CHIEDI IL VOLUME IN LIBRERIA, ONLINE O SCRIVENDO A infinitimondirivista@gmail.com

Giuseppe Di Vittorio è stato un grande protagonista del Novecento italiano. Non è stato solo il capo più amato dai lavoratori italiani nel secondo dopoguerra, un capopopolo affetto anche, si diceva, da un <eccesso di sensibilità umana>. E’ stato un politico lungimirante, che ha perseguito con forza e coerenza la realizzazione del principio fondamentale della Costituzione repubblicana: la centralità del lavoro e dei lavoratori, uniti nella difesa dei loro diritti e nell’adempimento dei doveri civili.

Il giudizio più acuto della dimensione eminentemente politica della battaglia del sindacalista di Cerignola è stato espresso da uno dei suoi principali collaboratori nella Cgil, l’azionista e poi socialista Vittorio Foa:

<Il personaggio è stato sempre rappresentato come un tipico capopopolo, un tribuno capace di animare le folle, carico di sentimento e di capacità di trasmetterlo ma non confrontabile, su un piano politico, coi ‘veri politici’ del suo tempo, i De Gasperi, i Togliatti, i Fanfani, i Nenni, tutta gente abilitata alle analisi fredde e oggettive della ‘vera’ politica. Io al contrario ho sempre pensato e penso a Di Vittorio come al politico più raffinato, proprio perché era capace di superare l’immediatezza e affondare lo sguardo nei tempi lunghi.>

Caratteristica forse unica di Di Vittorio è la considerazione e la grande stima tributatagli da tutto il conflittuale panorama politico italiano. Ne è testimonianza significativa, fra le tante, l’acuto giudizio stilato alla sua morte dal liberale e anticomunista Mario Pannunzio: < E’ stato il più popolare sindacalista che l’Italia abbia mai avuto. Uno degli uomini politici più umani e di più larghe vedute. Il fanatismo e lo schematismo ideologico non erano mai riusciti a soffocare un’impronta liberale del suo socialismo vissuto. E la sua vita, da bracciante a presidente della Federazione Sindacale Mondiale, è di quelle che possono diventare esemplari per la costruzione della tradizione civile di un paese.>

Di Vittorio cominciò a lavorare a dieci anni come bracciante a Cerignola, poco dopo la morte sul lavoro del padre, bracciante anche lui. Capofila del sindacalismo rivoluzionario in Puglia, divenne nel 1911 segretario della federazione giovanile socialista pugliese. Capolega di Cerignola a vent’anni, diresse scioperi e proteste, finendo in prigione per qualche mese, prima di partecipare alla fondazione della Unione Sindacale Italiana, di osservanza sindacalista rivoluzionaria. Nel 1913 fu a capo della Camera del lavoro di Minervino Murge e diresse le lotte agrarie, nelle quali per la prima volta governo e prefetti mantennero un atteggiamento neutrale, in vista delle prime elezioni a suffragio universale maschile…”

Francesco Barbagallo


PRESENTAZIONI E OCCASIONI DI DISCUSSIONE

21 MAGGIO SALERNO

22 MAGGIO NAPOLI

23 MAGGIO ROMA

23 MAGGIO SCAFATI

26 MAGGIO NAPOLI INIZIATIVA PER IL SI AI REFERENDUM PROMOSSA DACGIL, INFINITIMONDI, DEMOCRATICI PER L’ALTERTNATIVA, SINISTRA E MEZZOGIORNO

29 MAGGIO A PORTICI CON COLLEGAMENTO CAMPANO CONTRO LE CAMORRE LA PRESENTAZIONE DELL’ANNUARIO MALACODA DEDICATO AL LAVORO

Vuoi ricevere un avviso sulle novità del nostro sito web?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Termini e Condizioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *