Il 18 settembre 2023 è decorso il 15° della strage dei giovani ghanesi a Castel Volturno in località
Ischitella,
uno degli episodi più feroci di violenza terrorista e razzista, che ha contrassegnato
la storia dei migranti nell’area domiziana. Nella stessa serata venne eliminato anche Antonio
Celiento, che gestiva una sala giochi a Baia Verde.
Negli anni precedenti una lunga scia di sangue e di violenze aveva caratterizzato questa realtà.
Basti pensare all’eccidio di Jerry Essan Masslo, un giovane esule sudafricano che lavorava nei
campi per la raccolta del pomodoro a Villa Literno. In quella fase egli divenne un
simbolo del movimento per i diritti e per la pari dignità. Un altro evento tragico si ebbe in quel
periodo con la strage di Pescopagano nella zona Destra avvenuta il 24 aprile 1990 davanti
al bar “Centro” della frazione di  Pescopagano  nel comune di  Mondragone . La mattanza fu
causata dall’obiettivo di bloccare per conto del boss Antonio Bardellino la vendita di droga
nella zona tra  Castel Volturno  e  Mondragone , da un conflitto interno tra le due principali
organizzazioni malavitose del posto, il clan La Torre [4] , che gestiva da anni l’intero territorio, e
i casalesi. Nell’agguato al bar “Centro” morirono due persone, Naj Man Fiugy e Alfonso
Romano; e sei rimasero ferite. Subito dopo il gruppo di fuoco uccise tre stranieri africani:
Haroub Saidi Ally, Ally Khalifan Khanshi, Hamdy Salim; a bordo di una Fiat 127 parcheggiata
vicino all’esercizio commerciale e ferì il quarto occupante della vettura. Tra i morti ed i feriti
anche tre innocenti: Alfonso Romano, un imbianchino che stava bevendo una birra e che nei
giorni precedenti – comparso in un filmato della Rai – aveva chiesto la testa degli
extracomunitari; un ragazzo di 14 anni, Francesco Bocchetti, ferito gravemente alla spina
dorsale e poi rimasto paralizzato, si era trattenuto al bar per tenere compagnia al padre il
gestore del locale e Naj Man Fiugy, un ragazzo iraniano venuto al bar per farsi una partita al
billiardo.
In piazza Annunziata una rete di associazioni (Castel Volturno Solidale, Caritas, CSA EX
Canapificio, Missionari Comboniani, Movimento Migranti, Ass. Black and White con Libera) ha
ricordato questo episodio con una manifestazione dal titolo “Quel sangue non muore”, con la
partecipazione degli studenti dell’istituto Comprensivo Garibaldi. A seguire al km 43 di
Ischitella, sul luogo della strage, vi è stata una assemblea laica ed interreligiosa con omaggio
floreale sotto la scultura che ricorda le vittime della sparatoria.
Si collega a questi fatti tragici anche la vicenda di una donna eccezionale, anc’essa di origine
sudafricana: Miriam Makeba, nota in tutto il mondo come Mama Africa, la quale perse la vita
qui a Castel Volturno in una fredda ed umida serata di novembre del 2008, alla fine di un
concerto di solidarietà in ricordo dei 6 giovani ghanesi massacrati dalla camorra in un
casolare sulla Domiziana. A sua memoria c’è un cippo nella piazza di Baia Verde (eretto dalla
Regione Campania, a poca distanza da un altro monumento emblematico, quello dedicato a
Mimmo Noviello, anche lui imprenditore, vittima innocente di camorra).


Occorre fermarsi davanti al monumento dedicato a Miriam Makeba, la cantante sudafricana,
morta proprio a Castel Volturno
, al termine di un concerto dedicato allo scrittore minacciato
dalla camorra, Roberto Saviano, e alle vittime della cosiddetta strage di Castel Volturno,
l’eccidio di sei immigrati ghanesi compiuto dei Casalesi di Giuseppe Setola, il 18 settembre
2008. Tutti a Castel Volturno si ricordano quel concerto, la rabbia che aveva provocato quella
strage ai danni di ragazzi molto giovani, nessuno di loro era implicato in questioni criminali. Il
monumento a Makeba è spesso circondato dalle erbacce e si vede a fatica dalla strada, come la
memoria delle lotte che hanno portato a conquistare i diritti dei lavoratori stranieri in questo
territorio, una memoria che sembra dimenticata. Queste date non possono cadere nel
dimenticatoio. Si tratta di eventi simbolici per la lotta dei diritti nel nostro Paese. Per questi
motivi come rete delle Piazze dei Saperi e dei Colori abbiamo partecipato alla manifestazione
in memoria del 15 anniversario della strage, tenuta nella piazza di Castel Volturno promossa
da un ampio partenariato istituzionale e di associazioni.

Il 25 settembre invece nella sala del Cidis di Caserta presenteremo il libro di Francesco Dandolo (Comunità di San Egidio) dal titolo “Tracce, storia dei migranti in Campania”, Iod Edizioni.

Infine, organizzeremo un concerto multietnico, a cui inviteremo vari artisti di valore, come la cantante angolana erede di Mamma Africa – che terremo nel Centro Fernandes il 9 novembre 2023 in occasione
del 15° anniversario della scomparsa di Miriam Makeba. In questo modo, attraverso il
linguaggio universale della musica, si può ripartire con la cultura anche in terre difficili, piene
di problemi e di contraddizioni, come quelle della costiera domiziana, per far vivere e
diffondere tra le nostre comunità i principi ed i valori costituzionali dell’accoglienza e della
convivenza tra popoli diversi, della solidarietà umana e della coesione sociale.
Per questa via possiamo rilanciare la lotta contro ogni forma di violenza e di razzismo:
potremo costruire un dialogo e creare ponti tra culture ed etnie, anche per fare in modo he la
diversità diventi una opportunità per lo sviluppo locale, che sempre più si deve basare su una
partecipazione consapevole e su forme innovative di cittadinanza democratica.

Pasquale Iorio

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