L’uomo dagli occhi tristi
Piergiorgio Pulixi
Noir
Rizzoli Milano
2025
Pag. 353 euro 18

Saruxi (soprattutto), Sardegna centro-orientale, e Cagliari. Autunno 2024.
Lorenza Maxia è ancora disperata per la morte quindici giorni prima del figlio
17enne Michelangelo Esu, trovato accoltellato su un motoscafo in mezzo al
lago di Saruxi nell’Alta Ogliastra. Riprende in mano la tanta corrispondenza
accumulatasi, telegrammi di condoglianze e comunicazioni della vita
quotidiana. Individua una lettera in busta semplice, bianca, spedita dieci giorni
prima. La calligrafia è del figlio, lui intuiva che probabilmente sarebbe stato
ucciso, ha trovato qualcuno per spedirla, la sollecita a scappare. Lei richiama le
due ispettrici che erano arrivate dal capoluogo dopo il delitto, forse le frasi
scritte nascondono nuovi indizi. All’inizio le indagini dei carabinieri erano state
condizionate dalla cautela di Federica Del Negro, capa della procura della
Repubblica di Lanusei, anche perché il cadavere si trovava a bordo della barca
dell’ex sindaco Daniele Enna, ora assessore regionale e in procinto di
candidarsi a governatore sardo, ed era stato vestito e truccato come una
donna dalla parrucca bionda. La magistrata sa che sono in corso inchieste della
Dia sulle infiltrazioni mafiose in vari progetti imprenditoriali, in particolare sugli
intrecci fra ‘ndrangheta, più o meno avversati impianti eolici ed esponenti
politici. Proprio la sostituta procuratrice Adele Mazzotta aveva convocato di
notte negli uffici della Direzione investigativa antimafia al molo Ichnusa le ben
conosciute poliziotte della Squadra mobile di Cagliari: l’elegante esperta
ispettore Mara Rais, aspra e pragmatica (ha problemi con ex marito e figlia); la
sdrucita ispettrice Eva Croce, pacata e sensitiva, rossa di capelli e milanese
d’esperienza (lassù era morta la figlia). Erano subito partite per Saruxi,
prendendo in mano il caso e mantenendo riserbo. Dopo sopralluoghi e incontri,
nonostante la loro perplessità, era stato fermato il padre (ex pregiudicato) di
Michelangelo. Poi screzi vari, fra loro e con Del Negro; si erano separate finché
la mamma telefona. Fra l’altro, alcuni amici del figlio si erano suicidati, poi altri
due scompaiono e uno viene trovato in fondo a un dirupo con il motorino.
L’autore e sceneggiatore Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982) si è affermato con
acume e coraggio come uno dei più bravi scrittori italiani sulla scena letteraria
europea (gran successo in Francia). Dopo aver partecipato giovanissimo al
Collettivo Sabot (animato da Massimo Carlotto), dopo la tumultuosa
quadrilogia sul corrotto Mazzeo (nel nordest), dopo altre apprezzate prove
hard-boiled, spy-story, giallo, noir e thriller, ambientate a Milano e nella ricca
Lombardia, prosegue da qualche anno la serie nella sua Sardegna, con il
milanese affascinante pluridecorato vicequestore meticcio Vito Strega (qui
persistentemente solo sullo sfondo) e, soprattutto, con le due solitarie
emotivamente diverse ispettrici Rais e Croce, che hanno già risolto intricati casi
(questa è la quinta bella avventura comune) e solo con lenta circospezione
iniziano a confidarsi fra loro, vecchie storie drammatiche e nuove emergenze
personali. La narrazione, molto frammentata attraverso circa 75 brevi capitoli,
è in terza varia sulle due (in copertina) e su altri molteplici protagonisti, pure
l’uomo (cattivo) dagli occhi tristi, che spesso Michelangelo disegnava (da cui il
titolo) e che ci capiterà forse di incontrare ancora. Tutto ruota intorno alle
riservate attività del ragazzo assassinato (quasi una doppia vita), sensibile e
acuto omosessuale in un piccolo paesino di nemmeno duemila anime, accanto
allo splendido lago (luoghi in larga parte inventati), lungo nove chilometri e
largo due, sull’altipiano vicino alle prime pendici del massiccio del Pardu.
S’intrecciano riferimenti al passato di ciascuna e recenti storie delicate, come
noto non è mera fantasia letteraria il rischio di infiltrazioni mafiose nell’eolico e
nel fotovoltaico di molteplici regioni mediterranee italiane, compresa la
Sardegna. Per far fronte alla motivata cupezza di Mara, dice Eva che sembra
“la donna d’inverno di Paolo Conte… corrucciata e silenziosa, algebrica e
pensosa”; poi emergono Ozzy Osbourne e i Black Sabbath, in vario modo.
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La scienza nascosta nei luoghi d’Italia
AAVV
A cura della redazione de Il Bo Live
Prefazione di Beatrice Mautino
Postfazione di Telmo Pievani
Scienza
Università di Padova
2025
Pag. 286 euro 19
Italia, 33 siti. Da secoli addietro per un altro secolo (almeno). “La scienza nascosta
nei luoghi d’Italia” racconta con brevi saggi e molte foto (o schede) alcuni degli
affascinanti luoghi storici o ecosistemi umani fondamentali per la storia scientifica
del paese, grazie al lavoro mirato e coordinato dei redattori di Il Bo Live, la sempre
stimolante rivista quotidiana online dell’università di Padova (sesto volume,
https://ilbolive.unipd.it/it/homepage ). Siamo spesso fuori dai tradizionali circuiti
turistici e dalle cartoline note, laddove scienziati e ricercatori hanno “inventato”
metodi sperimentali e modelli teorici, è stata sperimentata una sostenibile
coabitazione della specie con il resto del contesto, gli studi hanno connesso geografia
e storia, passato e futuro. Alle quattro parti peninsulari, dal Sud (otto siti) al Centro,
al Nord Est e al Nord Ovest (sempre egualmente otto) si aggiunge il capitolo sulla
“dorsale quantistica italiana”, la rete della conoscenza senza confini.
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Coppole a Maracaibo
Francesco Antonio Fagà
Romanzo
Link Lamezia Terme
2023
Pag. 193 euro 15
Venezuela e Caraibi. Anni fa. Rocco Scordo, calabrese emigrato in America Latina,
fuma il sigaro cubano appoggiato sul molo del porto di Caracas e ricorda
l’adolescenza calabrese, fra Montale e Leopardi, scuola campagna pallone amore (per
Caterina). A Maracaibo aveva conosciuto Salvatore Turuzzu Rizzo, morto proprio in
quei giorni dopo una vita avventurosa di emigrazione durante la quale si era
trasformato in Eduardo Rodriguez. Rocco el zapatero, il calzolaio (e piccolo
spedizioniere), decide di presenziare ai funerali e parte via mare, affrontando nuove
sorprese e scoperte, sfide e passioni, incantesimi e malaffari, aiutato da Augustin, El
cholo, fidato amico colombiano, sollecito Virgilio. “Coppole a Maracaibo” è il
secondo garbato romanzo (il terzo nel 2026?) dell’ingegnere lametino Francesco
Antonio Fagà (Sambiase, Lamezia, 1958), coerente nell’incanto per il realismo
magico e ben consapevole dell’identità originaria, un modo efficace per raccontarsi
(in prima persona al passato).
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Il nipote del Negus
Andrea Camilleri
Romanzo storico
Con una nota di Giulia Caminito
Illustrazione di copertina di Lorenzo Mattotti
Sellerio Palermo
2025 (1° ed. 2010)
Pag. 293 euro 16
Vigàta, Montelusa, Sicilia. Agosto 1929 – gennaio 1930. Da Roma il Regio Ministro
degli Esteri avvisa il Direttore della Regia Scuola Mineraria che l’Italia è stata
avvisata dall’Etiopia: vuole iscriversi anche un parente dell’imperatore, tal Principe
Grhane Sollassié Mbssa, nato ad Addis Abeba il 5 marzo 1910. Arriva e ben presto si
rivela un 19enne scavezzacollo di incarnato scuro, estroso e selvatico, talentuoso
negli affari, senza briglie sessuali, una mina vagante per il nazifascistico razzismo (e
le imminenti mire colonialistiche). Nel centenario della nascita, Sellerio ha deciso di
ripubblicare una scelta di 12 titoli dell’immenso Andrea Calogero Camilleri (Porto
Empedocle, Agrigento, 6 settembre 1925 – Roma, 17 luglio 2019). Qui lo spunto è
vero: “Il nipote del Negus” si diplomò perito minerario in Sicilia (a Caltanissetta),
provincia zolfifera. Tutto il resto magnifica finzione: lettere e documenti inventati (e
protocollati), registrazioni e frammenti di parlate, intrecci.
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