Un folto numero di ingegneri, ricercatori, giuristi, innovatori digitali e docenti universitari ha prodotto un appello estremamente importante rivolto al Governo Italiano su questa vicenda delle tecnologie di tracciamento individuale. Tutte le realtà politiche, sociali e di movimento dovrebbero farlo proprio ( vedi intervento dello stesso autore del 22 aprile. n.d.r.).

Il documento è interessante, va in profondità su diversi aspetti tecnici, giuridici e politici che destano preoccupazione e segnalano proposte importanti. Segnala che in Europa esiste un diritto alla protezione dei dati personali e varie normative che lo disciplinano tra cui il GDPR e successive normative, che disciplinano anche questi casi straordinari.

Innanzitutto le preoccupazioni:

🔴 che si insinuino interessi che hanno priorità diverse da quella della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.

🔴 aspetti tecnici sul modello tecnologico e sanitario prescelto e del software che non sono ancora stati sufficientemente chiariti (geolocalizzazione e sistema centralizzato).

Sulle proposte anche qui una luce rispetto ad un dibattito scadente e poco qualificato:

🔴VOLONTARIETÀ – La collaborazione e la responsabilizzazione dei cittadini è fondamentale. L’uso dell’app dovrà esser volontario e libero: nessuna limitazione o discriminazione potrà essere determinata dal mancato utilizzo dell’”app”

🔴 UNA SOLA APP; UNA SOLA FINALITÀ; PER IL TEMPO STRETTAMENTE NECESSARIO – Nel rispetto dei principi di privacy e di “security by design”, limitazione delle finalità, minimizzazione e limitazione della conservazione dei dati. Dovrà esser escluso il trattamento di dati di geolocalizzazione ed i dati dovranno essere tutti cancellati al termine del periodo di utilità degli stessi ai fini della ricostruzione del contagio.

🔴 TRASPARENZE, VERIFICABILITÀ E SICUREZZA – l software delle tecnologie da adottare deve essere disponibile pubblicamente, con il codice sorgente completo e con licenza di software libero, e quindi liberamente verificabile da parte di chiunque e deve rispettare i più alti standard di sicurezza informatica.

🔴ADOTTARE TECNOLOGIE E APPROCCI DECENTRALIZZATI
La memorizzazione dei dati deve essere completamente decentralizzata. I dati, opportunamente protetti con sistemi di anonimizzazione. La soluzione decentralizzata risponde appieno all’esigenza, propria dell’intera normativa a protezione dei dati, di lasciare ai cittadini il controllo sulle loro informazioni personali. È un elemento fondamentale che può agevolare la fiducia e la collaborazione e sottrae a qualsivoglia autorità


Decideremo anche da questi passaggi il nuovo rapporto tra cittadini e Stato. Insomma la politica dovrà decidere se siamo in grado di utilizzare la tecnologia per proteggerci e migliorare le nostre esistenze o se attratti dal potere dall’accesso ai dati personali della popolazione (in particolare i dati sanitari), l’emergenza diventerà, come accaduto spesso in passato, un modo creare e rafforzare poteri che attraverso la sorveglianza rischiano di annullare la dignità della persona e di svuotare le libertà civili e sociali.

Speriamo si prenda questa questione con molta serietà.


Naturalmente la riflessione è contingentata al dibattito attuale sulla cosiddetta app Immuni. Il lavoro politico che bisognerebbe fare con prospettiva e visione consiste nella costruzione di una infrastruttura pubblica digitale in grado di realizzare e connettere nuovi servizi ed energie per le comunità territoriali attraverso banche dati decentralizzate e una seria politica di regolazione ed espropriazione a fine pubblico dei data e dei bigdata delle multinazionali utili a promuovere uno nuovo sviluppo cooperativo sul welfare di prossimità, la mobilità intelligente, l’accesso alla cultura e alla rete per tutti. Innovazione sociali e digitali non sono mai state così in grado di portare un cambiamento profondo nelle comunità.

É il momento di invertire il punto di vista.

Mariano Di Palma

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