di Gianfranco Nappi

Ha perfettamente ragione il mio amico Adolfo Villani che sul suo blog di ieri fa il punto sulla crisi aperta e la definisce come l’ulteriore segno di una crisi verticale del sistema politico italiano e sviluppa una riflessione largamente condivisibile.

Trovate la sua riflessione andando su https://adolfovillani.blog/2021/01/26/aperta-la-crisi-di-governo-nel-mezzo-della-pandemia-una-conferma-della-drammaticita-della-crisi-del-sistema-politico-italiano/

Alla irresponsabilità politica di Renzi si è unita quella di Conte, che è andato alla sfida sicuro di vincerla salvo poi essere costretto alle dimissioni e l’incapacità evidente del PD a svolgere quella funzione di tenuta e di permanente spinta in avanti che toccherebbe ad una forza dalle ambizioni di quel partito. Ai 5S più di tanto non puoi chiedere ed è già un miracolo che non si siano frantumati in mille pezzi.

In nessun modo da questa crisi se ne uscirà più forti di come vi si è entrati: Conte non è detto che alla fine ne riesca Presidente del Consiglio. I 5S pur di non andare al voto e per controbilanciare un equilibrio che sicuramente sarà peggiore di quello che si è rotto, di fronte ad un ulteriore ingarbugliamento delle cose e per garantire un minimo di unità al loro interno potrebbero essere costretti ad accettare quel che oggi non intendono accettare e, magari, mettere in campo un altro nome. E in questa ipotesi Fico potrebbe avere una chance.

Renzi, se la crisi si risolverà, si ritroverà in una maggioranza nella quale comunque, con la nascita di un gruppo nuovo al Senato, vedrà ridotti i propri margini di manovra.

In uno scenario, addirittura, se ne esce solo affidandosi a Mastella: e ho detto tutto!

Il PD, se se ne esce, dovrà gestire le sue mille fibrillazioni interne per Ministri aspiranti, Ministri resistenti, Presidenti per vocazione…

E poi, se l’incarto si aggroviglia ancor di più, non è detto che alla fine non se ne esca con un governo ponte, istituzionale, tecnico verso le elezioni, se sarà consentito dalla situazione sanitaria o addirittura per un voto il prossimo di anno.

E, in qualunque scenario ci si ritroverà rapporti logorati, sospetti e ripicche, conflitti esplodenti e su queste basi non si costruisce nulla di credibile.

Il tutto, con una crisi gravissima, centinaia di morti al giorno, le Big Pharma che dettano legge sui vaccini, i miliardi del Recovery da avviare a utilizzo.

E in questa situazione, siamo retti da un Governo per il disbrigo degli affari correnti…

Se non è crisi questa della democrazia non so come altro si possa definire.

E in questa crisi è la strada alla destra più irresponsabile che si sta preparando.

E allora, se è così, l’ultimo rigo della riflessione di Adolfo…è urgente il lavoro per la ricostruzione nella società di una prospettiva politica credibile…indica anche un terreno di iniziativa per l’oggi.

Io penso che dall’attuale quadro politico che si esprime nel campo democratico, progressista, di sinistra, con l’insieme di questi gruppi di ceto politico dirigente, vi sia strutturalmente l’incapacità di esprimere una nuova prospettiva politica e che questa passi necessariamente per la maturazione di un discorso nuovo e diverso, con altri protagonisti per il quale, gli attuali invece, dovrebbero predisporsi in funzione di servizio, di supporto, di aiuto. Ed è solo in un nuovo quadro che tanti di essi potrebbero recuperare una funzione positiva per l’insieme.

Insomma, detta fuori dai denti, è di un nuovo processo politico costituente di cui a mio modo di vedere c’è un disperato e democratico bisogno.

Prima lo si comprenderà e meglio sarà.

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1 commento

  1. Gianfranco sono molto d accordo con la tua analisi e la tua proposta finale .
    Quanto all’ analisi giusto ricondurre la crisi a responsabilità diverse ,non limitandosi ,come si usa a sinistra ,a crocifiggere Renzi ( protagonista nel suscitare questo delirio , ma non da solo ) .Quella sinistra affetta di “contismo ” che ha finito o finto col credere alla auto celebrazione di statista dello stesso presidente del consiglio ! . Ma giusto anche parlare di una crisi del sistema democratico nel paese per cui qualsiasi soluzione appare rabberciata.
    Non mi avventuro a indovinare come finirà : comunque ” male ” o in modo provvisorio secondo le tue convincenti ipotesi .
    La questione più dura è come sempre ” il che fare ” di fronte all assenza di forze , strategie , individualità adeguate
    Bella la tua proposta finale che comporta però un inizio . Se non ora , quando ?

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