Non eravamo noi i folli nell’intraprendere il percorso di Rigenera con tante Associazioni e movimenti protagonisti; nel reclamare la messa al centro della politica campana di una strategia tesa a realizzare progressivi ma certi livelli di giustizia sociale e ambientale: le due cose sono intimamente connesse. Se non si guarda alla giustizia sociale, la conversione ecologica diventa un fatto meramente tecnologico e, alla lunga, non risolvibile senza mettere in discussione i modelli di organizzazione della società e dell’economia fondati su mercato, esasperazione p4roduttivistica e profitto finanziarizzato. Se non si guarda alla giustizia ambientale, la giustizia sociale rimane priva di un suo contenuto esplicativo fondamentale che si lega al diritto alla salute, ad una elevata qualità della vita, ad un paesaggio non violato mentre in ogni caso gli effetti della crisi climatica se è vero che mettono in discussione tutti, di sicuro lo fanno in primo luogo e nell’immediato con le fasce più deboli della popolazione.

Non eravamo noi i folli eppure così visti dalla stragrande maggioranza dei governanti campani, di maggioranza e di opposizione e infatti, alla Proposta di Iniziativa Popolare Rigenera, che pure aveva aperto uno spaccato forte di partecipazione e elaborazione programmatica lanciata tra i loro piedi, lorsignori non hanno dedicato più di una alzata di sopracciglio: troppo impegnati nelle loro mene che hanno altre priorità, altre modalità e altre soggettività sociali in testa, largamente agli antipodi di quella svolta di cui la Campania ha bisogno.

Non crediamo che i problemi politici si risolvano con l’azione della magistratura. Rimaniamo convinti che sia una politica incapace di assolvere alla propria funzione che ha aperto spazi enormi , da un lato ad una funzione supplente della magistratura e, dall’altro lato a quella rivolta antipolitica che ha ulteriormente aggravato la situazione.

Eppure dovremo valutare, oltre alla Lettera inviata al Presidente della Repubblica che denuncia la palese violazione dello Statuto da parte del Consiglio Regionale, se non sussistano le condizioni per intraprendere altre iniziative a livello giudiziario.

Eppure ci siamo visti costretti a denunciare alla magistratura, precisamente alla Procura della Repubblica di Nola, l’inazione colpevole di tutti i livelli istituzionali – nazionali, regionali e locali – di fronte agli effetti evidentissimi sulla salute umana di livelli inusitati di inquinamento dell’aria nella Piana Campania lo scorso 10 ottobre: e sarà il caso di tornare in Procura per verificare se e cosa a quella denuncia è seguito.

E sui Regi Lagni ci abbiamo perfino scritto un piccolo ma vibrante libro di denuncia, che sta continuando il suo percorso di discussione e confronto, da ultimo in due momenti di grande valore anche emblematico della scorsa settimana mentre altri se ne preannunciano: in quella Caivano, al centro di una delle più grandi operazioni mediatiche da parte del Governo nazionale nel mentre quello stesso Governo smantellava ogni politica ambientale per quel territorio, e a Capua, con il Sindaco di quella città, il suo Arcivescovo, le Associazioni della Carta di Carditello e del movimento Stop Biocidio, a denunciare la smobilitazione, anche da parte della Regione Campania, nei confronti di un Progetto, quello Regi Lagni da Terra dei Fuochi a Giardino D’Europa, che sta lì, nella sua monumentale concretezza e nella sua non meno monumentale testimonianza, al momento, di insipienza delle classi dirigenti campane.

E’ in questo contesto che arriva la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, nella sua evidenza e forza che condanna l’Italia e il suo Governo per non sapere, ancora ora, fronteggiare la grave situazione ambientale della Piana Campana che obiettivamente espone i suoi cittadini, la loro salute, il loro futuro.

E allora è da qui che occorrerà ripartire rilanciando l’intera mobilitazione, anche in vista delle prossime e vicine elezioni regionali, anche per provare a smuovere la palude attuale del confronto politico e rimettere al centro i grandi contenuti del futuro.

Il prossimo 4 febbraio il Movimento Rigenera si riunisce esattamente per rilanciare tutta la sua iniziativa: e ve ne è un gran bisogno.

Gianfranco Nappi

p.s. Mi fa piacere segnalare alcuni appuntamenti ulteriori e vicini nei quali i temi di Rigenera e della sua battaglia torneranno con grande forza e nei quali potrà proseguire un confronto collettivo.

Il 6 febbraio si presenta a Caserta il mio ultimo lavoro Agroecologia che poi sarà in presentazione a Portici, al Collegamento Campano contro le Camorre il successivo 19 febbraio.

Il 16 febbraio invece ad Afragola, grazie all’iniziativa di Vittorio Mazzone e delle Associazioni del territorio le principali forze politiche saranno chiamate a confronto proprio intorno alle priorità di iniziativa ambientale e di conversione ecologica. Tra gli altri intervengono Roberto Fico, Sandro Ruotolo, Elena Coccia.

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