Oggi, aI DIARC di via Forno vecchio, si tiene uno di quegli eventi che potrebbero essere ricordati nel tempo. Basta guardare, anche fugacemente, la locandina col programma della giornata dei lavori e degli interventi, per rendersi conto che intorno alla sentita esigenza di, “una giornata di mobilitazione per l’approvazione di una nuova e moderna legge di Governo del Territorio”, interverranno oggi un numero grandissimo di associazioni, organizzazioni e movimenti ambientalisti, sindacali, di azione sociale, di agricoltori e artigiani, a carattere nazionale, regionale e cittadino.
Di sicuro oggi sarà una vera giornata di Democrazia.
Una giornata di democrazia non più solo delegata agli eletti, come ci stiamo abituando troppo spesso a fare – o alle università, agli industriali, ai portatori di interessi economici e imprenditoriali nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica, alle sintesi giornalistiche – ma aperta davvero a tutti i portatori di interessi e di saperi. Dai più grandi, ai più apparentemente piccoli.
Ma forse, nell’intento delle sigle che oggi parteciperanno sui contenuti di una legge importantissima, c’è anche questa speranza: l’avvio di una nuova, innovativa fase di democrazia effettivamente partecipata. La fine delle liturgie della partecipazione che si sono progressivamente consolidate in questi anni, quasi senza che noi ce ne accorgessimo. E si spera, da domani in poi, in un cambio di passo democratico per la nascita e il consolidamento di nuove e moderne forme di partecipazione nei processi ideativi, propositivi e decisionali, di condivisione informata, della pianificazione e della programmazione, la più estesa possibile, sin dalle prime fasi.
I mezzi tecnici e informatici ormai non ci mancano e da domani, forse, anche la volontà.
Una condivisione vera, non retorica con la cittadinanza, con tutte le componenti della società, sin dalla nascita delle Visioni, degli indirizzi programmatici, delle informazioni pubbliche da cui scaturiscono le scelte, dalle analisi che ne conseguono. Fino alla fase delle finale delle decisioni degli organi elettivi deputati a ciò.
Una rinnovata, indispensabile, democrazia della trasparenza, della comunicazione pubblica, concentrata nello sforzo innanzitutto di rendere semplice la fruizione e la lettura dei documenti, preliminari, definitivi ed esecutivi. Di rendere accessibili e comprensibili i prospetti delle decisioni, delle tempistiche, delle verifiche degli obiettivi. Per poter seguire agevolmente le varie fasi dei programmi, dei Piani e dei progetti e avere la possibilità di partecipare anche in corso d’opera e via via fino alla fase dei piani di gestione e dell’entrata in funzione delle opere e delle pianificazioni.
Perché ogni cittadino possa farsi una propria idea, per discuterne e contribuire, ognuno e ciascuno con la propria sapienza, per affrontare le nuove complessità introdotte, per esempio, il caso odierno, dalla modifica Costituzionale che ha riguardato la materia del Governo del Territorio.


Com’è nata questa esigenza? Ma è evidente :

siamo alla vigilia della più grande programmazione di spesa Pubblica della storia italiana. Il fatidico e misterioso PNRR, ma anche il nuovo POR e altri programmi nazionali e comunitari.
E poi, nei prossimi mesi da noi in Campania, si arriverà alle fasi di approvazione dell’adeguamento di diversi Piani urbanistici di livello provinciale e metropolitano: sta partendo il nuovo PUC della città di Napoli – o di una importante variante al PRG-; siamo alla vigilia della approvazione di una sostanziale modifica della Legge regionale di Governo del Territorio, del più volte annunciato Piano paesaggistico regionale, senza avere ancora contezza di una Visione a medio lungo termine, per la città di Napoli , per la città metropolitana e per la regione Campana. Senza avere un agevole, democratico accesso alle informazioni, ai processi in atto, agli indirizzi strategici perseguiti.
Ma non basta.
Non dimentichiamo mai che siamo all’interno di una delle più importanti crisi climatiche della storia del pianeta Terra, e delle incredibili conseguenze che ne deriveranno, con gli obiettivi di conservazione delle temperature fissati dagli scienziati dell’ONU per il 2030 e il 2050.
Domani, praticamente.

E tutti, ormai, abbiamo capito che non sarà facile. Che verseremo lacrime e sangue per raggiungerli. Per preparare ed adattare i nostri territori e le nostre città agli eventi climatici e alle conseguenza socioeconomiche.
Che non c’è più tempo, che non si possono sbagliare le previsioni, le decisioni sulle programmazioni e sulle pianificazioni. Che per raggiungere quegli obiettivi non ci vorranno solo piani, programmi, finanziamenti, progetti, ma la condivisione appassionata totale da parte di tutti i livelli della Società e dello Stato, sugli obiettivi e sulle scelte. Non possiamo sbagliare. Non possiamo delegare a pochi senza indirizzare, incitare, incoraggiare, stare affianco, suggerire, controllare. Senza partecipare davvero.
Non si tratta solo di un sacrosanto diritto. E’UN DOVERE.

Una volta funzionavano in tal senso i grandi Partiti, luoghi di discussione, dibattito, conflitti e sintesi. Oggi i Partiti sono altra cosa.
Le associazioni, i sindacati, le organizzazioni dei lavoratori, degli studenti, sentono ogni giorno di più questa responsabilità e vogliono essere edotte, coinvolte, responsabilizzate. Vogliono partecipare, contribuire.
La verità da ammettere è che non c’è gruppo dirigente, di eletti, di scienziati che possa farcela da solo, senza la vera partecipazione, la condivisione convinta di tutti i livelli della Società.

Certo, non è facile cambiare passo. Governare questa fase complessa e concitata. Ma chi pensa di poterla portare in porto elaborando piani e programmi al chiuso nelle stanze dei Municipi o dei Ministeri, senza il totale coinvolgimento della poderosa energia e della reale conoscenza delle cose, delle difficoltà, delle aspettative e dei sogni della gente, dei cittadini, sbaglia.
Non ci riuscirebbe. E, questa volta, non possiamo sbagliare.

Oggi quel confronto – richiesto e negato più volte – su un Disegno di Legge che non convince, fuori tempo perchè si occupa solo di una parte delle questioni in ballo e di interesse eminentemente settoriale, lo avvieranno le associazioni e le organizzazioni regionali autoconvocate e sostenute con la presenza a Napoli dei responsabili nazionali, a testimonianza che i temi posti sono di interesse nazionale se non europeo e universale.

Sarà un secco no all’intero Disegno di Legge della giunta regionale:
perché limitato, perché fuori tempo e quindi incapace di affrontare i grandi temi ambientali che innesca un reale stop immediato ed efficace al consumo del suolo. Perché pieno di provvedimenti inspiegabili, fuori luogo o irragionevoli, come ad esempio, l’eliminazione dell’obbligo delle analisi geologiche in una terra di vulcani e terremoti. Come la questione dei parcheggi pertinenziali a scala cittadina, o come il catalogare come suolo urbanizzato anche il suolo ancora vivo e vegeto; ancora del tutto permeabile, di terzo paesaggio, in una regione dal suolo vulcanico fertilissimo dove l’agricoltura è in grandissima parte di tipo intensivo e produzioni di altissima qualità e pregio si coltivano con soddisfazione anche in un solo moggio di terra, tra le case.
Un secco no, acquisito anche per l’assenza di risposte al problema della gentrificazione, dello stravolgimento velocissimo che attanaglia la vita stessa in molte delle nostre città, un problema che gìà colpisce a fondo artigiani, commercianti, cittadini e studenti dei centri storici più preziosi.
Eppure, architetti, operai, agricoltori, semplici cittadini, artigiani, studenti, hanno chiesto ripetutamente alla Giunta e al Consiglio regionale di partecipare concretamente, di aiutare, con l’insediamento di un Tavolo di lavoro, a disvelare le tante criticità insite in una legge di Governo del territorio che per sua natura profonda va costruita in modo concertato, assumendo il massimo delle visioni e delle competenze settoriali, dei contributi, facendo propria la complessità del problema e del momento.

I cittadini, le associazioni e i sindacati le stanno tentando tutte. Con azioni di contrasto, di critica tecnica e politica. Oggi con questa straordinaria giornata di partecipazione per giungere insieme a una moderna legge di Governo del territorio. Ma anche con azioni propositive concrete come la proposta di legge di iniziativa popolare portata avanti, col supporto di tantissime associazioni e cittadini, da Rigenera Campania, che coglie una opportunità offerta dallo Statuto regionale per sperimentare un processo di democrazia propositiva che avrà il merito, raccolte le 10.000 firme previste dalla norma, di obbligare il Consiglio regionale e la Giunta, a prendere in esame la scrittura definitiva di quella legge quadro contro i cambiamenti climatici di cui tutti sentiamo l’assoluta urgenza.

Bisogna provarle tutte ma procedere unitariamente, non ci sono alternative.
Perchè non abbiamo proprio più tempo.

Oggi sarà una bella giornata di Democrazia. Bisogna avere fiducia e ottimismo perché la stessa pratica democratica ci insegna che con la critica costruttiva, col dialogo, se del caso anche col conflitto, ma sempre perseguendo l’unità d’intenti e i fini comuni, gli obiettivi infine si raggiungono.

Francesco Escalona Presidente Nurige Campania



L’intervento del 7 febbraio di Emma Buondonno:

https://www.infinitimondi.eu/2024/02/07/lassise-dellurbanistica-e-del-sano-governo-del-territorio-si-riunisce-l8-febbraio-ad-architettura-a-napoli-consiglio-e-giunta-regionale-faranno-ancora-finta-di-niente-la-riflessione-di-emma-bu/




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