Di settimana in settimana, Gaza rimane in attesa di un cessate il fuoco che non arriva; di minime soluzioni di umanità e di dignità intanto che vengono interdette: cibo, acqua, un tetto, medicine; di un avanzamento della soluzione per una Questione, quella Palestinese, che quasi nessuno nomina più. Ora, il condannato dalla Corte internazionale finisce la visita negli Stati Uniti magari avendo trovato nuovo sostegno.
In Italia Appelli, anche di tanti esponenti della comunità ebraica, Manifestazioni, mille mobilitazioni non sono riusciti a schiodare tutti insieme il Governo dalla sua posizione di subalternità nei confronti del governo israeliano e della politica di quello americano che lo spalleggia.
E allora bisognerebbe immaginare forme ulteriori di lotta e di protesta civile per imporre al nostro Governo, e a tutti quelli europei, un ripensamento, un’altra linea, ben altre azioni e iniziative per fermare un massacro infinito: anche forme nuove per sottrarsi alla condanna della dichiarazione che si succede alla dichiarazione e che viene poi cancellata da un’altra in un discorso pubblico che diventa un unico indistinto rumore di sottofondo a cui non si fa poi caso.
Il tema è di come concentrare su un unico grande fatto – la fine del massacro a Gaza e un’azione del governo italiano all’altezza della tragedia umanitaria, di diritto e di civiltà che lì si sta vivendo – un’azione tanto forte da richiamare quell’attenzione che invece il flusso informativo tende ad azzerare.
E’ su questo che credo l’opposizione italiana dovrebbe concentrarsi: in che modo far diventare l’abominio di Gaza – perchè di questo si tratta e del quale se è il governo israeliano il primo colpevole certo coinvolge in qualche modo anche la responsabilità di tutta la comunità internazionale – la questione centrale nell’attenzione.
Non si può dire che dopo molta fatica le posizioni espresse da PD, 5S e AVS sul tema non siano nette e ferme. Del resto la stessa manifestazione del 7 giugno ha dimostrato una volontà precisa.
Ma se Gaza annega in una girandola di dichiarazioni sulle mille diverse priorità che il dibattito politico impone, e allora anche una posizione giusta, appunto, alla fine si perde.
Al tempo del flusso informativo permanente anche l’opposizione deve cambiare metodo e azione per dare forza ad una posizione che vada bene oltre un intervento in un’Aula parlamentare o in un talk show.
Proclami allora l’opposizione che in Parlamento, tutti i giorni, tutte le ore, è aperta una fase di ostruzionismo permanente imposta dai silenzi del Governo nei confronti del massacro in corso; che in ogni momento si richiederà la verifica del numero legale in Aula; che l’iniziativa investirà sia la Camera dei Deputati che il Senato, l’Aula come le Commissioni. Tutto questo fino a quando il Governo non assumerà una iniziativa forte in tutte le sedi internazionali e in rapporto al Governo israeliano, con tutte le scelte più coerenti, a cominciare dall’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina, per chiedere il blocco dei massacri. E la stessa cosa si faccia in tutti i Consigli Regionali e Comunali. E stessa iniziativa si promuova a livello europeo: ci sia una Sessione permanente del Parlamento sulla Questione.
E si supporti il tutto con iniziative di discussione e di mobilitazione con la società civile in tutto il paese.
E tutti gli esponenti dell’opposizione che parteciperanno a incontri pubblici e radiotelevisivi o in rete, che rilasceranno interviste o articoli stampa, tutti, sempre, tengano sempre il tema Gaza in cima ai propri interventi.
E si convochi un grande incontro con il mondo della cultura, dell’arte, della letteratura e della poesia, della musica e del cinema, con collegamenti da ogni parte del mondo, con interventi anche di Palestinesi e Israeliani, che veda tutte e tutti insieme reclamare una azione internazionale per la fine del massacro e dell’occupazione militare.
E promuova l’Opposizione, unita, una sua Conferenza internazionale per elaborare una piattaforma sulla soluzione della Questione palestinese che diventi una parte fondamentale della sua proposta di politica internazionale.
Se a Gaza si sta consumando una vera e propria rottura di civiltà , oggi, di fronte ai volti di quei bambini e di quei cittadini inermi e domani di fronte alla storia e al mondo, non ce la caveremo dicendo: ma io ero contro e l’ho detto! No. Serve una iniziativa adeguata alla gravità della rottura che si sta consumando.
Gianfranco Nappi
la foto in evidenza è tratto dal sito della Fondazione Basso
condivido la proposta di gf. nappi. Roberta Arsieri
Condivido pienamente la proposta di Nappi.
Sono però molto pessimista sulla possibilità di una proposta netta e precisa.
Non c’è una sinistra ,non c’è opposizione.I notato le persone muoiono ogni giorno….