Torniamo sulla vicenda delle prossime Regionali in Campania.
E’ scoppiata una polemica sulle manovre che sarebbero in atto ad opera del Presidente uscente per condizionare pesantemente le scelte per le vicine elezioni e segnare in questo modo, nonostante la obiettiva sconfitta, per lui, rappresentata dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla illegittimità di un terzo mandato per i Presidenti di Regione.
Isaia Sales è tornato sul problema nei giorni scorsi sul Fatto Quotidiano ragionando appunto su questa ‘sconfitta’ di un Presidente di Regione che sembrerebbe sentirsi vicino al Presidente degli USA, e certo il senso della misura non è mai stato una sua dote, e spronando il PD a non temere contraccolpi elettorali da una rottura del Presidente uscente con il suo partito di origine: tigre di carta che priva del potere aggregherebbe ben poco o tutt’al più, forze residue moderate il cui consenso sarebbe così sottratto al centrodestra, con effetto perfino positivo sul risultato finale del centrosinistra.
E quindi Sales sollecita il PD a rompere ogni indugio e a procedere rapidamente sulla via di una nuova coalizione e del rinnovamento.
Io che condivido il giudizio di fondo che Isaia esprime, e, come lui, non da ora, però non posso non pormi un interrogativo: e perchè il PD, e l’intera coalizione, pur scattato il fatidico 9 aprile ( la data della sentenza della Corte https://www.infinitimondi.eu/2025/05/12/note-a-margine-23-in-campania-la-politica-muta-e-prigioniera-di-una-cappa-di-conformismo/ ), oramai un mese e mezzo fa, non hanno avviato un bel niente del loro lavoro di rinnovamento?
Perchè, con questo stare fermi, continuano a lasciare lo spazio aperto a tutte le manovre continuistiche e trasformistiche possibili?
Perchè?
Perchè la linea pur giusta di una Segretaria come quella del PD che pure ha Commissariato la Campania ( e Caserta e non solo ), non va avanti? Non produce politica? Non produce rinnovamento?
E infatti, l’unico rinnovamento prodotto è stato quello indotto dalla sentenza della Corte costituzionale. O quello pure indotto dai provvedimenti di scioglimento dei Consigli Comunali su cui dal PD locale e nazionale il silenzio è imbarazzante?
Perchè il Movimento 5 Stelle in Campania, dove pure ha conservato un insediamento significativo ed esprime un non meno significativo quadro di esperienze di movimento e istituzionali ( parlamentari, ex ministri, un ex Presidente della Camera ), appare del tutto bloccato al suo interno, tale per cui, nel pieno di un terreno pretattico, tipico delle precedenti, antiche e tanto vituperate stagioni politiche, non si capisce se ha un candidato da offrire, se il nome prospettato è stato avanzato per sostenerlo o per fare solo il primo pezzo di strada per essere poi sostituito in corsa, se….?
E perchè Alleanza Verdi e Sinistra, forza in crescita significativa, e ci fa piacere, non rompe questo circolo vizioso? Perchè appare anch’essa bloccata con un vertice nazionale che poco sembra comprendere il valore e le opportunità della partita aperta in Campania e di quanto sarebbe necessario, e con grande spazio politico, un discorso ambizioso e coraggioso al servizio di tutta la sinistra?
Perchè allora ?
Ritengo che sia questo l’interrogativo di fondo a cui provare a costruire risposta.
Ed è questo interrogativo che ci conduce al cuore del problema.
E cioè lì dove emerge che senza mettere in discussione questi partiti e soggetti politici per come essi sono, per come intendono e praticano la politica; senza riaprire nuove dinamiche partecipative e di trasparenza, lo stagno della politica politicante, della politica-potere, della politica-subalternità agli interessi più forti, continua a ricevere nuova acqua in cui nuotare.
C’è una stagione politica che va a finire. Il rischio è che una nuova non si apra, il vecchio si mangi il nuovo e in forme ancora da vedere ma del tutto realistiche, il deluchismo continui alla ‘grande’ anche senza il suo protagonista in condizione di comando, ma con suoi uomini, con le sue pratiche, con i contenuti e le scelte programmatiche che hanno segnato questi anni.
Mille esempi se ne potrebbero fare.
Ne faccio solo uno sul quale, insieme ad una personalità come Sandro Dal Piaz, si è sviluppato un movimento di straordinario valore civile e politico, Rigenera Campania .
Nella Regione del consumo di suolo tra i primi in Italia, del dissesto idrogeologico, dell’inquinamento da polveri sottili da primato europeo nella Piana Felix, della esplosione della rendita fondiaria, dei suoi interessi e dei suoi affari spesso inquinati dalla camorra, con la corrispondente esplosione di una crisi abitativa che colpisce una società nella quale la condizione di povertà e di malessere sociale è cresciuta, quel Movimento con decine e decine di Associazioni, Comitati, movimenti ha elaborato in modo partecipato una Strategia alternativa di lotta alla crisi climatica, di conversione ecologica nei confronti del territorio e dell’organizzazione vivibile delle città, della produzione di energia e della produzione di cibo; l’ha trasformata in una proposta di legge di iniziativa popolare, ha raccolto 13.000 firme, l’ha portata alla approvazione di oltre 20 Consigli comunali, l’ha condotta in Consiglio Regionale dove il Consiglio avrebbe dovuto esaminarla tassativamente dentro 90 giorni dal suo arrivo: è passato esattamente un anno da allora e la proposta ha invece trovato in questa maggioranza un muro di gomma di silenzio, con gli stessi Consiglieri che in larga misura si ricandideranno ora a rappresentare e incarnare una svolta in cui non credono e di cui sono incapaci.
E allora, vogliamo segnare una bella discontinuità? Assuma il centrosinistra questo come uno dei terreni di svolta concreta, faccia sua la Proposta Rigenera e quella delle 40 Associazioni sul Governo del Territorio; dica ora che, così facendo, si va ad una svolta rispetto ad una politica di governo del territorio e urbanistica che ha prodotto norme e scelte che quella esplosione degli interessi della rendita ha accompagnato e favorito. Dica ora che invece di investire 1 miliardo di euro per il Faro a Piazza Garibaldi, quel miliardo lo si investirà per la riqualificazione, di vita ed energetica, di tutti gli alloggi popolari e per rispondere così alla crisi abitativa ( e detto per inciso, siamo su un terreno sul quale strategia della Regione, del Comune di Napoli e dell’ANCE, coincidono in modo impressionante ).
E dica che tutto questo lo farà e approverà nei primi 100 giorni del nuovo Consiglio Regionale. Sottoscriva pubblicamente questo impegno prima del voto. Magari davanti alle Assisi del movimento Rigenera dei primi di luglio prossimi.
Ora, è ben evidente che nella condizione attuale dei partiti c’è anche il segno di degenerazioni indotte da pratiche istituzionali che si sono fatte direttamente politica e partito.
Ma c’è anche una grande difficoltà, o carenza di cultura politica, o mancanza di visione che guida anche quelli che a tutto questo dovrebbero rappresentare una alternativa.
Vogliamo discutere anche di questo?
Gianfranco Nappi