di Gianfranco Nappi

Il Professor Marco Plutino, pieno nativo democratico, ha gettato la spugna e con un lungo e argomentato post su FB ha annunciato al Segretario del PD Enrico Letta la sua scelta di non rinnovare l’adesione al PD anche in ragione della situazione che si viene a determinare per la prima volta nella storia delle Repubblica : padre e figlio sono insieme grandi elettori del nuovo Presidente della Repubblica.

Plutino si rivolge a Letta e presenta questa, e tutta un’altra serie di situazioni con sempre al centro il Presidente campano, come insostenibilI per una politica che non voglia ridursi a logica di potere e a separarsi dall’etica. Chiede a Letta, che probabilmente, al meglio, tacerà; saluta e se ne va.

Se vi va di leggere il suo post lo trovate qui : https://www.facebook.com/100002956398126/posts/4554772724631229/?d=n

Ora, non voglio intervenire sulla questione che mi sembra palmare nella sua evidenza.

Vorrei porre a Plutino e a tutti noi, ed anche al mio amico Isaia Sales autore di tante analisi critiche, serie e in larga misura pure condivisibili, della situazione della politica in Campania una domanda elementare: ma il Presidente della Regione Campania – che peraltro da ultimo è andato alla guerra contro il Governo sulla materia più delicata che stiamo vivendo, quella della pandemia, sulla pelle degli studenti, uscendone con le ossa rotte e senza pagare dazio – è un’altra delle espressioni del ritardo del Mezzogiorno, e della sua politica; è un’eccezione, un caso anomalo o invece rappresenta, certo in forma estrema e così ben raccontata da comici di vaglia, però il vero umore della politica odierna, espressione quindi di una modernità e non di un rigurgito di passato?

Se pensiamo che si tratti di una anomalia, allora certo, lo sdegno e la polemica moralizzatrice – comunque sacrosante- perchè poi non passano? Perchè non solo rimane politicamente senza sanzione ma vede , invece che ridursi, lo spazio a sua disposizione crescere, debordare, dilagare, dalla Regione ai Comuni, da Napoli a Roma? Ma davvero siamo in presenza di un potere così forte?

Semplicemente, penso io, questo accade perchè non di eccezione e anomalia si tratta, ma di una delle più moderne espressioni, estrema certo, ripeto, dell’ a cosa si può ridurre una politica senza ideali , senza grandi ambizioni e muta alla società. Al Nord, al Centro e pure al Sud.

Una politica che, vale la pena ribadirlo, ha ceduto la funzione di governo a quell’impasto di capitalismo reale che, tra finanza e tecnocrazie, tutto riduce a mercato, la politica stessa per prima, e che riduce i partiti ad agglomerati di potere, in permanente lotta al loro interno, chiusi nell’unica fonte di legittimazione che gli rimane che è il fortino delle istituzioni.

Il PD sta qui amici miei.

Non vuole e non può uscire da questo quadro. Non esprime più la cultura politica necessaria per ribaltare questo schema. Essendo un partito di centro, di governo a prescindere, di potentati che si alleano e si scontrano, in esso il Presidente campano ne è una espressione piena, tanto che si può perfino permettere di prenderlo a schiaffi, il suo stesso partito, senza che nessuno dica un ba.

Non è vero? E’ possibile aprire invece spazi diversi?

Non ho dimenticato che il Segretario che ha preceduto Letta se ne è andato sbattendo la porta al grido di ‘mi vergogno’, ma poi che è successo? Quale lotta politica si è aperta? Quale discussione, confronto partecipato? Zero.

Magari fosse possibile aprire spazi diversi. Mi capita di dirlo spesso al mio vecchio amico Gianni Cuperlo di cui non si può non apprezzare la coerenza di una lotta politica.

Ma è possibile?

Bisognerebbe pur giungere alla conclusione che non di malattia di un segretario si tratta ( caro D’Alema ), ma del bisogno sempre più impellente di pensarlo un altro progetto politico.

In caso contrario, per carità, si critichi pure il Presidente della Campania ma ci si prepari ad averlo, che so, anche come nuovo Segretario del partito. Se addirittura viviamo un tempo in cui Berlusconi si può pensare Presidente della Repubblica….

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2 commenti

  1. Ha torto D’Alema. Non di malattia si tratta, ma di cancro, che dovrà arrivare a termine con la morte del soggetto. Dispiace ma così è.
    De Luca agisce come l’orbo in un mondo di ciechi.
    Il PD ormai, non ha più capacità di riformarsi, anzi non ne avverte la necessità, e chi invece combatte ogni ipotesi di rinnovamento, anzi chiede di bussare a chi vuole entrare indicandogli il posto dove accomodarsi : lo strapuntino.

  2. la realtà, tutt’altro che bella, supera sempre di più la fantasia tutt’altro che partecipata e rappresentativa

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