Lasciamo stare la canea del centrodestra meloniano e salviniano per il quale il garantismo vale a fasi alterne.

Lasciamo stare anche gli aspetti giudiziari della vicenda: anche se le decisioni del GIP sono pesanti e lasciano intravedere gli elementi di una inchiesta strutturata, le valutazioni si tireranno a conclusione del tutto tra non pochi anni.

Il macigno enorme che è esploso riguarda invece la sostanza dell’idea di città di cui la cultura di governo del centrosinistra si fa interprete e protagonista: accompagnamento ai processi di valorizzazione della rendita fondiaria; allargamento fuori dalla città del grosso dell’incremento di consumo di suolo come conseguenza diretta delle azioni dette di rigenerazione urbana che si slanciano verso l’alto ed espellono residenzialità popolare dal centro alla periferia e dalla periferia all’area metropolitana con lì consumo di suolo che non si ferma; nei fatti un enorme processo di gentrificazione delle parti più pregiate delle città che diventano inaccessibili per i comuni mortali e si trasformano in vetrina residenziale per attività di servizio e abitative per lo strato più alto della popolazione. Federico Fubini sul Corriere della Sera di qualche giorno fa rifletteva sulla spinta centripeta che promana dalla città metropolitana che aumenta di abitanti, mentre altre città italiane ne perdono. Salvo poi a verificare, senza trarne però da parte di Fubini tutte le conseguenze in termini di analisi, che Milano città, non cresce ma perde il 6% di abitanti: esattamente la conferma di un processo espulsivo e gentrificante che la vede protagonista. E, infine, caduta di ogni idea di pianificazione e di governo del territorio attento allo sviluppo modernamente produttivo e protagonista di nuove strategie di inclusione sociale. Paradosso dei Paradossi è stata Letizia Moratti a criticare Sala perchè la sua pratica di governo della città e la sua modernizzazione spinta hanno creato squilibri sociali non affrontati…

Intendiamoci, Napoli da questo punto di vista non è seconda a Milano. Comune Metropolitano e Regione si muovono di conserva sulla stessa lunghezza d’onda e lungo proprio queste coordinate. Nessuno faccia finta di non vedere.

Diciamola come essa è: la cultura di governo del centrosinistra nelle città più importanti è diventata molto poco liberale perfino, nel senso che tutti gli strumenti pur tenui di partecipazione e di riequilibrio dei poteri sono elusi dal bisogno di fare presto e di decidere in fretta, e molto liberista invece quanto a logica di uso dei beni comuni e assenza di ogni visione sociale progressiva.

C’è una discussione a sinistra? C’è un PD che reagisce?

Ci sono sue parti che aprono una lotta politica esplicita su questi punti? Poche settimane fa sono stato invitato a partecipare a Roma ad una interessante discussione seminariale promossa da Left Wing, con Matteo Orfini e Francesco Verducci, proprio sul tema della città, con, tra gli altri, Michele Grimaldi e Agostino Petrillo del Politecnico di Milano: tutta una nuova linea possibile di diverso governo del territorio: come la usiamo?

E, sarò ripetitivo, ma la cultura ecologista di AVS e la cultura non meramente giustizialista dei 5S, che dice?

Stiamo per andare a Regionali importanti: diventano questi contenuti discriminanti per programmi nuovi e alleanze qualificate del futuro?

A chi chiederlo? In Campania, tutto tace.

Parla solo l’Uscente a cui si lascia tutto il proscenio dello spettacolo per una politica che appunto a questo si riduce.

Con tutto il rispetto per lo spettacolo ovviamente.

Gianfranco Nappi

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