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Il video della presentazione su Radio Radicale

https://www.radioradicale.it/scheda/716064/presentazione-dello-speciale-infinitimondi-322023-dedicato-a-pietro-ingrao

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La Repubblica Napoli di martedì 19 dicembre con l’Articolo di presentazione di Gianfranco Nappi

Pietro Ingrao e Eduardo De Filippo. Pietro Ingrao e l’Alfasud e i suoi operai. Pietro Ingrao e le lotte contadine del Mezzogiorno. Pietro Ingrao, con Maurizio Valenzi, a casa dei genitori di Claudio Miccoli barbaramente ucciso da fascisti. Pietro Ingrao e la cittadinanza onoraria a Santa Maria Capua Vetere luogo dei suoi studi liceali. Sono solo alcuni dei momenti in cui abbiamo cercato di fermare, in un percorso temporale lungo, il  ragionamento sul suo rapporto con Napoli e il Mezzogiorno.   

Siamo voluti così andare poi ad una riflessione più di fondo sulla sua figura, al suo lascito intellettuale e politico, alla sua attualità: siamo grati al CRS, a Maria Luisa Boccia e ad Alberto Olivetti che hanno voluto concorrere a questo impegno con contributi ancora inediti e riflessioni. E siamo parimenti grati a tutte le altre e a tutti gli altri che, avendolo incrociato in tanti percorsi e momenti, sia nella dinamica nazionale che con riferimento particolare al Mezzogiorno e ai suoi rapporti con la realtà napoletana ci hanno aiutato a completare un profilo tanto ricco e complesso da renderne impossibile ogni semplificazione riduttiva.

Perché Ingrao ci appassiona ancora? Ben oltre la valutazione su singole sue scelte tutte esposte, come per tutti, al vaglio critico.

Perché lo sentiamo straordinariamente vicino?

E’ perché sentiamo nostro quel suo interrogarsi, quella sua ricerca ininterrotta, quella sua curiosità intellettuale, quello sguardo sempre nuovo e sempre critico sulle cose del mondo e del suo vivente umano e non umano, secondo una formula proprio da lui coniata, e che ci parla ancora in modo straordinario in questo tempo di crisi climatica e di bisogno di nuovi modi di organizzare il produrre, il consumare, il vivere delle città.

Anzi, pensiamo che a sinistra si sia compiuto gran danno dismettendo quegli abiti in favore invece della ricerca di nuove, rassicuranti ma del tutto illusorie certezze fuori dal proprio orizzonte di riferimento.

E oggi, che questo tempo ci stringe con tutto il suo portato di crisi e di ansie; in cui il capitalismo vincente si presenta tanto incontrastato quanto assolutamente incapace di dare sbocco alle contraddizioni che esso stesso ha generato e che toccano direttamente il futuro della vita umana sul pianeta, è proprio di un pensiero critico che avvertiamo più il bisogno.

Un pensiero critico che pensando il mondo lo cambi, solleciti l’intelligenza e la fantasia, in forme del tutto inedite, di grandi masse di donne e uomini e ne accresca tutti gli spazi di cura, di cultura nuova, di solidarietà attiva, di comunanza, di liberazione in una visione ricca della società e del cambiamento che rifiuti il primato dell’economico come di ogni potere separato da essa. Del resto la stessa violenza sulle donne e la straordinaria rivoluzione di cui sono protagoniste, ci parla di un urto che già investe tutta la società e che reclama, appunto, un generale nuovo.

Spinto nei territori più avanzati della ricerca umana e sempre legato al proprio popolo: così lo ricordiamo Pietro Ingrao.

E ci sembra di vederlo ancora, quasi novantenne, con il passo lento ma leggero, fendere quelle ali di lavoratori e lavoratrici in quel Circo Massimo del 23 marzo 2002 di una delle più grandi manifestazioni del lavoro della storia della Repubblica. Loro felici di accoglierlo. E forse lui più felice ancora di essere con loro.

Gianfranco Nappi

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Strisciarossa con l’anticipazione da Infinitimondi Speciale, del contributo di Pietro Spataro su Pietyro Ingrao a l’Unità

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