di Gianfranco Nappi

Parto da una considerazione preoccupata sulle reazioni delle Destre in tandem Salvini-Meloni con il coro di qualche Presidente di Regione in queste ultime ore : reazioni gravi in assoluto e ancor di più per il momento che sta attraversando il Paese.

Non si possono certo accettare lezioni da chi, in questi due mesi ha detto tutto e il contrario di tutto solo in funzione di un ipotetico tornaconto di consenso elettorale : ieri al grido, E’ poco più che un raffreddore . Poi: Chiudere tutto! Oggi , Aprire tutto o scendiamo in piazza!

C’è solo da considerare tutto ciò nella sua irresponsabilità : non osiamo immaginare dove lorsignori avrebbero condotto il Paese se ne avessero avuto la guida…Altri iniettatori di disinfettanti nelle vene, sul modello Trump!

Quindi mi sento di esprimere solidarietà a Governo e Conte in questo momento.

Come qualcuno ha detto, gestire la Fase 2 è sicuramente più complicato che ‘chiudere tutto’ o ‘aprire tutto’: dalle scelte che fai, selezioni priorità, lasci qualcuno più libero e qualcun altro più ‘costretto’, stabilisci delle gerarchie.

Ogni scelta che fai, per quanto motivata ‘tecnicamente’ ha dentro di se’ una sua politicità perchè interviene nella carne viva del paese, della società.

E allora qui viene la domanda: ma davvero è immaginabile ridurre il tema della CONVIVENZA CON IL VIRUS, perchè di questo stiamo discutendo, ad un insieme di regole di convivenza e di organizzazione della società, di soluzioni tecniche, assunte come neutre quando invece di neutro non hanno un bel niente , senza che quella stessa società sia chiamata ad esprimere un pensiero, una costruzione collettiva di idee, a selezionare, essa, priorità di intervento, gerarchie?

Al netto delle irresponsabilità d cui abbiamo detto, non potrà farcela in ogni caso un modello che immaginasse di affermarsi attraverso un uomo solo al comando + scienza e tecnica di supporto.

Ovviamente, nella stretta che stiamo vivendo emergono spinte e forze in questa direzione, interessi corposi: perchè questa sarebbe la soluzione più coerente con un rilancio in grande della società mercato messa così radicalmente in discussione dalla pandemia. E perchè questa soluzione risolverebbe con una semplificazione estrema la mal sopportata e presunta complessità della democrazia.

Non va forse in questa direzione quella che appare più di una semplice suggestione per un Governo Draghi?

Non conosco i fatti di la Repubblica, un quotidiano che ha avuto sulla sinistra italiana una funzione quantomeno controversa, ma non sa di disciplinamento preventivo il passaggio agli Agnelli di ieri e ora la destituzione del suo Direttore?

Segnali non belli. Come si contrasta questa deriva?

E’ questa la prima volta che , rimaniamo pure nell’arco dei 100 anni, che il Paese si trova ad affrontare un passaggio così denso di sofferenze e di implicazioni in assenza di soggetti collettivi organizzati ( insisto su questo tema già posto che mi appare decisivo https://www.infinitimondi.eu/2020/04/17/il-professor-ernesto-galli-della-loggia-scopre-le-disuguaglianze-meglio-tardi-che-mai-17-aprile-2020/…..), che carichino sulle proprie spalle una funzione di elaborazione collettiva, di canali strutturati di partecipazione e di formazione consapevole di opinione pubblica, di idee, di visioni: anzi, questo passaggio li coglie in un momento di crisi strutturale e verticale.

E come fai a immaginare una riorganizzazione della società senza porre a tema, oggi non domani, anche questa grande questione? Hai voglia di richiamarti alla Costituzione, ma essa già è indebolita, diminuita da questa assenza.

Perchè la politica non riesce a trovare la spinta per un suo ripensarsi in questa ottica?

Per carità. Nessun giudizio facilone: fa tremare le vene ai polsi il carico di responsabilità che grava sulle spalle di chi oggi ha una responsabilità pubblica. E quindi, vicinanza a tutti loro. E per quel che ci riguarda, alle forze principali che sostengono il Governo: 5 Stelle e PD.

E però, ma davvero, e parlo del PD, ed anche di LEU in qualche modo, non c’è uno sguardo più alto da levare? Non c’è una sollecitazione ad elaborare un pensiero nuovo e all’apertura di una nuova fase partecipativa delle forze migliori della società? Al mondo del lavoro e del sapere? Perchè manca un appello in questa direzione? E’ l’annichilimento del virus che ancora attanaglia o è strutturalmente fuori dall’orizzonte di questa politica?

Tutto dovrebbe essere all’altezza della sfida di un virus che poi altro non è se non la resa fisicamente concreta, toccante, della insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo : della sua insostenibilità di violazione e di saccheggio sistematico della natura e della sua insostenibilità di produzione di sofferenza sociale generata da una disuguaglianza mai così grande.

Devi ripensarlo questo sviluppo, devi ripensarle le tue società, le tue città, le tue economie oltre il dominio del capitale finanziario che oggi detta legge: è dentro quel dominio che incuba la difficoltà a rispondere a tutti i virus del futuro.

Fino all’assurdo di un sistema di sorveglianza delle persone ( il capitalismo della sorveglianza l’ha definito non una pericolosa estremista ma una vivace studiosa statunitense ), che attraverso i suoi Google, Facebook, Microsoft…sa tutto di noi, noi niente di lui e che ci spinge ad avere perfino paura se abbiamo da condividere noi i nostri dati per garantire la nostra di salute…

E come fai a metterlo in discussione, a ripensarlo senza un pensiero, perdonate il gioco di parole, condiviso, senza una partecipazione larga, una mobilitazione di forze sociali? E senza questo sforzo, come aiuti questa nostra società così esposta agli effetti psicologici e sociali della crisi a resistere, a trovare dentro di se’ le energie per reagire, per non abbandonarsi a sconforto, a perdita di speranza, a paure e rabbia, veri terreni di coltura di indicibili sofferenze sociali e di esposizione alle avventure più tristi?

Ti attenderesti messaggi forti da quel mondo delle competenze, della ricerca e dei saperi, così integrato a livello globale eppure così silente di fronte alla deriva dell’Europa e all’esigenza di schierarsi per un non ritorno alle politiche di austerità e di competizione di corto respiro interna al continente.

Ti aspetteresti un messaggio forte dei Sindacati a livello europeo.

Ti attenderesti dunque messaggi forti dalla politica. E invece niente o quasi.

Se l’analisi è giusta, e Dio solo lo sa, non è che ci siano molte alternative: o questo salto, questa capacità di rotture e di costruzione nuova o stiamo correndo verso una stretta ulteriore che non porta con se’ nulla di buono.

Nonostante tutto le donne e gli uomini di buona volontà non scarseggiano: speriamo che trovino la strada per incontrarsi.

Appena passato il 25 aprile e in vista di un Primo maggio senza precedenti, ci guidi la consapevolezza di questa ricerca di nuovo incontro, di nuova fraternità.

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3 commenti

  1. “senza che quella stessa società sia chiamata ad esprimere un pensiero, una costruzione collettiva di idee, a selezionare, essa, priorità di intervento, gerarchie Perchè manca un appello in questa direzione?” scrivi, e a me sembra il cuore del problema, antico ormai. Ma non per questo meno grave, anzi forse oggi l’assenza di un’organizzazione politica che assuma la responsabilità di farla quella chiamata, di convocare pensieri e progettualità addirittura sgomenta. Toglie forza e una buona parte senso al nostro resistere. Resistere per cosa, per tornare a come eravamo prima? solo più poveri/e, più diseguali, più impauriti/e e meno liberi/e? È alle viste il peccato capitale dello spreco, l’ennesimo – mi dirai – ma certo il più esiziale, irrecuperabile. Se neanche una catastrofe come questa infonde energia trasformatrice, è la fine. Zingaretti ha aperto bocca, sommessamente, per biasimare la mancata riapertura delle chiese ai culti. Di leu, ministro della salute a parte – e a cui va tutta la mia solidarietà – non si hanno notizie. Possibile, mi tempesta di mail effervescenti piene di idee e progetti, ma contando anche me che non ho rinnovato, penso che arrivi a 15 iscritti. Ciò scritto, essendo questa una comunità di donne e uomini di buona volontà, mi unisco a Leopardi affermando che la certezza del vero non estingue la speranza.

    1. Author

      grazie iaia. hai detto con parole più giuste delle mie quello che è il nostro punto di vista. e persino…uno stato d’animo.

  2. Un uomo solo al comando, anche con l’ ausilio di illuminati esperti, è l’ antitesi della democrazia. Quindi un no deciso.!
    In particolari momenti, come questo della pandemia, la politica deve essere capace di rapida sintesi e unità d’ azione, ma mai contro i diritti costituzionali e la democrazia.
    Questa democrazia già profondamente ferita nelle sue fondamenta, con la progressiva negazione dei diritti costituzionali. Un potere sempre più distante dal popolo, che ha rinunciato alla sua sovranità confluendo nell’ area dell’ indifferentismo. Quanto attuale è ancora il discorso di Calamandrei agli studenti, tenuto nel lontano 1955 !
    Sinistra e popolo devono ritrovare se stessi e le ragioni della loro unità d’ azione.
    Sono convinto che la politica sia un’ arte sublime, aperta a tutti ma che solo pochi possono fare . Sotto le macerie del Muro di Berlino sono finite anche le ideologie. Grave errore perché è mancato un modello di sviluppo da contrapporre al liberismo. Il popolo deve trovare la sua sovranità, partecipando alla vita pubblica, è la politica deve ritrovare la capacità di elaborare il modello di società sostenibile ed equa. Cioè un modello diverso da quello che registriamo in Italia, Europa e nel mondo.

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