di Gianfranco Nappi

Ci deve essere un qualche riflesso condizionato di protervia da Grande partito, anche se del Grande non è rimasta neanche l’ombra, che spinge il PD a divorare, o assistere impassibile alla autodissoluzione – che poi non è cosa tanto diversa – di tutto quanto è eccentrico rispetto alla sua linea ultracentrista , alla sua pratica di parcellizzazione neofeudale dello strumento-partito, alla sua visione ultragovernativistica della politica .

E così, del famoso ‘campo largo’, il cui inventore è stato quel Segretario Zingaretti che è letteralmente scappato dalla sua Segreteria, inorridito dal suo stesso partito alla cui guida poi, senza nulla mutare, si è assiso e lì rimane optime Enrico Letta, è rimasto un quasi deserto.

Senza alcuna intelligenza politica nulla ha fatto il PD per guardare con favore la nascita alla sua sinistra di una spinta aggregante, dotata di una propria visione e autonomia e capace di incalzarlo, sollecitarlo a dare sempre il meglio di se e, soprattutto, tanto forte da poter dialogare con l’immensa area del non voto, dell’astensione per critica politica, per assenza di rappresentanza, per stanchezza perfino, ed è questa la cosa più grave forse, nei confronti di quel che è diventato rituale spesso svuotato di ogni contenuto.

E, ad onor del vero, ancora meno hanno fatto gli stessi protagonisti di LEU…

E infatti, la parabola di LEU e del rapporto del PD con questo non-nato dal giorno stesso delle ultime elezioni politiche fino alla realtà di oggi, di cosa parla se non di questo?

Ora, il richiamo all’ordine non della giusta vicinanza con il popolo ucraino colpito da una brutale invasione e impegnato in una guerra che non solo Putin ma nessuno fa niente per bloccare con una vera e pressante iniziativa di pace – e non può certo riuscire da solo questo Papa – ma della rigida osservanza atlantista ed europeista dopo le timide uscite di Giuseppe Conte per affermare una linea che restituisse al Parlamento un ruolo minimamente più rispettoso di quella che è ancora la Carta costituzionale e aprisse fosse anche solo a discutere il tema del se e del come continuare a concentrare l’aiuto prevalente nell’invio di armi di cui poi nulla si sa, ha mandato a sbattere proprio il Movimento 5S, l’altra gamba di quel cosiddetto ‘campo largo’, ora rotto tra una parte rigidamente osservante e una parte, pur maggioritaria, dolorosamente osservante .

E il PD che ha fatto in queste giornate? Ha forse messo in opera una iniziativa politica che provasse ad evitare che questo passaggio divenisse esplosivo per i 5S, ha avanzato proposte, idee che potessero provare a evitare la deflagrazione che c’è stata? Nulla. Ha assistito, come accade su quasi tutto ormai, muto e bloccato dal suo atlantismo più atlantico degli atlantisti originali e più vuotamente europeista degli europeisti a chiacchiere.

Risultato?

Un PD sempre più integrato e sempre più spinto in un centro che non è luogo di moderazione e di costruzione di nuovi equilibri ma terreno di lotta esasperata per il potere, per il governo per il governo con invece l’agenda e i suoi contenuti, radicalmente antirobinhudiani, definiti in sedi rigorosamente non politiche ma economico-finanziarie con relativa burocrazia di esperti al seguito ( e che invade tutti gli spazi di dibattito pubblico con il ruolo di commentatori e banditori di un pensiero unico a reti unificate, sulla RAI massimamente ).

E sempre più assediato dai Renzi, dai Calenda e, in arrivo, dalle Carfagna (?).

Che vuol dire centrista in questa versione? Vuol dire in primo luogo rigidamente osservante dei rapporti di forza sociali, cristallizzati nella loro insopportabile ingiustizia. Con solo qualche atto di generosa carità, al massimo….

Ha forse il PD battuto ciglio sulla proposta, pur solo moderatamente riformistico-redistributiva, del Segretario della CGIL di tassare al 100% l’extra-profitto generato dalla crisi energetica e dalle immani speculazioni che si sta portando appresso? Extraprofitto, come dice la parola, indica tutto quello che va oltre l’ordinario profitto ( che già non è cosa nè piccola nè bella…), ma è un di più generato nella situazione di oggi, con larghe speculazioni e che al momento paga chi non può fare a meno di usare un’auto e di comprare cibo e vestiti gravati da questo di più: e cioè la maggioranza della popolazione che diventa così, come si dice a Napoli, cornuta e mazziata.

Ha il PD una linea per far fare un salto non alla definita transizione ecologica – che nulla intende cambiare, e quindi ampiamente inefficace nei confronti dei cambiamenti climatici – ma a quella irrinunciabile e urgentissima messa in discussione di un modello di sviluppo energivoro e retto dall’avidità. Quale occasione di quella di questo tempo per mettere all’ordine del giorno, e per davvero, i temi dell’acqua come bene comune e pubblico e del bisogno di fermare un dissennato consumo di suolo che dalle scelte dei Comuni sale fino all’alto di un certo modo di intendere il PNRR?

Sta forse cambiando in meglio la sanità pubblica e il diritto alla salute per tutti è più garantito oggi? Se guardo solo alla Campania, Report ha avuto il merito di farci vedere come ormai neanche il Pronto Soccorso è garantito in grandi ospedali…

Eccolo allora questo centrismo di potere che prepara il terreno ad una destra aggressiva e ad una ulteriore sofferenza democratica.

Forse si sarebbe ancora in tempo per porre quanto meno un argine a tutto questo e guadagnare tempo per una sua messa in discussione .

Forse.

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2 commenti

  1. Forse, perché siamo degli inguaribili ottimisti della volontà

  2. Parole desolanti e perfette. Nel vuoto ammaccato di una Sinistra -ahi, mi è scappata la maiuscola! -muta e divisa.

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