La natura delle forme

La ricerca di Antonio Napolitano, nell’ambito della grafica d’arte, inizia alla metà degli anni ’80 del secolo scorso e rapidamente si colloca nella dimensione di un’avanzata esperienza che procede coinvolgendo il piano delle sperimentazioni di carattere tecnico e le utilizza per allestire un’originalissima rifusione delle sue esperienze passate.

La matrice di impronta cubista, che ha contrassegnato l’avvio dell’attività artistica di Napolitano, si può rintracciare anche nella produzione grafica, oltre che nell’incisione con la maschera, dove si palesa un evidente riferimento analitico e i toni sono abbassati verso le terre e gli ocra, per un costante interesse verso il dato di struttura.

Questo elemento, tuttavia, è svincolato dalle quelle illusioni scientiste che pretendono di penetrare fino al fondamento metafisico e ontologico delle cose, piuttosto direi che siamo di fronte a un fondamento di visione, che si proietta in una profonda connessione con il paesaggio o più precisamente con il territorio. In questo termine si vuole includere quanto eccede il puro lirismo sentimentale, che spesso si può rintracciare nel vedutismo, per addentrarsi nelle regioni ancestrali e remote, che appunto dal territorio promanano.

Napolitano è nato a Nola e alla fine degli anni ’50 si è trasferito in Sicilia, questa polarità biografica tutta meridionale, seppure profondamente diversificata nelle sue manifestazioni fenomeniche, dà conto di una sensibilità verso il balenio della luce più intensa o le forze telluriche più misteriose, che non si lascia andare all’effusione coloristica, ma riporta questa materia ribollente entro il serrato confronto con una forma tesa. L’andamento di questa impostazione formale procede quasi per scaglie e frammenti, riprendendo talvolta le coperture a spioventi delle case rurali.

Gli elementi del paesaggio naturale, gli oggetti della natura e dell’uomo sono, in alcune acqueforti, composti per fasce orizzontali, in una messa a fuoco che evidenzia il singolo momento ma soprattutto frammenta l’unitarietà della visione, in favore di un andamento di ordine temporale.

L’evidente linearismo presente nelle grafiche non ne esaurisce la gamma espressiva: l’inchiostro è stemperato in un segno materico e quasi grasso, con esiti talvolta sorprendenti se rapportati allo specifico delle tecniche dell’incisione. Per Napolitano il mondo della natura e dell’uomo, legati in un rapporto antichissimo di vita e di pratiche, da regioni remotissime, dalla Grecia mitica e pastorale, si affaccia a noi attraverso il mondo delle forme.

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