di Gianfranco Nappi

Le elezioni si sono fatte. I risultati sono acquisiti. Ve ne è uno su cui poco si è riflettuto fino ad ora.

Con la sua strategia delle 15 liste è vero che De Luca ha raggiunto circa il 70% dei consensi, ma è anche vero che ha così colpito al cuore il suo partito che si ritrova oggi con 398.400 voti e il 16.90% a fronte dei 443.800 e il 19,49% del 2015. Tradotto in consiglieri, 8 oggi contro i 15 di cinque anni fa.

Come la vogliamo chiamare questa, una rotta sul piano politico? Un ulteriore passo verso il completamento dell’esautoramento di quel partito da parte del ‘suo’ Presidente?

Peraltro, detto per inciso, per la prima volta nella storia delle Regioni, in Campania, non siederà da Napoli, e , se non sbaglio, dalla Campania, nessun Consigliere Regionale che sia passato per il PCI : l’azzeramento di una storia è così nei fatti acquisito.

Ci sarà poi in Consiglio una maggioranza fatta da ‘persone’ e non da gruppi consiliari, espressione di movimenti politici. Persone che non devono rispondere ad altri che a se’ stessi e tendenzialmente e prevedibilmente, in modo sempre più flebile, al loro ‘legittimatore’: il Presidente. Ovviamente, più tenderà ad affievolirsi il vincolo di ‘fedeltà’ e più dal centro di comando si provvederà a rinsaldare i rapporti con tutta la gamma di mance politiche possibili.

E anche questo mi sembra un capolavoro politico: nel tempo in cui occorrerà fronteggiare gli effetti della Pandemia; utilizzare al meglio, a differenza degli ultimi 5 anni, e non a pioggia, le risorse della programmazione europea del nuovo ciclo; dispiegare l’impegno di quelle di Next Generation Eu, la vedo difficile una programmazione seria del tutto con questa situazione politica.

Il pericolo che la Campania perda una occasione storica è dunque reale.

Non si può tacere dunque. Occorrerà concorrere a costruire un movimento democratico che sul tema del futuro della Campania, della finalizzazione sociale e delle modalità trasparenti e partecipate di utilizzo delle enormi risorse disponibili sappia imporre una svolta.

E viene subito la questione della Sanità.

Siamo in questa nuova fase della Pandemia, tra le prime Regioni per numero di contagi. La questione è seria.

Perchè continuiamo a fare così pochi tamponi, che invece andrebbero fatti a tappeto?

Perchè tutta la struttura di prossimità e di medicina del territorio non ha ricevuto ancora nessun potenziamento concreto, quando è acquisito che solo da essa può venire quella capacità di individuare fin dai primi sintomi i contagi combattendone così sia la diffusione che la carica mortale?

Perchè non si intravede ancora una strategia di politica sanitaria che punti a rimettere il ‘pubblico’ al centro, a riqualificarne l’offerta di assistenza ospedaliera e rilanci tutta la medicina di base e di prevenzione sul lavoro?

Perchè ancora oggi si fa difficoltà ad investire sulla rete dell’offerta del ‘sociale’ e del ‘terzo settore’?

Qual’è l’effettiva situazione delle disponibilità ospedaliere per il Covid?

E cosa è stato fatto o cosa si intende fare per evitare che di fronte all’allarme per il Covid, nel frattempo tutta l’assistenza per le altre patologie, comprese quelle più gravi, croniche e oncologiche non trovino la risposta necessaria, con ulteriori e diffuse sofferenze?

La Campania come si doterà quindi di una forte strategia di politica sanitaria?

Avrà un Assessore alla Sanità?

E’ misurandosi con questi nodi che si compie il salto necessario.

I proclami in tv, i preannunci di chiusure totali…non fanno una politica sanitaria, ed è questa che è urgentissima.

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3 commenti

  1. Su un punto soprattutto sono d’accordo. È un Consiglio fatto soprattutto da persone. La campagna elettorale più che mai è stata fatta a titolo individuale. Anche con la partecipazione di ottime persone, con una storia e una personalità sicura.ente apprezzabili (per lo più non elette), ma il voto è stato alle persone. Ne derivano i problemi e i rischi evidenziati nell’articolo. Sul ‘che fare?’ sono d’accordo con le tematiche individuate. Come procedere? Complicato. Ci vuole un colpo d’ala..

  2. L’azzeramento è della Storia e non solo del P.C.I – la Politica non è più una prerogativa dei Partiti, che non esistono più, ma dei singoli soggetti che animano il territorio. E’ necessario che i singoli vivano le problematiche del territorio . Per la Sanità sono tematiche o meglio richieste da porre nelle sedi opportune.

  3. Rileggere oggi, 5 ottobre, questo articolo letto già alcuni giorni fa diventa ancora più incisivo per capire quanto è contraddittorio e complesso il presente in Campania : in questi ultimi giorni si delinea un ulteriore aggravarsi di problematiche e fatti anticipati.
    La buona fortuna serve insieme alla massima prudenza responsabile.

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