Big Man. Il signore delle isole nere
Marino Niola
Antropologia contemporanea
Raffaello Cortina Milano
2025 (1° ed. Loescher 1981, La parabola del potere)
Pag. 158 euro 20


Melanesia. Anche nell’ultimo secolo. Le società della Melanesia sono sempre
state una grande sollecitazione
a pensare per la teoria antropologica e non
solo, visto che il pensiero della modernità, da Hobbes a Diderot, fino agli studi
postcoloniali che ne hanno revocato in questione il vizio etnocentrico, si è
sempre nutrito di concetti e metafore generate dall’antropologia, molto spesso
pertinenti al campo oceanistico. I sistemi politico-sociali melanesiani, di piccole
dimensioni e senza dispositivi gerarchici riconoscibili in quanto tali, hanno
attratto l’attenzione degli studiosi proprio perché in parte scompigliavano le
carte della politologia occidentale e della sua concezione del potere, nata e
sviluppatasi a partire alle monarchie assolute e dalla nascita dei grandi
apparati statuali. Nella seconda metà del Novecento grandi antropologi (come
Marshall Sahlins), mostrano che il potere e la politica in quelle società hanno
forme lontane dalle nostre e che, lungi dal discendere da meccanismi
gerarchici di attribuzione delle cariche e delle funzioni, sono invece il risultato
di un’incessante attività di confronto e scambio. Il “capo” non detiene una
carica, ma esercita un’influenza periodica, conseguita grazie alla capacità di
attrarre seguaci, per grandezza del corpo e forza fisica, eloquio e carisma,
abilità generosità ricchezza, capacità sia di guerra che di scambio (beni, donne,
relazioni), esercizio di poligamia. La sua obsolescenza risulta “programmata” e
le dinamiche di “successione” diverse dalle nostre (sangue, eredità,
democrazia). È stato definito come “signore”, big man, ben altro da faraone,
re, imperatore, governatore, presidente, primus inter pares. Gli orientamenti
epistemologici dell’antropologia contemporanea hanno arricchito il quadro,
concentrando attenzione sulla riflessività e sull’ibridazione culturale.

Il grande antropologo della contemporaneità e comunicatore scientifico Marino
Niola (Napoli, 1943) pubblicò nel 1981 un’acuta riflessione sul potere nelle
società melanesiane. Il testo viene riedito ora con un’aggiornata prefazione che
ripercorre sommariamente anche i risultati degli studi successivi che
attraversano l’era postcoloniale e le nuove dinamiche statuali nelle isole nere
(da cui il sottotitolo) e nella parte della Nuova Guinea tradizionalmente ascritta
al campo melanesiano. Un paio di cartine rappresentano quel grande tratto di
bacino oceanico a nord e a est dell’Australia; ecosistemi insulari (spesso
arcipelaghi immensi) inseriti (attraverso confini acquosi) o nella Melanesia (a
ovest) o nella Polinesia (a est, verso le Americhe); due aree caratterizzate da
forti differenze reciproche riguardanti l’organizzazione della parentela, la
religione e, soprattutto, l’organizzazione politica. Il nome Melanesia deriva
dalla pelle nera dei suoi abitanti, appartenenti a tre ceppi (“razziali” scriveva,
forse impropriamente), ovvero pigmei, popolazioni negroide e “papuasica”, con
due gruppi linguistici predominanti, melanesiano e papuasico. La trattazione
procede attraverso cinque interessanti capitoli, geografici o sociali: Luoghi e
segni del potere, un equivoco esemplare; ‘Are’are, Kaoka, Kyaka, Mae Enga,
storie di ambizione e di morte; I poteri del big man; Lo scambio e la guerra;
Padri e figli ovvero la discendenza del potere. La documentata riflessione sulle
alterità culturali non può confinare tali alterità nel ghetto dell’esotismo senza
trasformarle in irriducibile lontananza facendo, così, venir meno la possibilità
stessa del confronto. La bibliografia finale è quella originaria.

***

Piomba libera tutti
Marco Malvaldi
Giallo
Sellerio Palermo
2025
Pag. 301 euro 15

Pineta e Pisa. Primavera 2025. Il barista matematico 57enne Massimo Viviani
va dal notaio Birindelli, primo palazzo accanto allo splendido riposante Giardino
Scotto di Pisa. È morto Aldo, a novant’anni, investito da una bicicletta sulle
strisce pedonali. Trova anche la giovane spigliata avvenente Tiziana Guazzelli,
tutti e tre soci e comproprietari a Pineta della CrostataGranata s.r.l., cogestrori
del BarLume e dell’attiguo ristorante Bocacito. Aldo li ha nominati eredi
universali, con qualche specificazione: a Massimo le quote e alcuni libri; a
Tiziana l’appartamento; la preziosa collezione di dischi da vendere a chi negli
anni ne aveva fatto richiesta; l’ammontare del conto ai giovanissimi figli di
Massimo, Matilde ormai due anni (con la quasi 41enne “compagna”
vicequestora Alice Benedetta Martelli), e di Tiziana, Michele poco più di un
anno (con il marito Marchino, sommelier bravo di vini e bimbi). I quattro
vecchietti sono rimasti in tre. Fatto sta che l’appartamento è occupato da
ragazzi asserragliati nella casa sfitta, che l’elenco dei musicologi appassionati è
lungo e implica varie escursioni a Pisa, soprattutto che nel capoluogo hanno
strangolato una tizia in garage e Alice subito si precipita. Si chiamava Giada
Meini, 60 anni, nessuno la poteva sopportare. Abitava nel relativo condominio,
metteva i bastoni fra le ruote in ogni spazio per ogni scelta comune e ricattava.
Lavorava alle Poste, apriva la corrispondenza e ricattava. La vicequestora
(esperta di fisica, economia e legge) si è lussata e cammina con la stampella,
le telecamere nei garage sono disattivate (colpa della stessa Giada), tutti
avrebbero voluto e tanti avrebbero potuto ucciderla. Il barrista si dà come
sempre da fare per affrontare e risolvere tutti i “casi” su cui inciampa: rendere
libero l’appartamento per l’amica socia, collocare dischi, consolare e far giocare
comunque a carte i tre coetanei di Aldo, gestire figlia e locale, individuare il
colpevole. Ci arrivano insieme con Alice, per strade parallele e diverse.

Lo scienziato scrittore (già allievo di conservatorio e buon pongista) Marco
Malvaldi (Pisa, 1974) è una garanzia di piacevole divertente intrattenimento
giallo. Qui tornano gli spassosi toscanacci apparsi nel 2007 e già protagonisti di
precedenti dieci romanzi e di oltre una decina di racconti, mentre i connessi
vari episodi televisivi (Sky) hanno sceneggiature originali e tracce ormai
autonome. Approssimate tutte le età dichiarate, evolvono con i romanzi e
ormai ci si avvia allegramente ai centenari, anche se la vita è dura pure per gli
attori. Come sempre, la narrazione cartacea è in terza varia al passato
(soprattutto su Massimo e Alice), ancora una selva (sempre meno oscura) di
dialoghi, arguti ed esilaranti, all’interno del BarLume e nei vari separati
contesti, questa volta (finalmente) molto anche a Pisa: “non è una città… è
un’esperienza… novantamila persone, di cui la metà sono studenti universitari…
settemila esseri umani nuovi ogni settembre che passano qui il periodo fra i
venti e i venticinque anni”. Scopriamo angoli e percorsi inconsueti e godibili. Il
titolo rimanda a una frase dell’investigatrice sul gioco a nascondino: tanti
stringono alleanze e fanno tattiche, il primo che è stato beccato perde e conta
… a meno che non arrivi qualcuno, all’ultimo, che fa piomba libera tutti, quello
che prima contava rimane al muro. Via via emergono così i tanti possibili
colpevoli, personaggi “interessanti”, descritti con arguzia e originalità. La
squadra investigativa è funzionalmente corale, anche con l’agente Mostacci; il
mistero si risolve con misura e sensibilità sociale, commentando ad alta voce
quanto più possibile di tutti. Aldo lascia a Massimo la magnifica collezione di
Asterix, non se ne accorge subito, poi esulta. Segnalo la Campana del Re che
ormai si può attivare dal cellulare. Uno dei due fratelli che sostituiscono l’amico
scomparso a briscola si chiama Vermentino, a scuola l’abbreviativo non era
Tino. Evviva la tradizione (non solo italiana) del giallo umoristico (cosy), ove
spesso come qui prevalgono garbo, leggerezza, cultura e sorriso (per quanto
abbastanza noir e criminali). Per la Bomba si brinda con il Cristal. Le musiche
del personaggio direttore d’orchestra non sono granché, meglio Renato Zero.

***

Straniero
Federica Piangerelli
Filosofia antica
Petite Plaisance Pistoia
2024
Pag. 259 euro 18
Valerio Calzolaio
Grecia antica. Chi arrivava in genere arrivava via mare. La giovane appassionata
filosofa dell’antichità Federica Piangerelli (Senigallia, 1994), dottoressa di ricerca e
docente all’Università di Macerata, dà lustro con un secondo volume alla bella
collana “mare dentro” (navigazione filosofica tra le parole greche), diretta e
presentata dall’insigne Arianna Fermani, affrontando etimologia, significati,
declinazioni e ricadute etiche dello “Straniero”. Due le figure dell’alterità esaminate
in particolare: lo straniero non greco, il balbuziente “bárbaros”, in un periodo
compreso all’incirca tra l’VIII e il IV secolo a.C., che viene da altre stanzialità e da
altre civiltà; l’ospite amico-nemico “xénos”, che viene da fuori abitando però
all’interno dei confini geografici, culturali e politici dell’Ellade. Il percorso semantico
e concettuale da una parte ci mostra una “lingua formata e perfetta” (Leopardi),
dall’altra fa riflettere sull’’uso contemporaneo di termini, paure e mescolanze.

***

Jerusalem Suite. Un hotel in prima linea tra Israele e Palestina
Francesco Battistini
Storia
Neri Pozza Vicenza
2024
Pag. 428 euro 22

Gerusalemme, città santa (per tre religioni). Da circa150 anni. 21 guerre, 30 piani di
pace
, 22 accordi, 800 risoluzioni Onu. Un affascinante albergo, l’American Colony è
sempre stato sulla prima linea dei conflitti, soprattutto da ottanta anni, soprattutto
arabo-israeliani. Culla d’una colonia di presbiteriani, al limite fra Est e Ovest, ha
cercato d’essere luogo d’incontro e dialogo fra cristiani, ebrei, musulmani. In
“Jerusalem Suite” il bravissimo giornalista Francesco Battistini (Pavia, 1961) ne
narra la storia, attraverso personaggi, stanze, eventi. Fu un lenzuolo usato come
bandiera bianca, a sancire la fine della dominazione ottomana. Qui venivano
Lawrence d’Arabia e Churchill, Selma Lagerlöf e Mark Twain. Dai tetti si sparavano
Legione Araba e Banda Stern. Nei conflitti successivi allo Stato di Israele (senza mai
Stato di Palestina) vi bivaccarono giornalisti da tutto il mondo, si svolsero trattative,
furono ospitati leader mondiali. Una terra di nessuno e di tutti, forse.

Vuoi ricevere un avviso sulle novità del nostro sito web?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Termini e Condizioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *