Agli inizi degli anni 2000 i documenti dell’Archivio del PCI napoletano, uno straordinario patrimonio storico-politico, per impulso di Abdon Alinovi, furono affidati dall’allora DS all’Archivio di Stato e alla Fondazione Francesco De Martino, anche nel segno di una auspicata rinascita di lavoro e prospettive comuni per tutta la sinistra, anche a partire dalla raccolta dei propri giacimenti di memoria. Oggi, un lungo lavoro di custodia e digitalizzazione sta giungendo alla conclusione ed è aperto il tema della fruibilità di questo patrimonio. Su questo nodo 5 esponenti dell’exPCI napoletano hanno assunto l’iniziativa di una Lettera Aperta alla Fondazione De Martino. Di seguito, il testo integrale della Lettera Aperta, l’articolo de la Repubblica del 12 dicembre.
E poi anche l’articolo di Gianfranco Nappi sulla questione dell’utilizzo delle Sedi di proprietà del PCI-PDS-DS, altro nodo rimasto senza risposta.
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A Guido De Martino, co-fondatore e a Luigi Mascilli Migliorini, Presidente Fondazione Francesco De Martino
Caro Guido e Caro Luigi,
consentiteci in primo luogo di ringraziarvi per la cura che, pur con tante vicissitudini intercorse dal tempo lontano in cui fu affidata la cura della Carte del PCI napoletano a voi, Fondazione De Martino, e all’Archivio di Stato di Napoli per impulso primario di Abdon Alinovi, avete assicurato ad un patrimonio archivistico così importante. Senza dimenticare l’attività di promozione che negli anni pur non è mancata.
Con pari intensità ci sentiamo di ringraziare i responsabili dell’Archivio di Stato a cominciare dalla sua Direttrice napoletana Candida Carrino.
Siamo lieti che il lavoro per la digitalizzazione dei materiali abbia raggiunto un momento conclusivo anche con il concorso della Fondazione che nazionalmente ha preso in carico il patrimonio del PCI-PDS-DS.
Tra noi ci sono compagne e compagni che hanno avuto responsabilità importanti nella direzione di quelle formazioni politiche così come chi, con atto responsabile, avviò proprio il conferimento alla Fondazione De Martino dei materiali di Archivio volendo raccogliere l’appello pressante proprio di Abdon Alinovi per testimoniare, nel nome di Francesco De Martino, la prospettiva di una rinnovata capacità unitaria della sinistra.
In questo modo si intendeva anche prefigurare l’idea che l’Archivio del PCI napoletano potesse essere solo il primo di un ben più ampio nucleo di materiali che coinvolgesse più forze della sinistra e dell’intero movimento operaio: e in questo tempo nostro che è diventato così precario e incerto, un lavoro sistematico sulla memoria è una delle condizioni, certo non unica ma sicuramente ineliminabile, per ritrovare proprio uno sguardo nuovo sul futuro.
Bene. Si pongono ora problemi delicati che sappiamo essere ben presenti a voi.
Come sarà custodito questo materiale? Come sarà consultabile? Come sarà valorizzato? Come sarà incrociato con un lavoro che guardi alla storia di tutta la sinistra e del movimento del lavoro napoletano e campano? Come vivrà in modo fecondo con la sede fisica in cui sarà collocato?
Crediamo faccia capo in primo luogo a voi la definizione di un quadro certo e chiaro di regole e di obiettivi da definire prima della conclusione delle procedure di affidamento dei materiali.
Sapete che abbiamo cercato di coinvolgere i prossimi co-affidatari, Fondazione Nazionale e Fondazione Chiaromonte, in un discorso di valorizzazione della Sede, parte di rilievo di quel patrimonio di sacrifici di intere generazioni, dove i materiali andranno, ma senza risultati e con nostro grande rammarico.
Noi non riconosciamo ad alcuno la legittimazione ed essere custode del patrimonio di Archivio della Memoria del PCI napoletano che non lo faccia sulla base di un percorso chiaro e partecipato e tale da coinvolgere tutte le energie disponibili.
Ad esempio, si potrebbe immaginare un Comitato di Indirizzo composto da figure che hanno avuto un ruolo nella storia di militanza e di direzione del PCI-PDS-DS, delle più diverse sensibilità all’interno di quelle esperienze. Con all’interno anche rappresentanti del movimento sindacale e del lavoro. Segretari, ex Parlamentari e Consiglieri Regionali, Dirigenti Sindacali. Donne ed uomini. Ed anche con rappresentanti disponibili di altre forze della sinistra.
Si potrebbe immaginare un Piano di lavoro, di studio e di ricerca teso a coinvolgere in primo luogo le giovani generazioni per dare vita ad una vera e propria nuova produzione culturale che rielabori il senso e il valore di una storia e di storie che hanno molto da dire, di nuovo, per il futuro della democrazia nel nostro paese.
Si potrebbe immaginare un Regolamento trasparente e condiviso di utilizzo e di accesso ai materiali.
Di tutto questo voi avete titolo e responsabilità per essere protagonisti.
Confidiamo che il nostro appello possa trovare il necessario riscontro.
Guglielmo Allodi, Diego Belliazzi, Franca Chiaromonte, Gianfranco Nappi, Salvatore Vozza
L’ARTICOLO SULLA GESTIONE DELLE SEDI EX PCI
Oggi la Repubblica da’ conto di una questione che Infinitimondi ha posto e riferita al patrimonio di sedi dell’ex PCI-PDS-DS. Inaccettabili silenzi