Ha suscitato diverse reazioni contrapposte la mia ultima piccola riflessione che ha preso le mosse dalla evoluzione solo apparentemente paradossale della vicenda politica campana ( https://www.infinitimondi.eu/2025/07/18/note-a-margine-33-son-tornate-le-assise-di-palazzo-marigliano-chi-risponde-sul-piano-politico-e-istituzionale-chi-rompe-la-cappa-di-trasversalismo-degli-interessi-che-oramai-domina-citta-e-regione/ ).
Vicenda che è potuta apparire paradossale a prima vista perchè l’ultimo round del confronto si è chiuso con un risultato favorevole al Presidente uscente della Regione oggetto prima di critiche a valanga: se non ci saranno altre novità, ovviamente del tutto possibili, il Presidente uscente potrà dire di avere vinto la partita che è consistita nel provare a portare a casa quel che le condizioni date consentivano realisticamente, risolta la principale dalla sentenza della Corte Costituzionale.
Addirittura è riuscito a ridefinire il campo di gioco con una mossa del cavallo a scavalco sul PD e in interlocuzione positiva con il Capo dei 5S e, solo dopo, è arrivato l’incontro con la Segretaria del PD, che è stata costretta a prendere atto, di conclusiva, sempre al momento, rilegittimazione.
Certo, ha lasciato un certo sconcerto l’iniziativa di Conte: i 5S sono stati, almeno per tutta una fase, i più fieri oppositori del Presidente mentre è evidente il tentativo tattico di giocare in casa del PD per creare ostacoli alla sua Segretaria e forse, solo in ultimo, viene il desiderio sincero di rimuovere ostacoli sul cammino del suo candidato alla Presidenza in Campania.
Il paradosso viene così dallo scontro durato mesi interno al PD dove gli uni e gli altri hanno fatto volare stracci, pesci e tutto il possibile rimanente per poi finire in una rincorsa all’intesa e ai riconoscimenti reciproci degna del peggior tatticismo politico, verrebbe proprio da dire….democristianamente.
Il Presidente uscente ci guadagna il massimo nelle condizioni date e, soprattutto, l’esser rientrato dalla porta principale nella realtà organica del PD. La Segretaria potrà assicurarsi in termini elettorali e di coalizione consolidata un voto delle prossime Regionali che potrà giocarsi anche in vista delle prossime politiche.
Al tempo in cui gli schieramenti sono ancora tutto, a prescindere dai contenuti per lei è un bene mentre l’astensionismo potrà ben crescere mentre la destra continuerà ad avere argomenti a piene mani per mietere consensi lì dove non ha alcun contrasto dalla politica: nella società.
E tutti vissero felici e contenti.
La mia valutazione è che Segretaria del PD e 5S abbiano, al minimo, difettato di coraggio. Abbiano temuto, più del dovuto, il potere del Presidente uscente e la sua reale capacità di presa e di consenso: tigre di carta.
Senza una coalizione; senza il sostegno di alcuna forza politica nazionale; con il grosso del ceto politico moderato e trasformistico aggregato intorno a lui tra centro e destra che sarebbe tornato alla casa madre moderata, tanto più di fronte al suo isolamento e alla tenuta del governo nazionale e di fronte alla prospettiva di una sua impossibile vittoria la sua strada sarebbe stata impervia e di brevissimo respiro, da piccolo satrapo locale che si oppone alla fine del suo ciclo politico.
La coerente realizzazione invece di un percorso di svolta di contenuti e di metodi di governo; di nuovo fondamento ad una nuova coalizione avrebbe dato ad essa uno slancio enorme e segnato quella svolta di cui la Campania ha bisogno.
Non è accaduto.
E così la coalizione, al momento, è larga ma in continuità con il decennio trascorso e ogni tentativo, non verbale ma di sostanza per innovare e cambiare strada si scontrerà con la legittimazione e la forza riconosciuta oggi a chi rappresenta invece quella conservazione.
Io ritengo che ‘senza’ si sarebbe vinto con ancora maggiore forza.
Si è ritenuto invece che ‘senza’ si potesse perdere, quando invece è il ‘con’ che disarma larghi settori di elettorato.
Certo, la scelta compiuta dice molte cose. E non lascia la situazione a come era prima.
Dice che non ci sono più per i 5S contenuti fondanti e pregiudiziali per stabilire una intesa: saremo smentiti e invece emergeranno? Dall’acqua pubblica ai beni comuni? Da Rigenera Campania ad un nuovo governo del territorio? A Bagnoli? Dalla sanità e scuola pubbliche prima di tutti gli interessi privatistici? Al momento tutto questo sembra sacrificato. E per essere ancora più espliciti: si cambia la legge urbanistica voluta dall’attuale Consiglio che consente di fare a Napoli e in Campania, con pieno rispetto della legge, quello che in questo momento almeno la magistratura contesta a Milano?
E dice che al prossimo dirigente del PD che griderà peste e corna del Presidente uscente, si potrà fare una bella pernacchia: questo passaggio ha sancito che il PD non riesce ad essere altro da quello che è oggi. E mi sembra ben poco di progressivo.
E dice che AVS corre il rischio di andare in contraddizione con se’ stessa. Parlo della Campania, Sinistra Italiana ( mentre i Verdi in Consiglio Regionale hanno di fatto supportato tutte le scelte pessime della Giunta Regionale ), ha profuso un impegno generoso e convinto in Rigenera Campania: sia a livello regionale che nelle province e a Napoli. E questo nulla lo potrà cancellare. Vedo il rischio, proprio per la sincerità dell’impegno profuso, che però la spinta nazionale che viene possa mettere in secondo piano il rigore dei contenuti e non creare la migliore condizione per fare sì che essi siano posti a base del programma della nuova coalizione. Lasciando così poi proprio SI a gestire una contraddizione poco sopportabile con il suo modo di essere sin qui affermato. AVS si avvia a risultati elettorali importanti, potrebbe aspirare ad assumere una funzione di traino della coalizione: e invece, proprio nei passaggi decisivi di queste ultime settimane, a Roma sembra scomparsa.
Le considerazioni svolte nella riflessione precedente sono apparse a diversi compagni come ‘massimaliste’, radicali, estreme. Io credo che esse siano solamente, come ho cercato di argomentare ancora qui, l’espressione di una presa d’atto realistica della situazione. E assumere la situazione per quel che è, è il primo esercizio per vedere cosa fare per cambiarla.
E soprattutto, dirlo oggi, ancora a mesi dal voto, penso io sia il modo più forte per spingere affinchè quelle condizioni che oggi non si intravedono da qui ad allora possano emergere. Un modo per dire a tutti gli innovatori che sono dentro tutte le forze politiche: fatevi sentire, collegatevi, non arrendetevi a questa situazione, diventate riferimenti veri di tante esperienze di movimento, assumetene temi , sollecitazioni propositive e obiettivi di partecipazione.
Da ultimo tra questi temi c’è una vera e propria piattaforma di partecipazione diretta della società che grazie al lavoro di Massimo Villone si va delineando e che pure reclamerebbe riscontri positivi.
Ma, anche questo è stato osservato, qual è la misura della critica al centrosinistra di fronte alla gravità del governo delle destre a livello nazionale? Come si fa a criticare il centrosinistra senza favorire anche la destra? Questione seria. Da vedere ma anche da non farsene imprigionare perchè poi può diventare l’alibi che copre tutte le malefatte ( politiche ) dei tuoi riferimenti che, esse sì, sono il gerovital più corroborante per la crescita della destra.
Ho imparato fin da ragazzo che quando i partiti non convincono la società o anche solo il proprio elettorato, quegli stessi partiti non devono scaricare sulla società che non ha capito proprie responsabilità ma fare di tutto per capirne invece essi le ragioni e cambiare, per riprendere il contatto perduto.
Già questo sarebbe un punto di partenza che porterebbe lontano.
Gianfranco Nappi