QUELLA VOLTA CHE CON I SUOI GOL BATTEMMO LA SQUADRA DE IL MATTINO…

Ho saputo ieri sera alle 23, con grande dispiacere e tristezza, della scomparsa di Vito Faenza. Lo conobbi per la prima volta nel marzo del 1977 . Quando fui mandato dal partito a fare l’ispettore de L’Unita. Ricordo pure che nel 1980 io e Vito Faenza dopo vari anni di precariato, fummo assunti ufficialmente da L’Unita. Con nostra grande gioia, festeggiamo l’assunzione con un bel pranzo dal Delicato.
Voglio ricordare di Vito un episodio che è rimasto indelebile nella mia memoria e che lo rappresenta per quello che è sempre stato.
Una mattina di tanti anni fa , sentito bussare alla porta della redazione, andai ad aprire, era un signore anziano che chiedeva di Vito . Lo accompagnai da Vito, il signore si presentò, era il suocero del vicedirettore delle carceri di Poggioreale, ucciso pochi giorni prima sulla tangenziale in una rappresaglia camorristica certamente ordinata da Cutolo. Il signore voleva avere il vero piacere, lui disse l’onore, di conoscere Vito perché secondo lui era stato l’unico giornalista a scrivere senza paura degli articoli che denunciavano la verità sul delitto a differenza di altri giornalisti che avevano glissato sull’origine cutoliana del delitto. Inoltre il signore aggiunse che lui da sempre era un elettore del M.S.I. ma questa vicenda gli faceva riconoscere in un giornalista comunista una lealtà e un coraggio nel raccontare i fatti che giornalisti di altre testate non avevano avuto e lui e la sua famiglia ne avrebbero avuto memoria alle votazioni.
Vito era questo. Nelle conversazioni un fiume in piena ma nello scrivere gli articoli un grande rispetto per la verità, anche pericolosa.
Mi piace anche ricordarlo con un poco di allegria. Vito era il centravanti della squadra de la redazione de L’Unita di Napoli. Con una sua doppietta contribuì alla magnifica vittoria ✌ per 5 a 0 contro la squadra giornalisti del Mattino. Un trionfo.
Ciao Vito.

Claudio Massari

IN RICORDO DI VITO FAENZA

Anche se per me non è stata inattesa, la notizia della scomparsa di Vito Faenza il 18 luglio 2022, dopo una lunga e dolorosa sofferenza, lascia in me un grande vuoto e dolore. Con lui se ne va un pezzo della mia gioventù vissuta insieme prima come studenti al Liceo Diaz di Casera poi nella redazione napoletana de L’Unità.                                                                                                          

Vito si è spento nella sua abitazione di Aversa, assistito dalla moglie, Luisa Melillo e dal figlio Luca.  Se l’è portato via un tumore che aveva scoperto alcuni mesi fa. Come ha ricordato il nostro collega Raffaele Sardo: “ Vito, classe 1948, aveva cominciato la sua carriera giornalistica nel quotidiano l’Unità, dopo i suoi trascorsi nella pallavolo come giocatore della massima serie.  All’Unità era stato assunto a maggio del 1976, ed è stato anche inviato speciale. Ha lavorato a lungo nella storica redazione napoletana di Via Cervantes, con Luigi Vicinanza, Franco di Mare, Federico Geremicca, Marco De Marco, Antonio Polito, Mario Bologna e con gli storici reportage di Mario Riccio. E’ rimasto legato al quotidiano comunista per più di 23 anni, occupandosi praticamente di tutto, dal terrorismo alla cronaca, dalle manifestazioni operaie a quelle studentesche. Amava ricordare gli anni di piombo, quando finì sotto tutela perché minacciato. Nei miei libri ho citato spesso i suoi articoli che ho ritrovato nell’archivio storico dell’Unità. E’ stato per tanti di noi un punto di riferimento”. Si può dire un verso maestro, sempre generoso e disponibile.                          Esperto di criminalità organizzata e di terrorismo nostrano e internazionale, temi sui quali ha scritto libri e saggi e ha tenuto diversi convegni e seminari, Vito ha avuto una intensa carriera giornalistica. Come abbiamo già ricordato sopra, aveva lavorato dal 1976 con il quotidiano L’Unità, del quale è stato anche inviato speciale, mentre fino al 1984 è stato corrispondente da Napoli di Panorama; fino al 1996, invece, ha lavorato con il quotidiano Il Messaggero.                                         Faenza ha anche collaborato  con l’agenzia Radio Area e con l’agenzia di stampa Agi; nel 2004 è entrato invece a far parte della redazione del Corriere del Mezzogiorno. Per quanto riguarda la sua profonda conoscenza della criminalità organizzata, in particolare dei clan dei casalesi e di quelli operanti in Campania, dal 2004 al 2010 Vito Faenza è stato segretario dell’Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità, per il quale curava anche il relativo bollettino mensile. Sono Tantissimi i messaggi di cordoglio che, diffusasi la notizia della morte di Vito Faenza, si stanno susseguendo sui social network.                                                                        

Anche Antonio Bassolino ha espresso “grande dolore per la scomparsa di Vito Faenza, storico giornalista de L’Unità e da sempre impegnato nelle lotte e nelle inchieste contro la camorra. Vito è stato per me anche una persona cara, e sono tanti i ricordi di tutta una vita. Penso in primo luogo a quel 23 novembre 1980. Poche ore dopo la terribile scossa ci mettemmo in macchina- Vito e Rocco Di Blasi de L’Unità ed io segretario regionale del PCI- e quella notte stessa raggiungemmo i paesi dell’Alto Sele e dell’Alta Irpinia distrutti dal terremoto”.                                                                          I funerali si terranno oggi mercoledì  20 luglio ad Aversa ore 16.30 presso la chiesa di  Santa Teresa del Bambino Gesù, in via Luca Giordano (nei pressi della caserma dei carabinieri).

Libri di Vito Faenza

  1. L’ altra metà del cielo di Vito Faenza – Pasquale Gnasso Editore – 2022
  2. Il ragno e la farfalla di Vito Faenza – Pasquale Gnasso Editore – 2018
  3. L’ isola dei fiori di cappero di Vito Faenza – Spartaco – 2013
  4. 4. Il terrorista e il professore di Vito Faenza – Spartaco – 2014

Pasquale Iorio Le Piazze del Sapere

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