per realizzare la copertura e la connessione dell’insieme del Paese sta nell’affidare tale compito ad una società pubblica.
La rete unica pubblica ha tutte le caratteristiche di una Riforma di Struttura.:presiede alla unita’ del Paese,alla Eguaglianza tra i suoi cittadini(oggi solo il 30 per cento delle familie italiane ha l’accesso alla banda larga),alla riforma della Pubblica Amministrazione, alla riforma e potenziamento dell’scuola e della Ricerca ,alla riforma della Sanità,ad un nuovo rapporto tra Città e Periferia,tra aree urbane e borghi di cui e disseminata la realtà italiana.

E’ determinante inoltre nella organizzazione di nuove forme di organizzazione del lavoro e del consumo.

Se tale è il grande obiettivo strategico per le implicazioni totali che trascina con se,sorge spontaneo il riferimento alla nazionalizzazione elettrica,remunerando, con giudizio, i venditori parziali.
La via intrapresa sembra invece la Via della Complicazione dei problemi, dei contenziosi infiniti (il valore dei conferimenti azionari eccetera), dei regali gratuiti (perché regalare al fondo americano Kkr un rendimento del 9%?), delle dispute su chi e dove sta’ il vero potere di programmazione e di comando, e quindi di responsabilità vera di ideazione e di guida. Facilitando il classico vizio italiano: il gioco allo scaricabarile.
Il Governo, in particolare il ministero della Economia, ha il potere e ancora il tempo per evitare che quella che potenzialmente ha tutti i caratteri di una storica riforma di struttura della realtà italiana, riforma paradigmatica del ricorso al Recovery plan, si avvii a diventare un contenzioso da avvocati, da tribunali, e una occasione perduta per la Sinistra e per il Paese.

Infine i Campioni Europei
Si legge, ormai quotidianamente: patto tra Francia e Germania sulle Batterie; patto franco-tedesco sull’idrogeno; patto sempre franco-tedesco sul cloud.
Nella Terza globalizzazione, -terza globalizzazione post-pandemia, centrata cioè su una strategia di controllo dei mercati interni continentali – per l’Italia la costruzione di Campioni europei rappresenta l’occasione decisiva in cui si definisce il suo futuro peso nella nuova dimensione continentale.
Il nostro Paese è qui invece assente, tranne che sulla cantieristica.militare e civile.
La Terza globalizzazione postpandemia va intesa allora, in tutta la sua novità: Cina, più tre per cento di sviluppo; USA meno nove per cento di sviluppo, ai numeri attuali. Per l’Europa valgono gli stessi numeri degli USA. I numeri parlano da soli.
A quando allora i Campioni Europei in siderurgia, nel trasporto, nelle telecomunicazioni, eccetera? Mentre a Roma alcune situazioni sembrano impantanarsi (da Alitalia all’Ilva, da Autostrade alla Rete pubblica unica) e si cerca di ridurre lo Stato a svolgere al massimo un ruolo di facilitatore, Sagunto brucia.
Se lo Stato si limita a fornire i “capitali pazienti”, come dice candidamente Cassa depositi e prestiti, e ai privati, come nel caso del fondo americano Kkr, si garantisce un rendimento sicuro del 9%, nella Rete unica sparisce l’aggettivo pubblica,che come si sa, non è una questione letteraria.
Non si esce dal classico ritornello: allo Stato i capitali pazienti, ai Privati i profitti garantiti – senza un nuovo ruolo dello Stato. Cassa non significa Stato Innovatore.
Il Revovery Fund può diventare per la Sinistra una occasione straordinaria per recuperare e riorganizzare l’insieme del suo Discorso Strategico: sullo Stato,Stato nella sua nuova dimensione continentale; sulle Riforme di struttura,cioè sulla mobilitazione e partecipazione ed eguaglianza sociale; e infine sul Modello di sviluppo e sulla sua qualità.
Occasione da non sprecare.









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1 commento

  1. Pagine di grande interesse.
    Oggi più che mai abbiamo bisogno di conoscere analisi, osservazioni e valutazioni per meglio individuare chiavi di lettura del presente (sempre più inquietante per il moltiplicarsi di sospensioni) e alimentare consapevolezza etica, civile e politica.

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