Faccio ancora difficoltà a pensare che Nuccio Ordine non ci sia più, che non arrivino più le sue telefonate, che non ci rivedremo, che non continueremo a progettare insieme. Amico sincero. Intellettuale che ha fatto onore al Mezzogiorno e all’Italia. Che ha contribuito a promuovere la conoscenza e lo studio di e su Giordano Bruno e sulla cultura italiana tutta nel Mondo. Con tante soddisfazioni ricevute e raccolte meritatamente e con giusto orgoglio ( dalla Legion d’Onore all’ultimo prestigioso Premio Principessa delle Asturie di non più di un mese fa…mi aveva chiamato per socializzare una gioia incontenibile ). Mai parte del salottismo che accomuna tante esperienze culturali al peggior capitalismo nostrano. Un intellettuale militante. Sempre. Un ragazzo del Sud che, come tanti altri, come quasi sempre, ha dovuto moltiplicare l’impegno per rendere evidente il valore di un percorso.

A un certo punto della sua vita si è incontrato con Gerardo Marotta e con l’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli è cresciuto in consapevolezza e dimensione culturale in un rapporto quasi filiale con il grande Avvocato napoletano.

E proprio su questo avrà Nuccio modo di tornare il 28 gennaio del 2017 quando di fronte alla bara di Gerardo Marotta, nella cerimonia laica di saluto, intervenendo all’Istituto dopo Massimiliano Marotta, Francesco Paolo Casavola e il mai ricordato abbastanza Gianni Ferrara, per parlare del suo Maestro appena scomparso dice tra l’altro: …” Molti di noi venivano a Napoli nel suo Istituto da realtà difficili: case senza libri, genitori che avevano solo la licenza media, paesi senza biblioteche, senza librerie, senza teatri. Lui ci ha accolti e ci ha fatto capire cosa fosse la gioia di imparare, la fierezza di combattere contro l’ingiustizia…”.

L’avevo conosciuto proprio grazie a Gerardo Marotta – con cui avevo costruito un rapporto intenso dal 1987 quando appena arrivato in Parlamento, quasi spaesato, con la pattuglia della Nuova FGCI di Pietro Folena, mi misuravo con il lavoro sul dopo terremoto, su fatti su cui il rigoroso lavoro nella Commissione d’Inchiesta condotto tra gli altri da Michele D’Ambrosio avrebbe fatto emergere responsabilità gravissime nello sperpero di risorse pubbliche, e incrociai la battaglia proprio di Gerardo contro strumenti concessori che poi sarebbero dilagati nei lavori pubblici e all’origine di tanti fenomeni negativi con cui ancora oggi ci misuriamo e con quella mano libera all’impresa che, con questo governo di sicuro non amico del lavoro, ha raggiunto il diapason con ampliamento dei limiti per le trattative private e la teoria infinita di subappalti legalizzati…

Nel 2004 a Nola ci fu un Convegno su Giordano Bruno. La peculiarità del fatto fu che a promuoverlo fu un Partito, quello dei Democratici di Sinistra. Questo è il manifesto che campeggia ancora oggi alle mie spalle nell’ufficio di lavoro di Città della Scienza: e ovviamente, su suggerimento di Gerardo, c’era Nuccio, con Aldo Masullo, Gino De Giovanni, Pasquale Giustiniano.

Giordano Bruno è stata la sua passione. Di più.

Come ha scritto Roberto Saviano nel suo addolorato post : ” Nuccio era Giordano Bruno. Non studiava Bruno, ma era Bruno. Ne assumeva la voce, aveva l’occhio della sua mente e lo insegnava come nessuno al mondo. Si trasformava in asino come l’animale amato da Bruno, resistente, fermo, paziente e ostinato.

Vent’anni quasi di rapporti, di cose costruite insieme, di ragionamenti, di amicizia, di chiacchiere davanti a un ‘pescetto’ e a un bicchiere di vino…

Come nel 2009 con la Biennale Bruniana che volemmo come Governo regionale a Nola e a cui lui diede timbro e spessore con il lavoro della neocostituita Fondazione presieduta da Michele Mezza, repentinamente affossata dopo il 2010, e proprio Michele ora, ricordando Nuccio, ha scritto:

Si aprì un cantiere che poteva produrre scienza e coscienza per i giovani nolani e italiani ma che fu subito frenato dall’indifferenza e ancora oggi langue nell’ostilità di cui sostiene ” io non lo so fare ma non lo devi fare nemmeno tu” . Nuccio come sempre disprezzo e passo oltre costringendo il mondo ad occuparsi delle sue irrequiete e irriducibili riflessioni. Ora dovremmo ridurre il dolore e il disagio della sua assenza parlando con la sua eredità che ancora per molto ci aiuterà a non essere sudditi in questa vita contesa dal sapere dominante.

Come nella due giorni che organizzammo insieme il 17 e 18 febbraio 2017 proprio con Città della Scienza, con Pietro Greco, con la Federico II e il Rettore Gaetano Manfredi, il Comune di Nola: due giorni con tutti gli studiosi che nel mondo leggevano e traducevano Bruno, per iniziativa sua, tutti insieme a Nola e a Napoli: dal Brasile alla Cina, dalla Spagna alla Russia passando per Polonia, Bulgaria, Francia. Un’esperienza straordinaria nella quale grande fu anche il contributo, e come poteva essere diversamente, di Aldo Masullo.

Come fin dalla nascita di Infinitimondi.

Come nell’evento costruito con Università dell’Uguaglianza nell’ambito del Progetto dedicato a Giordano Bruno costruito da Infinitimondi con Federico II, Liceo Albertini di Nola, Piero Bevilacqua, Lello Serao, Anna Masecchia che portò, tra le altre cose, alla sua Lectio, pur in piena pandemia, a Via Porta di Massa a Napoli il 27 maggio del 2021. Qui, grazie alle riprese di Videonola le immagini di quella intensa mattinata. Dal canale youtube di Infinitimondi:

E infatti Pietro Folena, ricordandolo, fa riferimento proprio a quella occasione:

Con l’Università dell’Uguaglianza tenne due anni fa, in piena pandemia, una splendida lezione su Giordano Bruno. E dalle pagine del Corriere della Sera sosteneva posizioni coraggiose e controcorrente per affermare una nuova visione della scuola e dell’Università pubbliche nell’era della comunicazione digitale. Avevamo tanti progetti da discutere e da portare avanti. Proveremo a farlo, anche in tuo nome, Nuccio, facendo conoscere la tua opera.

Ci siamo visti l’ultima volta a fine marzo a Nola per il Certame Bruniano, alla sua Lectio al Museo Storico Archeologico, vero polmone culturale del territorio grazie al lavoro del suo Direttore Giacomo Franzese, e poi la sera, in una riposante cena insieme ad un ristretto gruppo di amici ai piedi della Collina di Cicala: il Comune di Nola l’aveva voluto presidente della Commissione di valutazione del Premio che nasce da una ormai antica collaborazione tra l’Associazione Meridies e il Liceo Classico Carducci.

Era contento. Ma anche stanco dei suoi molteplici impegni. E però, sempre entusiasta del suo lavoro.

Stavamo lavorando con l’Amministrazione comunale di Nola a dargli il riconoscimento morale a cui lui teneva tanto: la possibilità di vedere riconosciuto sotto forma di cittadinanza onoraria il suo legame strettissimo con Nola, Giordano Bruno, una intera comunità. A dire il vero questa cittadinanza avrebbe onorato la città di Nola. Non so se esiste l’istituto della cittadinanza onoraria alla memoria: credo che almeno questo gli sia dovuto.

E poi c’era il Progetto a cui teneva più di tutti: il Centro Internazionale di Studi Telesiani, Bruniani e Campanelliani che sta raccogliendo in Calabria tutte le edizioni possibili delle opere degli Autori e che lui avrebbe voluto intimamente connesso alla realtà nolana e napoletana.

E allora, anche qui, c’è qualcosa che si può fare per continuare il suo straordinario impegno, è l’appello che rivolgiamo al Sindaco di Nola, Carlo Buonauro, e al Sindaco della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi, peraltro suo caro amico: formalizzare l’adesione e il contributo dei rispettivi livelli istituzionali al Centro Studi che è un altro dei grandi regali che Nucio lascia anche ai Nolani e ai Napoletani

Troveremo il modo, almeno tra quelli che hanno avuto la fortuna di incrociarlo nei loro percorsi qui, tra Nola e Napoli, per ricordarlo nel modo che merita. Lo faremo. Ora avverto spazio solo per un dolore profondo e per un sentimento di vicinanza alla sua famiglia, alla sua mamma, a sua sorella, a Rosalia. Ciao Nuccio.

Gianfranco Nappi

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1 commento

  1. Nuccio Ordine,un vero erede della filosofia di Giordano Bruno,un divulgatore dell’utile insegnamento delle “cose inutili”,come soleva dire in un suo bel libro il ragazzo del sud.

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