Due giornate importanti per Napoli e la Campania tra mercoledì 16 e giovedì 17 luglio.
Mercoledì l’incontro promosso da Rigenera ad Architettura da cui è emersa l’idea di un grande incontro tra mondo del lavoro e mondo delle competenze, della intellettualità e dei movimenti intorno ai fondamentali nodi aperti sul governo del territorio e sul futuro di città e Regione, con tanti contributi venuti da questi mondi e dal Segretario della CGIL della Campania Nicola Ricci.
Ieri invece, giovedì, all’Istituto per gli Studi Filosofici son tornate le Assise intorno al decisivo nodo di Bagnoli: decisivo per la sua portata e per il suo carattere emblematico di tutto un modo di intendere lo sviluppo della città: grandissima, intensa e tesa partecipazione. Con contributi importanti e di merito sono stati disvelati i due grandi imbrogli che vedono protagonista Comune unito a governo nazionale e nell’alveo della normazione urbanistica di cui si è resa protagonista la Regione Campania: l’imbroglio di decisioni fondamentali sull’assetto della città assunte in assoluta assenza di trasparenza e partecipazione e l’imbroglio di uno stravolgimento degli strumenti urbanistici in favore di grandi interessi di una rendita fondiaria globale a cui si aprono porte e finestre. Con la conseguenza materiale di negare l’ultima spiaggia ai napoletani, Bagnoli; di interrompere la linea di costa in modo definitivo, con la decisione della non rimozione della colmata; di ridurre significativamente il grande bosco programmato di 120 ettari ( vera follia che nega ai cittadini verde e aria pulita e fresca al tempo della crisi climatica….) facendo spazio, grazie al grande evento di coppa America vero cavallo di Troia, ad un incremento delle volumetrie di nuova edificazione. Il tutto con l’idea di un livello di vitae di turismo che espelle i ceti popolari.
Un fatto enorme che si unisce a quelli già in corso
Grandi questioni emerse. Con il Comune che si sottrae ad ogni confronto.
Che fare ora?
Il movimento composito di Associazioni, Comitati, Organizzazioni della società civile, singole personalità, deciderà per se’ le tappe della sua mobilitazione che si annuncia decisa. Certo esso ha il problema non piccolo, ma anche entusiasmante a vedere bene, di come acquisire una forza d’urto che oggi gli viene negata: e questo si darà solo se, nella valorizzazione di tutti i singoli percorsi, questo composito mondo riuscirà a definire una sinergia ed una messa in rete che dia davvero un altro peso a tutti insieme. E qui davvero quell’idea di incontro con il mondo del lavoro può prefigurare un pezzo di alleanza sociale che smuova nel profondo la società napoletana e campana. Si vedrà.
Ma l’interrogativo viene immediatamente e direttamente alle istituzioni campane: voi che dite? Fate finta di niente?
Antonio Bassolino, consigliere comunale della città, ha posto nei giorni scorsi con grande forza il tema del bisogno urgente di una riconsegna alle assemblee elettive di un potere reale di informazione e di decisione.
Luigi De Magistris, presente ieri all’Assemblea, esprime una posizione molto netta di contestazione nel metodo e nel merito delle scelte in atto.
Il Sindaco in carica , protagonista per una parte e costretto a far buon viso a cattivo gioco ,per altra, di fronte all’attivismo invasivo del governo nazionale, tace. Ma non potrà farlo ancora a lungo.
Ed emerge anche un altro tema di fondo. Non c’è un buono, il Sindaco di Napoli, e un cattivo, il Presidente della Regione: hanno sicuramente temperamenti e obiettivi personali diversi, e probabilmente non avranno gran piacere a cenare insieme ma sono assolutamente insieme in una strategia di governo che con il protagonismo dei soggetti della rendita fondiaria, locali e internazionali, da un lato, e di consistenti settori di un’Accademia, sempre più piegata agli interessi privatistici, stanno determinando scelte dalle gravi conseguenze sociali in termini di povertà del lavoro, di smantellamento della sanità pubblica, di ulteriore congestione dell’area metropolitana Napoli-Salerno e di ulteriore abbandono dell’Appennino. E in questo disegno, Napoli vede veramente esplodere tutti i processi di gentrificazione. E il sociale, la scuola pubblica, la salute come diritto scompaiono dall’agenda, terreno buono solo per un’azione caritatevole magari verso il terzo settore.
Bene.
E’ questo il nuovo centrosinistra?
E il Movimento 5Stelle ma davvero vive la sua dimensione di coalizione solo come integrazione passiva?
E AVS? Intanto in Consiglio Comunale, come in tante Municipalità, questa forza politica è presente in varie forme ma in modo significativo: di fronte a scelte del genere, conferma il suo appoggio al Sindaco? O fa un gesto di coraggio e di verità, che avrebbe un grande e positivo peso, e dichiara la sua opposizione netta a questo disegno che diventa anche necessariamente opposizione a chi di quel disegno si sta rendendo protagonista?
E il PD con i suoi esponenti locali come con la Segretaria nazionale hanno qualcosa da dire? La loro svolta in cosa consiste se, a Napoli come a Milano, la politica di governo del territorio è ispirata al più esplicito neoliberismo?
Questo è.
Del resto, chi sperava che la Segretaria potesse intervenire sulla Campania, e si è rivolto a lei con lettere e appelli, ha dovuto prendere atto che la questione del terzo mandato si è risolta solo con l’intervento della Corte Costituzionale e che il Presidente uscente della Regione Campania non rappresenta una eccentricità all’interno del PD ma è una delle facce più organiche della sua costituzione materiale, titolato ad essere PD come e quanto gli altri, pur dopo i pesci in faccia che sono volati…ma si sa…ora bisogna vincere e quindi, avanti nella continuità con l’esperienza di governo di questi ultimi anni, per metodo e per contenuti, come si vede. E quindi, magari gli si concedono posti nella lista del PD, una lista civica, posti in liste formalmente di altre formazioni politiche, assessori in giunta perchè il tema è chiaro: va presidiato, nella sua fase realizzativa più delicata, quel vero e proprio patto di governo con i grandi interessi che è destinato a segnare, se non esplicitamente spezzato, anche i prossimi 10 anni di vita della Regione. E per spezzarlo sul punto più esposto, la piattaforma di Rigenera, delle 40 Associazioni, delle Assise sarebbe utilissima come cuore di un programma di svolta e di un altro futuro per la Campania.
Peraltro, invece, poi, essendo già arrivata anche la benedizione di Conte davanti a un bel bicchiere di vino, che altro vuoi?
L’unica consolazione che deriva da questo quadro, devo dire è che si va organizzando per le prossime regionali una vera e propria armata che sbaraglia il campo avversario prima ancora di scendere a contesa. A fronte di questo quindi posso in serenità dire, con una lacerazione interiore certo non piccola, che avvenga pure questo ma almeno senza il mio voto. Non in mio nome.
Gianfranco Nappi





