di Gianfranco Nappi
Nessuno può dire ora come andrà. Intanto però anche per chi non è del PD e che però non pensa che il tanto peggio sia il tanto meglio, non può non venire una nota positiva e perfino di speranza ( esageriamo? ), per il risultato di Elly Schlein e per il modo in cui esso è maturato. Nel PD non c’è solo nomenclatura, con annessi e connessi. Dentro e vicino ad esso c’è anche altro. E in questa occasione si è fatto sentire. Buon segno.
La sfida è difficile per la nuova Segretaria. E soprattutto se davvero vorrà passare ad una idea di costruzione di politica in modo collettivo, partecipato, guardando alla complessità dei problemi e non alle semplificazioni mediatiche e leaderistiche. E se vorrà riancorare questo partito lì da dove esso si è ritratto nelle dinamiche delle sue pratiche istituzional-governtativistico-correntizie: dalla società e dal mondo del lavoro.
L’impianto che lei ha presentato presenta sprazzi promettenti in una debolezza di analisi, di strategia e di visone generale. Ad ogni modo oggi è il momento di salutare gli sprazzi e un voto che ha detto quanta insofferenza fosse maturata nel PD e vicino ad esso per un andazzo di pratica politica impermeabile e chiusa in una pura dimensione di potere.
Vengono subito due sfide che per essere affrontate richiedono l’avvio di un lavoro di lunga lena di nuova elaborazione di cultura politica.
Pace e Guerra. Rispetto alle posizioni sin qui assunte dal PD, che definire di neoatlantismo supino è dire poco, e di fronte al bisogno di una iniziativa urgente di pace, come le piazze del 24 e 25 febbraio hanno invocato, come si delinea una nuova presenza del PD? La solidarietà attiva con l’Ucraina aggredita deve per forza coincidere con le posizioni più retrive in campo? Non può accompagnarsi appunto ad una iniziativa di pace e alla riapertura di uno spazio politico di iniziativa diplomatica dell’Europa?
Questione migranti. Dove si colloca qui il PD? Solo altre lacrime dopo la tragedia di Crotone? Solo critica giusta di gravi responsabilità già accumulate in così poco tempo da questo Governo e chiose su accenti e virgole, o inizio della proposizione del tema di fondo: il rigetto – culturale, politico, etico – dell’idea che ci sia una frontiera esterna da presidiare nei confronti del nemico-migrante. E’ da questa convinzione che nasce la disumanità di oggi nei loro confronti. E poi c’è il bisogno di affermare per l’Europa, e per i paesi ricchi, il mutamento radicale della ragione del loro sviluppo, fondato in larga misura ancora oggi sulla rapina e sullo sfruttamento dell’Africa e di tanti altri paesi unitamente alla logica della guerra. Il problema non è quello di dare qualche soldo in più per gli aiuti nel mentre si rafforza quel modello di rapina. L’ipocrisia dei paesi ricchi è massima.
Nulla è più ipocrita di dire: aiutiamoli a casa loro, quando quella casa siamo noi i primi a demolirgliela.
E allora in queste ore così cariche di dolore per tante morti innocenti, lasciamo spazio alla denuncia e al grido di lotta di questa poesia di Pietro Ingrao, per gli Oscurati, per quelli cioè che dotati di una propria luce, se la vedono però oscurata, appunto, dalla logica della forza e del profitto.
Eppure
Per gli incolori
che non hanno canto
neppure il grido,
per chi solo transita
senza nemmeno raccontare il suo respiro,
per i dispersi nelle tane, nei meandri dove non c’è segno, né nido,
per gli oscurati dal sole altrui,
per la polvere
di cui non si può dire la storia,
per i non nati mai
perché non furono riconosciuti,
per le parole perdute nell’ansia
per gli inni che nessuno canta
essendo solo desiderio spento,
per le grandi solitudini che si affollano
i sentieri persi
gli occhi chiusi
i reclusi nelle carceri d’ombra
per gli innominati,
i semplici deserti:
fiume senza bandiere senza sponde
eppure eterno fiume dell’esistere
“L’impianto che lei ha presentato presenta sprazzi promettenti in una debolezza di analisi, di strategia e di visone generale.”
Caro Gianfranco mi pare un giudizio eccessivamente severo e francamente ammantato di paternalismo.
Aspettiamo di vederla all’opera !
Caro, capisco e ti seguo.
Però non dimenticare che quel che hai letto è scritto da uno che ritiene ( anche se vorrebbe sbagliarsi ), irriformabile il PD e quindi, a vedere bene, nel mio piccolo ho fatto una grande apertura di credito alla Schlein. Ti trovi? E comunque, vediamo. Un grande abbraccio a te.
•Per Elly: un raggio di luce lanciato in ogni caso sul nuovo frantumando, forse, vecchi giochi di potere e anacronistici schemi di lettura del reale. Da non sottovalutare- né dimenticare – la grande e vitale partecipazione dei giovani.
• Per la tragedia nel mare di Crotone ? sgomento, impotenza e, ancora una volta, nei messaggi mediatici- soprattutto del ministero e del capo di governo donna- confusione tra etica, morale, moralismo