Ricordare Nicola Vetrano ci riporta  indietro  sulla strada che abbiamo percorso nella speranza di cambiamento tra gli anni 80 e la fine del secolo scorso. L’ho incontrato agli inizi  degli anni 90, a Napoli, in via Stella, nella  storica sede della nuova sinistra napoletana, nella costruzione di Rifondazione Comunista; lui proveniva dalla Federazione Giovanile Comunista Italiana e io da Democrazia Proletaria.  

La morte di Nicola Vetrano è una perdita prima di tutto umana, perché, al di là delle qualità culturali – profondo conoscitore della storia – era persona che riusciva a dedicarsi generosamente agli altri, ai più deboli, fino al punto di trascurare sé stesso o nascondere i propri acciacchi più personali. Era un manovale di quella  politica  costruita dal basso e non perdeva mai il contatto con la base e  con le istanze di prossimità.

Animatore del Circolo del PRC di San Carlo all’Arena, Nicola scelse di dare il contributo in un’area politica del PRC che faceva riferimento al segretario Fausto Bertinotti. Mi ricordo le lunghe riunioni a casa dell’avvocato Antonio Gioia, con Mattia Montanile,  Peppe Cerasuolo e tanti altri compagni.  Si tentava, con quelle discussioni,  di non far normalizzare la federazione napoletana del partito nel gioco delle correnti che miravano a dividersi la presenza in Parlamento  a discapito dell’iniziativa politica e dell’ esperienze di base.

L’azione di Nicola ha fatto nascere, insieme al compianto  Francesco Ruotolo, un  Circolo del PRC alla Sanità un  quartiere complesso del centro della città, dove  è venuto in contatto con le comunità di stranieri offrendo a loro in modo gratuito l’assistenza legale e iniziando a collaborare con le associazioni per la difesa dei consumatori. La sua disponibilità a discutere dei conflitti e dei cambiamenti geopolitici era illimitata.

Il suo impegno in Rifondazione  si è concluso intorno al 2018. Dal 2019 ha aderito al Movimento 5 Stelle perché era convinto che tanti obiettivi per cui si era battuto, prima nella FGCI e poi nel PRC, trovassero cittadinanza nel M5S. Negli ultimi tempi era soddisfatto  per il suo recente e rinnovato impegno su più fronti, che portava avanti  con  la straordinaria energia di sempre.

Nicola Vetrano raccoglieva nel suo agire quotidiano l’essenza del credente,  del  comunista non ortodosso. La sua vita è un esempio di umanizzazione di cui tutti dovremmo fare tesoro.

 Giuliano Pennacchio

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