Beppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Vincenzo Vita, Presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, con l’intervento dell’Autrice del libro animeranno il confronto su questo lavoro importante. Tutti ospiti del circolo ILVA di Bagnoli con i suoi Vittorio Attanasio e Gugliemo Santoro.

Interessanti poi nel libro alcune pagine, sulle carte svelate da Assange, su un passaggio delicato della vicenda dei rifiuti a Napoli sulla quale davvero non si smette mai di imparare e dalle quali emergono le tante partite che probabilmente in quel tempo si sono aperte sulla pelle della città.

Infinitimondi organizza questa presentazione nel quadro della campagna LA MIA VOCE PER ASSANGE.

Di seguito la presentazione della campagna con un articolo di Vincenzo Vita


Si è tenuta a Roma,nei giorni scorsi, presso la sede della federazione nazionale della
stampa, la presentazione della campagna «La mia voce per Assange»,
curata dall’omonimo comitato formato al momento da Paolo Benvenuti,
Daniele Costantini, Marianella Diaz, Flavia Donati, Giuseppe Gaudino,
Laura Morante, Armando Spataro, Grazia Tuzi (coordinatrice) e chi scrive.
L’iniziativa ha avuto come riferimenti la stessa Fnsi, l’Associazione degli
autori cinematografici, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e
democratico, Free Assange Italia. Era presente Transfom Italia.
E tre testate -il manifesto, Avvenire e il Fatto Quotidiano- daranno
appoggio attivo all’attività.
Sono stati mostrati alcuni dei 79 video di testimonianza fatti da
personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Il materiale è
visibile sul canale Youtube del comitato e l’intera conferenza si può
rintracciare sulla pagina Facebook della Fnsi.
Tutto partì dall’appello contro l’estradizione del fondatore di WikiLeaks
lanciato dal premio Nobel per la Pace Pérez Esquivel e ampiamente
sottoscritto. I messaggi audiovisivi rappresentano un mosaico assai
interessante di presenze di voci: da Marriead Corrigan pure premio
Nobel, al Pulitzer Ewen MacAskill, all’avvocato dei diritti umani e
commentatore di The Guardian, a Davide Dormino, a Giuseppe Giulietti, a
Riccardo Iacona, a Gad Lerner, a Gianni Marilotti animatore di iniziative
importanti al senato; Ken Loach, John Malkovich, Peter Stein, Maddalena
Crippa, Giuliana De Sio, Ginevra Bompiani, Marco Paolini, Stefania Casini,
Valerio Magrelli, Fiorella Mannoia, Piero Pelù, Marco Bellocchio, Sergio
Castellitto, Carlo Petrini, Daniela Poggi, Domenico Gallo, Luciana
Castellina, Moni Ovadia, Giovanni Veronesi, Gianrico Carofiglio, Gianni
Tognoni segretario generale del Tribunale permanente dei popoli,
Sarantis Thanopulos presidente della Società psicoanalitica italiana,
Corinne Vella Head of media della fondazione intitolata a Daphne
Caruana Galizia. La lista è lunga e comprende coloro che hanno parlato
alla conferenza stampa.

Innanzitutto Stefania Maurizi, che da tredici anni segue la vicenda. La
giornalista e scrittrice (è in uscita l’edizione in lingua inglese del suo testo
Il potere segreto) ha raccontato i kafkiani passaggi di una tragedia
shakespeariana il cui esito presunto potrebbe essere rovesciato da un
nuovo clima di opinione. Assange e WikiLeakds hanno fatto un lavoro
enorme di scandaglio nelle aree oscure delle guerre e dei crimini di stato,
pur nel rispetto della segretezza delle fonti e delle aree sensibili,
dell’incolumità delle figure evocate nei lanci delle notizie, del dovere di
informare se si hanno notizie di interesse pubblico (Carlo Bartoli). Grande
è la delusione per il comportamento delle democrazie anglosassoni, pur
evocate come patrie dei diritti liberali e appoggio ad una campagna di
chiarificazione così importante (Armando Spataro). Disagio per la scelta
oscurantista di fare di Assange il capro espiatorio e la vittima sacrificale di
politiche guerrafondaie (dall’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia) e ciniche
(Alberto Negri). Necessità di unire alla mobilitazione necessaria l’impegno
nel processo con argomenti solidi e puntuali (Riccardo Noury).
Ma è emerso il retrogusto amaro delle disattenzioni, delle colpevoli
omissioni, delle volute falsità propagate (ad esempio sul presunto
rapporto con la Russia, del resto escluso dal procuratore speciale Robert
Muller) per costruire l’immagine di un nemico pubblico per di più in odore
di spionaggio. Oltre a Negri sull’argomento ha parlato con efficacia il
direttore di Avvenire Marco Tarquinio, che ha collegato la lotta specifica a
quella generale per la pace. Sul tema ha parlato, poi, Gianni Barbacetto,
sarcastico e critico verso tanta parte dello stesso giornalismo ufficiale che
si è voltato dall’altra parte.
Aderiscono alla campagna la rivista Left, che con la testata online
Presenza ha organizzato la 24 ore di mobilitazione internazionale
tenutasi lo scorso sabato. E in quella sede Patrick Boylan suggerì di
coordinare i vari comitati nati in questi anni, cui ieri ha dato voce – per
Free Assange Italia- Marianella Diaz.
Si entra, dunque, in una fase nuova, in cui – secondo Noury- si intravvede
qualche luce.

Vincenzo Vita

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