di Massimo Anselmo

Né con lo Stato ne con le Brigate rosse: l’Armata rossa non c’è più
Così una parte della sinistra un quarantennio fa lanciava questo slogan che troppa confusione portò nelle sue file.
Oggi mi viene di parafrasarlo con nè con Biden né con Putin.
Ma ne colgo l’insufficienza di fronte alla crisi Ucraina che se non porterà alla guerra europea, porterà sicuramente ad una divisione del mondo più drammatica dell’epoca della cortina di ferro.
Quella cortina voluta dall’Urss per difendersi non solo dalla Nato, per affermare un impero del “socialismo in un sol paese”, per difendersi dal pensiero socialista e comunista europeo; ha svolto il ruolo di normalizzatore finale della rivoluzione del 1917.
La vittoria del “bene” occidentale sull’” impero del male” degli anni 80 del secolo scorso è stata il frutto dell’involuzione sociale e statuale dell’Urss, che ha trascinato la sinistra comunista europea in un tunnel da cui ancora oggi non si vede la fine.
Le crisi europee del “49 (Tito) “56 (Ungheria e Polonia) “68 (Cecoslovacchia) sono state le pietre miliari su cui il gruppo dirigente sovietico ha costruito il sistema chiuso dell’Est europeo nel silenzio omertoso della sinistra europea. Quel sistema che alla sua dissoluzione ha generato nei Paesi una politica conservatrice dei privilegi delle vecchie caste rinominatesi all’occidentale, una politica di esclusione sociale condita da tensioni religiose, una politica di rivalsa etnica sui popoli del terzo mondo.


Oggi Biden e Putin si scontrano per affermare supremazia geopolitica sul mondo di mezzo, leggi Europa meglio Unione Europea, in una sostanziale continuità politica con il secolo scorso.
Quindi non credo che si possa parteggiare per nessuna delle due opzioni in campo, oggi l’occidente non difende la democrazia, difende il neoliberismo economico, difende le diseguaglianze vecchie e nuove, oggi la Russia difende un sistema autocratico che vuole ridisegnare i confini dell’Impero della sacra Russia, ha bisogno di spazio geopolitico per utilizzare al massimo le sue risorse
Non è una ricerca di terza via da svolgere, è la presa di realtà che la sinistra deve compiere per affrontare il nuovo livello di scontro con le forze normalizzatrici e conservatrici per proporre un orizzonte di progresso che sia compatibile con la liberazione dell’umanità.
Demagogia? Forse ma tentare di uscire dalla normalità dominante è il tentativo che da sempre i “deboli” hanno tentato.

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1 commento

  1. La Russia di Putin , come ha spiegato lui stesso, rivendica la continuità con l’impero Zarista , rimuovendo l’ottobre rosso. Non è la controparte del l’imperialismo americano ma la controparte delle democrazia del mondo . Ed infatti sostiene i fascisti europei e americani . Come per le BR bisognava stare con lo stato per cambiarlo ma mai con i terroristi

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