L’insostenibile pesantezza di Ernesto Galli Della Loggia. Ci vorrebbe un po’ di sano senso autocritico che manca sempre in certa intellettualità autocompiacentesi. E poi, una notazione su Franco Arminio, Alberto Lucarelli e Vincenzo de Luca.

E’ fin troppo facile sparare sulla Croce Rossa…come si dice, in metafora per carità,  perché nel reale invece alla Croce Rossa  va un abbraccio grandissimo.

Dicevamo del facile sparar che caratterizza un impegnato editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere di ieri. La tesi è semplice: c’è una Sanità che al Sud è particolarmente impreparata ad affrontare la crisi per responsabilità delle Regioni, eccola la Croce Rossa, che hanno sperperato risorse o, che poi grosso modo è la stessa cosa, non le hanno sapute spendere in modo utile. Il male viene da lì. Poi Galli Della Loggia affronta anche altre emergenze a cominciare da quella serissima della condizione carceraria.

Ma rimaniamo sul primo punto. Ora, non è che si possa dare torto a Galli Della Loggia nel giudizio severo sulla capacità delle Regioni del Sud di rappresentare un esempio di efficienza.  E chi segue un po’ quel che andiamo dicendo con INFINITIMONDI sa bene che il nostro giudizio è severo quanto autocritico. Ma qui crediamo c’entri poco. O non rappresenti l’aspetto decisivo della situazione. L’aspetto decisivo è dato da tutto ciò che è disceso dalle politiche di convergenza europea che hanno segnato le scelte fondamentali a partire dalla seconda metà degli anni ’90 : e sì, perché i veri anni degli sperperi, dell’uso facile delle risorse del bilancio dello Stato per costruire consenso elettorale, sono gli anni ’80 del secolo scorso. Dopo, sono venute invece, le politiche, appunto, di convergenza, le manovre draconiane per ‘salvare l’Italia’ dei Governi Amato e Ciampi.  Vorremmo ricordare al Professor Galli Della Loggia che l’Italia è in avanzo di bilancio dal 1990, solo nel 2009, per effetto della crisi del 2007/2008 non lo si è raggiunto : vuol dire che da circa 30 anni lo   Stato, al netto degli interessi sul debito,  spende meno di quello che gli entra. E questo è il risultato massimo delle politiche di austerità, dei tagli continui alla spesa pubblica, adottate ancor più intensamente ,è un paradosso a vederla dal lato della società, dopo la crisi del 2007 appunto, che per la Sanità ha voluto dire 40.000 posti letto in meno. E migliaia posti di terapia intensiva in meno. E migliaia di medici e infermieri in meno. E’ nella cura neoliberista alla crisi del neoliberismo, nell’idea che mercato e profitto fossero i nuovi dei e che il pubblico fosse il male, nell’idea che non ci dovesse essere più società, e dunque comunità, ma solo individui in competizione tra di loro che affondano le loro radici i grandi problemi di oggi: forse non il coronavirus, ma sicuramente la difficoltà nell’affrontarlo. Ma su questo il Professor Galli Della Loggia non ci dice niente.

***

Ci dice invece tanto Franco Arminio che ieri dalle pagine napoletane de la Repubblica ha criticato il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, per alcune sue esternazioni più vicine a quelle di uno sceriffo del Far West che a quelle di un uomo delle Istituzioni e per  la sua idea che ci sia un  potere normativo delle Regioni, in questa emergenza così acuta, prevalente rispetto a quello dello Stato. Il tema, nei suoi risvolti giuridici, era stato posto criticamente qualche giorno prima anche dal Professor Alberto Lucarelli dalle colonne de il Mattino. Per parte nostra pensiamo che Arminio e Lucarelli dicano cose sacrosante.

Gianfranco Nappi

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1 commento

  1. O gli sciamani del neoliberismo ammettono che, se c’è un verbo, esso si chiama Dio, e non Mercato, o la crisi del capitalismo diventerà davvero tragica.

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