Il Vesuvio continua a bruciare. Ancora dopo tanti giorni. E nonostante l’impegno generoso di tutti il sistema di emergenza immediatamente scattato. A dimostrazione che l’emergenza non basta se manca l’ordinario.

E’ un caso che parla dell’esaurimento di una intera politica che continua a relegare la lotta alla crisi climatica ai margini.

Al netto del suo carattere probabilmente doloso, della necessità che le mani criminali siano assicurate alla giustizia, rimane il dato che ogni crimine interviene e i suoi effetti si amplificano in un vuoto : debolezza del controllo, mancanza di azioni di prevenzione; scarsa cura del territorio.

Quindi nel mentre si levano di nuovo dolorosi i lai come nei confronti di qualsiasi altra tragedia, è proprio in casi del genere che andrebbero messe a nudo le radici del proporsi di fenomeni del genere che parlano di una inadeguatezza delle azioni di governo e amministrative a tutti i livelli.

Ci si rifugerà magari nella considerazione: non succede solo in Italia…ha appena finito di bruciare la Francia; ora brucia la Spagna. Sono i cambiamenti climatici…

Ma quel fuoco è proprio una prova incontrovertibile del fatto che tutto quanto è stato in messo in campo fino ad ora per contrastare i cambiamenti climatici è clamorosamente insufficiente. E questo richiederebbe che tutto un largo fronte di movimenti e associazioni unisse i propri sforzi e elevasse il tono e il livello del proprio conflitto: c’è voluta qualche anno fa una ragazzina svedese a ricordarlo a tutti noi. Ma, l’abbiamo anche dimenticato presto.

Invece è più facile, ancora oggi, e proprio in Campania, legittimare istituzioni che in quanto a politica ambientale sono agli ultimi posti di ogni possibile classifica, e si porta il Presidente di Legambiente per ben due volte negli ultimi pochi mesi a legittimare proprio la Regione, in visita cordiale con il capo del suo governo…

Tante lotte e tante battaglie per realizzare le aree protette, i Parchi: ricordo ancora quando giovanissimi con la FGCI napoletana diretta da Sandro Pulcrano tenemmo alla fine degli anni ’70 un Campo sul Vesuvio con centinaia di giovani per reclamare l’istituzione di quel Parco che sarebbe arrivata solo trent’anni dopo, nel 1995.

Ma poi come è andata? Qualcuno si chiede in questo momento come procede la politica di tutela e valorizzazione delle aree protette e del Vesuvio in particolare? Esiste un Piano aggiornato del Parco? E’ attuato? Quante sono le risorse disponibili? Sono sufficienti? Quante quelle destinate alla cura che ha da essere quotidiana della montagna? E i Comuni, che fanno? E Città Metropolitana e Regione? E Governo nazionale?

Sempre per andare ad un filo che aiuti a rendere comprensibile l’andamento delle cose, nel 2010 fu praticamente completata la procedura per la stabilizzazione di 100 LSU ( Lavoratori Socialmente Utili ), nel Parco, con Ugo Leone Presidente attivamente impegnato. Lavoratori provenienti dalle diffuse crisi industriali e che stavano recuperando anche un giusto orgoglio nel loro nuovo impegno di cura della montagna: sentieri, staccionate, opere di ingegneria idrogeologica, manutenzione del bosco….Ma quell’accordo non fu mai perfezionato e da lunghissimi anni quegli LSU, con la loro attività quotidiana, non ci sono più.

Si pianga pure sugli ettari distrutti, ma si risponda anche a queste domande.

Ma le risposte non verranno.

Non verranno dal Governo nazionale che agisce in totale retromarcia sui temi ambientali.

Ma non verranno neanche dalle istituzioni campane: non esiste una politica ambientale della Regione e della Città Metropolitana.

Eppure la comunità scientifica, movimenti ambientalisti, associazioni, hanno offerto a queste istituzioni proposte, linee di intervento, strategie utili in questa chiave: è proprio in questi momenti che va ricordato e denunciato.

Ci si è permessi il lusso in Campania, con una complicità generale in Consiglio Regionale di maggioranza e opposizione, di violare lo Statuto non votando da oltre un anno la Legge Rigenera sulla lotta alla crisi climatica mentre si è snobbata quella elaborata da oltre 40 Associazioni per un nuovo governo del territorio: avremmo potuto essere un anno avanti e invece siamo un anno di più indietro: ma si sa, la forza della rendita fondiaria e del consumo di suolo che trova nei governi della Città Metropolitana e della Regione espressioni convinte vince facile.

In quella Legge si dispone peraltro, tra le altre cose, l’assunzione, per la organizzazione della cura ordinaria della montagna, di 1000 giovani tecnici e ingegneri, geologi, agronomi….

Il Vesuvio e il Monte Somma meritano un’altra politica. E noi con loro.

Mentre i partiti si confrontano per le coalizioni delle prossime Regionali, mentre a Roma si disegnano nuovi equilibri e scenari per il futuro sui cui altari si gioca una intera Regione e si infrangono speranze di rinnovamento mal riposte, questa concretezza e questa materialità, entrano nel dibattito politico?

Qui la risposta la conosciamo già.

E forse, prenderne realisticamente atto, sarebbe il primo passo per costruire una alternativa.

Gianfranco Nappi

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1 commento

  1. Ecco potrebbe essere un buon inizio per la prossima Regione Campania che verrà

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