Trovate di seguito raccolto un materiale programmatico, di contenuti e di visioni per quella che potremmo definire LA CAMPANIA CHE VERRA’. Per quanto da noi presentato esso è nei fatti il distillato di oltre 5 mesi di confronto, larga parte dei quali concidenti con la fase più acuta e recludente della Pandemia, frutto del concorso di tanti che hanno animato i tanti momenti di discussione e di approfondimento che abbiamo promosso.

Perchè Marziani? Perchè immaginavamo che dopo quel po’ po’ che abbiamo passato ( e che non è ancora passato…), il confronto per le prossime elezioni regionali potesse fornire, DOVEROSAMENTE, l’occasione per quel lavoro di smontaggio e rimontaggio che Aldo Masullo ha evocato, e ci ha lasciato come uno dei suoi ultimi lucidi contributi e che è diventato il filo conduttore di questo nostro lavoro di ricerca che si è condensato anche nel nostro ultimo numero della rivista, monografico, PROFILI DI UNA PANDEMIA:

“  Utilizziamo il tempo, da soli o discutendo con altri, per scoprire gli errori nelle regole e nelle pratiche in atto. Divertiamoci dunque a smontare idealmente questo o quel pezzo della nostra macchina sociale e a immaginarlo ricostruito come più servirebbe. Concorriamo insomma tutti a progettare, con gli incisivi aggiornamenti del caso, l’Italia che avrebbe dovuto essere e non è stata .

Desolatamente, niente di tutto questo sta accadendo.!

Un accavallarsi di facce su gigantografie, senza alcun ritegno; un accumularsi di ceti politici i più disparati e improbabili; un vuoto di idee e di trasparenza nei propositi.

E allora ci sentiamo Marziani.

E però, pur sentendoci tali, siamo pienamente Terrestri , Campani e Testardi.

Ed allora, può avere un senso questo ‘sasso nello stagno’ che lanciamo con il documento che trovate di seguito pubblicato e aperto ad ofgni ulteriore arricchimento ed approfondimento: materiali utili, comunque e a prescindere, con cui qualunque politica non potrà fare a meno di misurarsi.

PER UNA RACCOLTA DI IDEE E DI PRIORITA’

Per contrastare gli effetti drammatici della Pandemia sotto il profilo economico-sciale si vanno mobilitando risorse ingenti, nazionali ed europee; sia sotto forma di finanziamento diretto che di accesso al credito e all’indebitamento per i singoli Stati e, per la prima volta, a livello di Europa: :  fatto questo che se confermato rappresenta una vera svolta nel modo di essere del Progetto europeo.

La Pandemia ha colto impreparato il continente : troppi settori sociali e troppi servizi pubblici, a cominciare da Sanità pubblica e Scuola pubblica, sono risultati fiaccati dagli effetti di oltre un decennio di grave crisi economica e dalle stesse politiche di austerità adottate per fronteggiarla in modo non concludente.

L’insieme di queste politiche inoltre ha nei fatti favorito o comunque non ostacolato una ulteriore libertà di movimento di capitali speculativi e un crescere insopportabile di disuguaglianze sociali, enormi concentrazioni di ricchezza, indebolimento  di interi contesti territoriali di cui il Mezzogiorno è testimonianza primaria.

Il di più di sofferenza indotto dalla Pandemia è stato dovuto esattamente all’insieme di questi fattori.

Abbiamo seri dubbi che una svolta reale possa consolidarsi senza una esplicita revisione delle precedenti politiche.

A maggior ragione dunque c’è bisogno della più grande e ampia mobilitazione di forze sociali per reclamare e far vivere una svolta del genere.

Oltre ai 100 miliardi già stanziati dal Governo italiano si annunciano non meno di 210 miliardi  per l’Italia dalle scelte europee a cui vanno ad aggiungersi quote non piccole dei Fondi per la Cassa Integrazione europea e della Banca Europea degli Investimenti già stanziati. Senza voler far poi riferimento al MES e ai circa 36 miliardi disponibili per l’Italia.

Al tutto si aggiungeranno poi le risorse ‘ordinarie’ della nuova programmazione comunitaria 2021-2027.

Una massa enorme di risorse dunque. Senza precedenti.

Come sarà utilizzata? In base a quali principi e quali priorità? Con quali metodologie di spesa e di finalizzazione di risultati?

Già in altri momenti della storia del nostro paese e del Mezzogiorno, dopo grandi emergenze , sono state mobilitate risorse ingenti poi non finalizzate a determinare sviluppo ma tese più ad alimentare mance e potenziamento di sistemi di potere.

E’ evidente che siamo in presenza di una straordinaria opportunità che si rivelerà tale solo se si aprirà un grande e pubblico confronto nel quale sia data finalmente voce alla società e alle sue esperienze organizzate e associate.

L’orientamento di utilizzo di queste risorse non sta in nessuna indicazione tecnocratica di esperti : essa sta in limpide scelte politiche di indirizzo che vanno assunte.

Il cardine di queste scelte dovrebbe avere il centro sulla RICONVERSIONE ECOLOGICA DELLA SOCIETA’, DELLE PRODUZIONI, DEI SERVIZI, DEL VIVERE URBANO, come leva decisiva per affermare un’altra qualità dello sviluppo e della crescita in un contesto di creazione diffusa di nuovo lavoro;

nella LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE SOCIALI con il potenziamento fino alla nuova costruzione di tutte le reti sociali di inclusione e promozione sociale, di cura alle persone e alla loro salute, di scuola e formazione;

assunzione del MEZZOGIORNO come riferimento primario: seppur ovviamente non esclusivo dell’intera strategia, qui dove gli indici di disoccupazione giovanile, di emigrazione, di invivibilità in tanti contesti urbani raggiungono livelli insopportabili;

definizione di nuovi strumenti di governo degli interventi da non affidare ad alcuna logica emergenziale ma da programmare e realizzare in un quadro di ampia partecipazione, di pieno coinvolgimento delle Regioni,   ma con un solido COORDINAMENTO SU SCALA MERIDIONALE che assicuri unitarietà e certezza della coerenza tra gli interventi, i tempi di loro realizzazione e le finalità ispiratrici degli  interventi stessi.

E’ su questo che va aperto il confronto sia a livello nazionale che a livello regionale: anche la Campania ha bisogno finalmente di un confronto pubblico sul suo futuro.

A nostro avviso, a cominciare dalla Campania, andrebbero assunti alcuni principi di base: quando discuterne se non in una campagna elettorale che porterà al rinnovo del Consiglio Regionale? E invece, ovviamente, non c’è traccia di contenuto nella discussione prevalente: e già questo è un programma che dice molte cose.

10 PRINCIPI CHIAVE

1 niente verrà speso senza che sia stato determinato in modo trasparente di fronte all’opinione pubblica e con la più ampia partecipazione possibile il quadro degli obiettivi che si intendono perseguire e delle azioni di verifica sul loro raggiungimento;

2 la spesa non sarà dispersa in mille rivoli incapaci di aumentare sviluppo nuovo e buoni solo il più delle volte a sostenere il consenso politico;

3 né come investimento come contributo potrà andare anche un solo euro a chi non sarà in grado di dare conto del rispetto dei fondamentali diritti del lavoro in tutta a sua filiera produttiva e in quella delle sue forniture;

4 né come investimento come contributo potrà andare anche un solo euro a chi non darà conto della messa in campo, nella sua organizzazione produttiva, di tutte le forme di innovazione tese al contenimento delle emissioni climalteranti;

5 un di più di contributo, fino ad un più 30% rispetto alle altre, sarà assicurato alle imprese che attueranno piani di partecipazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze agli indirizzi dell’azienda, secondo la proposta presentata da oltre 100 economisti a livello europeo;

6 istituzione di un Fondo per sostenere il rilancio di attività produttive e di servizio in crisi gestite direttamente dai dipendenti;

7 l’80% delle risorse della nuova programmazione europea in agricoltura e in trasformazione agroalimentare sarà destinata alla conversione ecologica delle produzioni agricole, ai metodi di coltivazione e di allevamento alternativi a quelli intensivi, alle produzioni Biologiche, da Agricoltura rigenerativa, da Metodo Nobile, da Presidio Slow Food, e dunque né direttamente e né indirettamente a tutte le forme di agricoltura e allevamento intensivi;

8  per l’alto valore sociale che rappresenta l’impegno per il riutilizzo dei Beni confiscati alla Camorra, sia per le attività di produzione e di servizio, sia per attività sociali che  possono rafforzare i tessuti urbani, viene istituito un Fondo Aggiuntivo per sostenere l’attuazione dei singoli progetti e per  la messa in sinergia degli stessi.

9  introdurre una nuova leva di giovani formati e laureati nella pubblica amministrazione e negli enti territoriali nel quadro di una riforma della P.A. a livello regionale e territoriale indirizzata alla trasparenza nella gestione e alla assunzione di responsabilità ( ripreso di seguito in 1 precondizione) ;

10  la Campania si fa promotrice di un confronto a livello di Mezzogiorno, con il coinvolgimento dello specifico Ministero, per la definizione di un Piano di Sviluppo del Mezzogiorno integrato e orientato secondo alcuni grandi obiettivi.

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5  PRIORITA’ DI INVESTIMENTO

a Sanità pubblica e reti di medicina preventiva del lavoro e sul territorio.

Se la politica della Sanità è prima ancora che cura, prevenzione e prossimità sociale e territoriale allora occorre un grande intervento di ricostruzione di una intera rete di servizio e potenziare la stessa rete della medicina di base. E in questa stessa ottica c’è anche un ‘pubblico-sociale’ che va promosso e sostenuto. E qui serve una valorizzazione, con risorse adeguate, di una logica regionalista. Se invece la politica sanitaria si riduce a politica dell’ospedalizzazione , allora non si capirebbe davvero il senso di venti sanità regionali. E anche in questo campo vanno rese permanenti gli incrementi di posti letto qualificati e degli annessi servizi. Al tempo stesso va ripensata l’idea di Welfare rilanciando tutta la rete di politiche sociali  privilegiando interventi di struttura, collettivi e di inclusione piuttosto che di assistenza individuale

b Scuola e Università, Ricerca. Cultura e Beni Culturali.

Per la scuola si discute al momento molto poco di modelli educativi, discussione a nostro avviso invece fondamentale. Serve ripensare e rilanciare una idea di Scuola-Comunità. Occorre superare anni di silenzi e di mancate vere riforme per la scuola, di sua torsione aziendalista. Servono investimenti in strutture e  personale, servizi e formazione per superare le ‘aule pollaio’ ed assicurare ad una intera generazione la prosecuzione sicura e innovata della  esperienza scolastica e formativa. Non è più accettabile che in Italia solo per il 32% di bambini vi sia la possibilità di entrare in un Asilo nido. E che al Sud questa percentuale scenda ad un incivile 12,3%. Non è più accettabile che l’80% dei ragazzi siciliani o il 74% di quelli pugliesi o il 66% di quelli campani non abbia la Mensa scolastica. Non è più accettabile che al Nord circa il 60% degli studenti  della scuola dell’obbligo viva l’esperienza della scuola a tempo pieno mentre al Sud questo vive per il 10, massimo 20% degli studenti. Tutte carenze e mancanze queste che configurano un aggravamento in termini di  povertà educativa  e di incentivo stesso alla dispersione scolastica.

c La conversione ecologica radicale del sistema produttivo campano per uno sviluppo generativo e non estrattivo di ricchezza. Un impegnativo Piano di Conversione sostenuto da risorse ingenti. Per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili; per continuare la ricerca e l’applicazione di sempre maggiori innovazioni ai fini della sostenibilità; per produrre cose nuove, con nuovi materiali e abbattendo le emissioni. Per fare della Campania una delle prime Regioni d’Italia per abbattimento delle emissioni climalteranti. Per rilanciare l’intero sistema di TYrasporto Pubblico Locale. Per piantare in 5 anni 2 milioni di alberi e per manutenerli. Per avere finalmente un ciclo industriale completo della raccolta differenziata. Per immaginare l’intera filiera della logistica in chiave di sostenibilità. Per sostenere la crescita diffusa di idee e applicazioni innovative della Rete, di cui la parte più qualificata delle giovani generazioni è protagonista, e promuoverne la fase di avvio d’impresa, di capitali e cooperativa, con il necessario apporto di capitali, sempre in chiave di sostenibilità.

d Ripensare le città.

Il suolo è una risorsa scarsa. La Campania sancisce che non verrà cementificato o asfaltato un metro quadro in più del suolo delle proprie città e dei propri tessuti urbani senza che prima siano stati recuperati e utilizzati quelli abbandonati o non usati. La città come grande e diffusa centrale di produzione di energia pulita, di mobilità sostenibile, di inclusione sociale, di accessibilità di tutti gli spazi e di tutte le strutture per tutti i portatori di diverse abilità. La Campania istituisce un Fondo per il recupero e la riqualificazione dei centri storici delle città, a cominciare da quelle capoluogo, per reinsediare nelle aree di maggior pregio storico e architettonico quote significative di residenzialità popolare, contrastando attivamente il loro spopolamento e la loro valorizzazione esclusiva in chiave di rendita. Le città possono realizzare uno sviluppo della Rete, delle sue applicazioni in chiave di sostenibilità e di inclusione sociale sempre più secondo una logica di sovranità sull’uso dei dati e di open source.

e Il Grande Appennino.

Il Ponte che unisce l’Italia, e il Mezzogiorno ce l’abbiamo già. L’abbiamo non manutenuto, abbandonato, svalorizzato, gli abbiamo tolto dignità e così si è spopolato, dissestato, ha perso ogni fiducia in se’ stesso, è emigrato nelle sue energie migliori. Per noi l’Appennino è vita e diventa il cuore di un grande progetto di intervento che coinvolga le comunità e gli enti locali, le realtà produttive per il suo rilancio, la sua valorizzazione.

Infrastrutture diffuse di connessione, ambiente, produzioni agroalimentari di qualità, valorizzazione diffusa del patrimonio storico-culturale, recupero dei borghi, turismo, servizi, scuola, sanità.

Programma di rivitalizzazione con l’interazione tra comunità locali e quote diffuse di migranti.

Programma di salvaguardia dell’acqua, delle sue sorgenti, dei suoi corsi. Rilancio del Progetto Regi Lagni.

Nell’insieme un grande programma di inclusione e di creazione di nuovo e qualificato lavoro.

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1 PRECONDIZIONE: LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI

La cura dei territori e delle comunità, la valorizzazione di ciascuna area della Campania, la Partecipazione, …. rischiano di rimanere enunciazioni se mancano istituzioni di “Governo efficace” alle dimensioni più prossime al territorio.

I Comuni sono quasi tutti al dissesto; le Province sono rimaste nel limbo di una riforma sbagliata e incompiuta; la Città Metropolitana idem; la Regione -in questa situazione- alimenta il vizio di privilegiare la gestione della spesa venendo meno alle sue funzioni principali di Programmazione, Indirizzo e Controllo. 

In questa ingarbugliata matassa di Istituzioni di governo che NON governano e di una PA che NON funziona, nemmeno l’assunzione dei giovani potrà dare risultati, perché opererebbero in un sistema amministrativo superato che li indurrebbe ad omologarsi.

Va ripresa quindi con urgenza la linea politica originaria del quadro di riforma degli EELL e della PA : Decentramento, Sussidiarietà, Partecipazione, Integrazione, cose MOLTO diverse da Federalismo, Autonomismo separatista, …  voluti dalle destre.

Quella linea Politica è attualissima, il Covid 19 ha confermato i rischi che derivano dalle fragilità di un sistema pubblico scarsamente territorializzato.

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3 commenti

  1. Se mai così fosse ,anche solo in minima parte,dovremmo dire ,menomaleche c’è stato il Covid19
    Ma purtroppo non credo sarà cosi

  2. Buondì…ecco mi mancava InfinitiMondi! Io percepisco il ” grido di dolore” che Aldo Masullo ci lancerebbe per non desistere: dolore sì ma anche tenace coraggio per non demordere! Da stamane vi leggo con attenta partecipazione, ma uo mi sento sempre più marziana e mi regalo la possibilità ancora di stare lontano dalla ” terra”…un abbraccio forte dalla ” mia costiera”

  3. Proprio una settimana fa ho prooposto ad un’ degli organismi associativi regionali piu’ rappresentativi della Campania di strutturare un laboratorio programmatico per definire: visione,strategie,programmi, progetti per l’utilizzo dei fondi del recovery fund per la Campania che verra’
    Complimenti

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