Mi associo alle lodi e agli attestati di stima che hanno accompagnato la scomparsa dell’illustre scienziato Vittorio Silvestrini, protagonista di quella splendida iniziativa che è “Città della Scienza” che ancora dona alla città i suoi frutti. Ma Vittorio è stato anche altro. Molto altro. A me piace ricordarlo sui banchi della Sala dei Baroni al Maschio Angioino nel gruppo consiliare del Partito Comunista Italiano. La sua presenza in quella legislatura del Consiglio Regionale, che va dal 1985 al 1990, ha dato prestigio ad una istituzione, la più importante sul piano democratico, spesso negletta ed oscurata dalla “fame” di potere delle Giunte Regionali tanto da far dimenticare anche il dettato costituzionale, che definisce la Regione come Ente di programmazione e di legislazione. E non di gestione. Mi piace ricordarlo come collega in quell’Assemblea insieme ad altri prestigiosi come Mario Santangelo: seppure all’opposizione non ricordo una sua parola o un suo gesto fuori luogo. Gran signore, grande stile. L’ho visto ancora qualche anno fa in uno dei nostri malinconici incontri di ex. Lui sempre bello, sì proprio bello, con il suo sorriso sprizzava armonia e positività. E scacciava la malinconia incombente. Felice ed onorato di averlo conosciuto.

Riposi in pace.

Franco Iacono

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