Nel mentre per tutto ieri e per tutto oggi siamo bombardati dalle notizie sulla grande mostra dedicata a Tolkien dell’eccelso ministro della cultura ( Propaganda) e che il cinegiornale pubblico a reti unificate e a tutte le ore ( in aggiunta a quello privato ), ci fa sapere essere stata addirittura vista in anteprima dal capo del governo, che può piacere o meno, i gusti non si discutono, ma che rimane comunque uno scrittore abbastanza ordinario, parallelamente, è di scena l’attacco di Salvini allo sciopero del 17 novembre.

Ovviamente c’è sicuramente a ‘tirare’ lo spirito di competizione che si va accentuando in vista delle Europee, con gli altri alleati di governo e con il capo del governo stesso, tale per cui, programmaticamente, il ministro dei trasporti ha programmaticamente bisogno, almeno ogni 15 giorni, di conquistare i titoli di prima pagina dei giornali e le aperture dei telegiornali…..

Ma crediamo di poter dire che c’è anche altro ed è molto preoccupante.

C’è l’avere individuato nel sindacato, e in particolare nella CGIL, un fronte di tenuta democratica contro le sbandate sempre più ricorrenti del governo: fronte che va colpito, indebolito, spezzato se possibile perchè, molto di più dell’argine politico, che continua a non funzionare, è il vero ostacolo al dispiegarsi del disegno completo del governo. In questo Salvini coglie un punto di verità, non nel senso sciocco della CGIL strumento del PD ( non lo era del PCI, strumento, figurarsi del PD…con tutto il rispetto ovviamente ), ma in quello che lì cìè il punto più alto di resistenza che appunto va messo in discussione.

Perchè, nonostante pure la sua crisi, del sindacato dico, è ancora ancorato in settori consistenti di mondo del lavoro, ha una sua legittimazione che gli viene da questo ancoraggio, e non ha smesso di far sentite la sua voce che disvela dentro la società, esattamente dentro cioè lo spazio che la narrazione del governo vuole conquistare a se’ stabilmente, le contraddizioni di un governo che sempre di più appare esercitare la sua forza con i deboli mentre riserva la sua debolezza e subordinazione ai forti, di cui, e facciamo un solo esempio, i tagli alla sanità sono dimostrazione, come lo è il taglio delle pensioni ai medici del servizio pubblico, dopo la già avvenuta sostanziale eliminazione del reddito di cittadinanza e tutto questo mentre neanche il prelievo delle briciole degli extraprofitti delle banche alla fine il governo è riuscito a confermare…

Colpire il diritto allo sciopero, colpire i sindacati per realizzare appunto l’obiettivo di piegarne influenza e ruolo, aprendo una grande questione sociale e una non meno grande questione democratica che si uniscono a quelle già aperte dallo stesso governo con il disegno di autonomia differenziata e, ora, di riforma costituzionale con elezione diretta del capo del governo e con poteri così forti alla sua maggioranza parlamentare tanto eclatanti ed esorbitanti da par parlare un per altro verso equilibrato costituzionalista come Alberto Lucarelli di prefigurazione di una dittatura della maggioranza.

E’ allora è anche per questo che la mobilitazione sindacale, di CGIL e UIL è importante che riesca e che grandi siano le manifestazioni del lavoro organizzate.

E invece fa sempre più male al cuore vedere questo tran tran ordinario dell’opposizione politica che non riesce a fare altro che a riproporre i propri rituali verbali e verbosi senza una vera iniziativa all’altezza della sfida che la destra ha lanciato.

Certo, non si può non far merito alla Segretaria del PD di aver rimesso in carreggiata di credibilità minima il suo partito – ad onta dei suoi tanti oppositori espliciti e acquattati nell’ombra – e non si può non far merito a Conte di dare concreti segnali di interessi unitari.

Ma il tutto rimane entro il gioco tattico di una politica che non è riuscita ancora a rilanciare in modo alto e a dare vita ad un pensiero nuovo per l’Italia, un grande progetto di risanamento e rinnovamento, di mobilitazione delle sue energie migliori, di giustizia sociale e ambientale.

E dico pensiero perchè è proprio sul terreno delle idee che la destra sta cercando di fare leva sulle insicurezze, sulle incertezze, sulle paure di strati profondi di società di fronte alle insicurezze, incertezze, paure determinate dalla crisi proprio di questo modello di società.

Servirebbe uno scatto, la capacità di lanciare un grande messaggio al paese, di unità e di futuro. Servirebbe appunto una Politica.

E invece, avanti con Sangiuliano e Tolkien….

Gianfranco Nappi

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