Parafrasando Vittorini mi pare essere questa oggi la condizione della sinistra nel nostro Paese e nell’occidente tutto.
Nella tornata elettorale prossima questo stato d’animo si è concentrato su tattiche e strategie da contrapporre alla destra sovranista che in più parti del mondo, Stati Uniti, Federazione Russa, Stati dell’ex terzo mondo compresi e in particolare nell’ Unione Europea, si sta affermando come dominio ideologico e politico di ceti sociali interclassisti raggruppati in piccole enclave autoreferenziali.
La guerra condizione dello sviluppo neoliberista !!
Nel primo ventennio di questo secolo si è andata compiendo, sia in forma statuale che ideologica, l’offensiva neoliberista lanciata dal blocco anglosassone, già con Reagan e Thatcher alla fine del “900.
Offensiva tesa a costruire un modo di “governance” avente come obbiettivo il monopolio del modo di produzione della ricchezza mondiale come esclusivo dominio del capitale sui processi produttivi, sull’animo di donne e uomini così da indirizzare le scelte umane verso l’individualismo proprietario di se stessi in libera competizione contro tutti e senza regole condivise: “la società non esiste” diceva la Thatcher nel 1987.
Coniugando la libera iniziativa del capitale con lo straordinario sviluppo tecnologico dell’informatica, si è perseguita la sconfitta del movimento operaio che aveva posto il tema della partecipazione alla gestione e all’ organizzazione del lavoro nei luoghi produttivi, e della distribuzione del plus valore nelle società come fonte di processi sociali di riduzione delle diseguaglianze.
Un mondo a predominio “bianco” in cui si esportavano, con tutti i mezzi, nei Paesi del mondo “minore” le regole neo liberiste di sfruttamento delle risorse umane e materiali del Mondo.
Il suicidio “assistito” dell’Urss, l’antagonista definito l’Impero del male, ha contribuito all’affermazione di una visione dei rapporti di forza tra Stati fondati sulle capacità egemonica e militare per “civilizzare” il resto del mondo esportando democrazia e modelli produttivi a guida e risorsa dei gruppi economici occidentali.
In estrema sintesi “Le ricadute sociali del neoliberismo, che hanno ridotto i cittadini a clienti, le istituzioni ad aziende, il governo alla governance, le persone a risorse umane” cit.: Lucio Caracciolo introduzione al numero 7 di Limes “La pace sporca”, rappresentano la condizione socio politica istituzionale che la sinistra ha di fronte.
La congiuntura attuale ha modificato strutturalmente l’assetto di potere capitalistico: la produzione di beni è stata trasferita al resto del mondo a costi coloniali della forza lavoro, gli assett finanziari hanno assunto il controllo tecno politico dello sviluppo economico trasformando la catena valoriale legata alla fabbrica, travalicandone le mura e usando il territorio come risorsa di accumulazione. Il monopolio dei files dei sorgenti degli algoritmi ha affiancato egemonizzandoli i centri decisionali industriali e, attraverso gli strumenti di influenza di massa, ha diviso in isole parziali uomini e donne operando un livello di alienazione totale in nome di una libertà senza limiti: il terminale dell’algoritmo, i drive che ognuno di noi usa fidelizzano l’utente finale ai bisogni indotti dalla potenza di calcolo delle profilazioni di donne e uomini a cui restituire un desiderio da realizzare confezionato dagli obiettivi dei detentori della tecnologia.
Il plus valore viene prodotto dalla intera comunità sociale in cui non c’è contrattazione tra le parti ma “dittatura demo-oligarca” dei detentori dei nuovi mezzi di produzione che induce nell’utente finale la sensazione di essere protagonista unico e agevolato dalle meraviglie informatiche; in tal modo viene espulso il conflitto sociale dai paradigmi della società neo liberista acquisendo, i proprietari dei mezzi di produzione, tutto il valore aggiunto che “gli utenti” producono consumando, acquistando, lavorando alle catene delle fabbrica, e la democrazia rappresentativa viene sostituita dalle “governance” istituzionali : non più governo e mediazione tra le classi sociali, ma utenti-esecutori delle regole neo liberiste e così la strada del suprematismo occidentale viene spianata alla conquista del mondo.
Tale condizione ha una derivata: le diseguaglianze sociali si allargano vertiginosamente, la rappresentanza sociale diviene espressione di gruppi di potere che con l’oligopolio della tecnocrazia variamente coniugata, nei tre agglomerati imperiali: USA, Federazione Russa, Cina, e i loro subalterni vassalli/associati, influenzano così i “profilati” e determinano un assetto mondiale che sostituisce la tecnocrazia agli stati e alle regole del diritto internazionale, i conflitti tra Stati vengono regolati dalla guerra asimmetrica tra Stati sovranisti e, in tendenza globale, il conflitto diventa assett istituzionale.
La sovrastruttura di questo sistema è segnata da supremazia ideologica del “bianco” accomunando il resto del mondo alla barbarie o al male; supremazia così intesa che a cascata invade i ceti subalterni che si combattono tra di loro per un posto al sole nella società neo liberista, vento individualista che investe donne e uomini sempre più influenzati dai flussi di dati acquisiti e indirizzati dagli oligopoli che determinano scelte di vita, ideologie “tristi” di ricerca della felicità individuale, e insidia il valore ecumenico delle religioni.
L’autonomia della politica dal conflitto sociale, ovvero la soluzione dei temi dello sviluppo economico e delle implicazioni sul tessuto sociale sono stati assunti dalla politica “gestendo” tali processi con l’applicazione delle regole della governance neoliberista tesa alla realizzazione del massimo profitto, si è imposta nell’occidente come unica soluzione: caduto il “il Muro, suicidatosi l’impero del male” si è passati alla “civilizzazione” del pianeta.
Tecnocrazia e autocrazie sono state assunte dal neoliberismo come assett di dominio per dispiegare la capacità del capitale nella sua espansione totalizzante.
Questi sono gli elementi del furore, concreto, che ha invaso il pianeta; il ruolo della sinistra democratica, socialista, comunista si è andato adeguando, proponendo la difesa dei diritti fondamentali della democrazia costituzionale come contenimento dell’offensiva neoliberista e sovranista.
I furori astratti sono i tentativi di contrastare l’attuale stato delle cose che vede nella scadenza elettorale prossima ventura una tappa dirimente.
E’ la tematica affrontata nell’incontro “la sfida della Campania” tenutosi pochi giorni fa.
Si tratta di porre al centro dei programmi elettorali del campo progressista il tema del superamento dell’egemonia di centro destra nel Paese superando i tatticismi di posizionamento e costruendo una proposta di formazione di uno schieramento politico e sociale basato sulle reali condizioni dello sviluppo diseguale per invertirne la tendenza.
Insomma siamo in presenza di partiti del campo largo, progressista o di altre definizioni, che hanno aperto un confronto di contrasto al governo di destra del Paese, ma esiste, e l’incontro del Ramada lo ha evidenziato, una larga parte di popolo della sinistra che vuole mettere al centro dell’azione politica la definizione di una alternativa “strutturale” all’attuale stato delle cose.
E’ un lavoro di lunga durata ma che può avere delle accelerazioni: questa area di militanti, di espressioni sociali, può svolgere un ruolo importante se si concentra nella proposizione di temi politici che compongano un blocco sociale con tutte le forze, antiche e nuove, introdotte dal cambio di passo dello sviluppo capitalistico. Una iniziativa che superi unitariamente l’adeguamento all’attuale stato delle cose trasformando i partiti, oggi enti autoreferenziali e soggetti attivi dell’autonomia della politica dal conflitto sociale, in interpreti reali delle contraddizioni di questo sviluppo capitalistico.
Escludendo liste elettorali, sia pur dentro la coalizione del campo largo, ma promuovendo contenuti per un programma di governo “diverso” della Campania.
Tre mi sembrano i punti: gestione del territorio, sanità, sistema produttivo.
Gestione del territorio: il prossimo governo regionale, per avere l’obiettivo di zero consumo di suolo, deve sviluppare una legislazione che porti gli Enti Locali, le agenzie di gestione, ad assumere il ruolo costituzionale di unici detentori del territorio pubblico, con tutte le sue emergenze, superando l’attuale ruolo di mediazione “impotente” con il privato per proporre piani di riutilizzo del patrimonio edilizio, rigenerazione delle aree bruciate da speculazioni, reti di trasporto pubblico che riducano tempi e distanze di vivibilità. Un impegno di coalizione per il governo ma soprattutto del legislatore regionale.
Sanità: invertire il rapporto pubblico privato nei servizi di assistenza, ovvero aprire le strutture pubbliche a una operatività h24 dei laboratori pubblici, implementare la rete ospedaliera con i Policlinici dotati di pronto soccorso, come esistono in gran parte del Paese, sviluppare un piano di assistenza diffusa sull’intero territorio regionale per rendere omogenea tra le aree l’utilizzazione del servizio; i finanziamenti possono essere recuperati dall’inversione o dalla razionalizzazione delle quote privato/pubblico.
Sistema produttivo: agricoltura e industria innovativa vanno protette e incentivate liberando la prima dalla precarietà del lavoro e dalla subalternità al mercato della distribuzione, la seconda proponendo un piano di riconversione dell’auto motive, indotto compreso, verso il mercato del trasporto pubblico e privato a emissione zero, un piano di ricerca scientifica al servizio dello sviluppo economico, un piano di razionalizzazione del turismo per superare la precarietà dell’impiego per aprire circuiti turistici di passo o residenziali su tutto il territorio regionale, non per lamentarsi dell’over ma per aprire alla conoscenza dei nostri territori.
Oltre a questi temi ce ne sono altri che devono essere affrontati: la gestione dei flussi informatici generati dai residenti e dai turisti affidando ad un’agenzia pubblica la gestione dei dati garantendo la sicurezza della riservatezza e impedendone l’uso “profilante” dei monopoli dei big data.
Altro tema è il rapporto interregionale con il mezzogiorno: una iniziativa per coinvolgere le popolazioni nella consapevolezza di essere parte dello sviluppo del Paese trainante per opportunità e cultura superando i localismi.
Si tratta di dare vita a linee legislative che invertano la deriva sovranista e diano alle donne e agli uomini un orizzonte di sviluppo condiviso e sicuro.
Ultima considerazione: avviare una politica di composizione di un blocco sociale alternativo al neoliberismo può essere l’avvio per costituire su basi sociali dell’oggi un partito della sinistra espressione di una nuova umanità, ma questo è un altro discorso non ancora attuale.
Massimo Anselmo