Donne; donne giovani , donne anziane, donne dolci, donne possenti, donne fragili, donne diverse, donne con la voglia di amare ed essere amate. Donne; silenziose , spaventate, turbare, assalite, donne violentate, uccise, donne senza veli, senza paura, donne che …
vogliono vivere, sognano la vita, l’allegria, l’amore, i figli, l’avventura, l’ autonomia, la volontà di volare oltre l’infinito, solo per dire esisto, sono viva, posso amare, curare, leggere, capire, discernere, impormi, reagire, regalare un sogno, una speranza, ad un altra donna. Libera di volare là dove il cielo è sempre più blu, ma essere, anche, pienamente nello spazio e nel tempo terreno. Una vita dell’impegno per il mondo, linfa vitale di ogni civiltà , rotta dal suono struggente dell’ indifferenza, dell egoismo, della crudeltà che uccide, dilaga, rende inutile tutti gli sforzi di civiltà.
Segno di un tempo volgare, scomposto, sdrucciolevole, dove la vita non ha senso, la nascita, non ha sentimento. Si gioca con la morte …come se si giocasse con la vita, una tragedia inaudita spesso sotto gli occhi inermi di giovani angeli custodi. Perché cotanta violenza? Cosa impedisce a un uomo di liberarsi delle sue ossessioni e cosa blocca una donna in una gabbia lurida e sporca di sevizie umane?
Risposte a cui non si riesce a dare una lucida ed esaustiva argomentazione. Sono, pazzi, ossessionati, visionari, ribelli, incapaci di amare, violenti ballerini di morte, vivono spesso una doppia tripla vita, ma sempre consci del loro peccato, che gli attanaglia al punto tale di sbarazzarsi del disturbo, ossessivo convulsivo, che hanno, ma che sanno nascondere bene, spesso sotto la veste di agnelli indifesi, privi di qualsiasi sospetto, eppure colpevoli, di efferati omicidi.
E noi che proviamo a difenderci, a dare risposte, ad aiutare le altre donne, con sorellanza affetto, ma anche con determinazione, con strumenti, che possono fare ben poco, se non decidi lei stessa, di liberarsi dalla violenza, psicologica e poi fisica, che un uomo è capace, ancora oggi, di esercitare su di essa.
Basta solo questo, assolutamente no!


Come, inasprire le condanne, non serve a ridare la vita alle tantissime donne, che ogni anno perdono la vita.
Eppure, in questa direzione, si sta incanalando il governo, incapace di programmare e distribuire gli strumenti necessari, per arrivare prima che il sangue si versi inutilmente…
Si, il sangue versato, che ricopre le coscienze di ognuno di noi, che non vuol vedere, non vuol sentire, imprigionato nelle logiche di un presente e futuro futile inutile, in cui spesso si cade maneggiando i nuovi social, che raccontano la dicotomia di quello che accade, tutto bellissimo o tutto bruttissimo, lasciando un segno indelebile di una società che non può funziona così , ma è molto più complessa ed argomentata, che avrebbe bisogno di uno studio approfondito e capillare, per capire il perché di tanti femminicidi così efferati, e anche perché la vita umana, non è più un valore da preservare, ma una oggetto da sbarazzarsene, senza nessun pudore e nessun rimpianto.
Ecco che la sociologia, la psicologia, la psichiatria e la filosofia potrebbero venirci incontro, accudendo le nostre anime e formando giovani capaci di amare e sentimentalmente avvezzi alla cura, all’amore, che si dovrebbe insegnare da piccolini a partire dalle famiglie a finire nelle scuole. Progettare percorsi formativi per ragazzi e giovani e a loro dare gli strumenti per riconoscere l’amore, per distribuire felicità, per comprendere la vita e infine il rispetto per l’ altro sesso.
Questo è il percorso più difficile, ma è quello che premia di più, ed anche quello sempre battuto dalla sinistra. Fa scendere il numero delle vittime, educando al sentimento e alla non violenza e poi il rafforzamento dei centri antiviolenza, dei consultori e di tutti quegli organi preposti a fare in modo che una donna sia libera di denunciare e di essere poi protetta, non come avviene oggi che nessuno si prende carico del denunciante, che è parte lesa e probabile vittima.


C’è molto da fare e non ci sono leggi che tengono. Solo educando si può cambiare il mondo! Io non mi arrendo e sono certa neanche voi, con me!
Sempre dalla parte delle donne, fin quando la donna non avrà la propria libertà, e quindi un lavoro e una parità salariale uguale all’uomo, fin quando ci saranno donne che decideranno di avere figli e quelle che per fare carriera, rinunceranno, noi ci saremo sempre, sempre dalla stessa parte, di chi soffre e sente la sofferenza di abitare al sud e solo per questo discriminata, perché donna, insomma ci vuole un cambio culturale, sociale ed educativo, che bilanci i sessi e i ruoli, identifichi la madre, come donna e viceversa e l’uomo come tale ma senza sminuire un ruolo femminile, importante e fondamentale per la continuazione della specie umana, che attualmente viene messa in crisi, dalle scarse nascite e da una società, sempre più individualista e presa dalla carriera e non dalla famiglia.
C’è tanto da ricostruire moralmente e socialmente, che solo unite, possiamo trovare la strada maestra e aiutare le nostre donne a reagire contro chi vuole reprimere la loro autonomia e quindi la loro libertà!

Unite sempre per la libertà!

Maria Luisa Faella

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